Cloud & Ict as a Service: fuori dalla nuvola!

Non più ennesima moda ma chiave di volta per migliorare la competitività e la capacità di innovazione nel nostro Paese. L’iniziale diffidenza verso il Cloud Computing cede il passo a un interesse sempre maggiore da parte dei Cio: è “la nuova rivoluzione che cambierà il modo di fare It”. E a fronte di un eventuale “sorpasso a destra” da parte delle Business Line, quasi i tre quarti dei Cio dichiarano di essere “promotore e traino” di iniziative cloud.

Pubblicato il 30 Mag 2011

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Non più ennesima moda ma chiave di volta per migliorare la competitività e la capacità di innovazione nel nostro Paese. L’iniziale diffidenza verso il Cloud Computing cede il passo a un interesse sempre maggiore da parte dei Cio: il 66% lo considera un trend rilevante per l’informatica aziendale, mentre per il 12% è “la nuova rivoluzione che cambierà il modo di fare It”.
E a fronte di un eventuale “sorpasso a destra” da parte delle Business Line, il 72% dei Cio dichiara di essere “promotore e traino” di iniziative cloud in azienda.
I dati della ricerca dell’Osservatorio Cloud & Ict as a Service promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano mostrano uno scenario interessante. La ricerca si è focalizzata sulle organizzazioni italiane di grandi dimensioni attraverso un’analisi empirica effettuata mediante survey, casi di studio e workshop che ha coinvolto complessivamente 168 Responsabili dei Sistemi Informativi e i rappresentanti delle principali aziende dell’offerta.  In un Paese segnato da un forte ritardo tecnologico – la spesa italiana in Ict nel 2010 è diminuita infatti del 2,5%, a fronte di una spesa mondiale tornata a livelli di crescita del +4,9% e di Paesi come l’India o la Cina che hanno visto una crescita rispettivamente del 18% e 15% – il Cloud non si mostra più come uno dei tanti trend del momento ma comincia a rivestire, dopo un’iniziale diffidenza, un ruolo sempre più protagonista soprattutto per lo sviluppo delle Pmi, spina dorsale dell’economia italiana, e della Pubblica Amministrazione, ancora troppo ancorate a sistemi rigidi e arretrati che frenano la competitività.
Questo perché, nonostante le accezioni più comuni vedano nel Cloud Computing un’evoluzione già da tempo in atto verso “architetture informatiche in cui risorse standardizzate vengono rese fruibili in maniera condivisa dagli utenti”, in realtà “la nuvola” presenta vantaggi che vanno al di là del puro aspetto tecnico, motivo per cui gli stessi vendor tendono a proporsi direttamente alle Business Line glissando su modalità realizzative e proponendo immediatamente benefici finanziari e flessibilità.
“Ma i Cio non temono il ‘sorpasso a destra’ da parte delle Line e, anzi, nel 72% dei casi si dichiarano ‘promotori e traino’ di iniziative cloud in azienda – commenta Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud & Ict as a Service del Politecnico di Milano – anche se le maggiori aspettative (riduzione dei tempi di adozione e attivazione del servizio, riduzione dei costi di gestione interni e minori investimenti iniziali) sono tuttavia proprio gli elementi che, una volta saliti ‘sulla nuvola’, creano le maggiori disillusioni”.
Restano invece coerenti con le aspettative i benefici rilevati in termini di flessibilità (63%) e possibilità di condivisione di risorse (41%). Per questo motivo, il 66% valuta il Cloud “un trend rilevante che le imprese devono comprendere per far evolvere il loro modello di impresa”. Il 12% lo ritiene addirittura “la nuova rivoluzione che cambierà il nostro modo di fare IT”.
Spostando l’attenzione alle criticità, si trovano alcune confortanti sorprese: se l’integrazione delle soluzioni Cloud con l’infrastruttura già esistente in azienda si conferma l’aspetto più critico, tuttavia alcune percezioni, come la scarsa sicurezza dei dati e l’immaturità dell’offerta si rivelano, nei fatti, meno critiche di quanto paventato a priori. Per contro, elementi come la definizione ed il rispetto degli Sla (Service Level Agreement), risultano ancora più critici di quanto ci si attendesse.
Ma vediamo nel dettaglio come si declina e in quale misura viene adottato il Cloud Computing, nato per semplificare la gestione delle risorse Ict “schermandone” la complessità per l’utente e trasformandole in servizi:
• Con un’offerta Infrastructure as a Service (IaaS) l’utente non si deve più preoccupare dell’approvvigionamento delle macchine e del loro corretto funzionamento ma conserva il controllo degli strati sovrastanti e la possibilità di installare le applicazioni su questa infrastruttura.
Il 49% delle aziende intervistate dichiara di avere attivo almeno un servizio IaaS
• Con il Platform as a Service (PaaS) vengono comprese nella nuvola ed erogate come servizio anche le piattaforme necessarie per sviluppare, integrare ed erogare le applicazioni, lasciando all’utente il controllo sugli strati applicativi.
Il 24% delle aziende intervistate dichiara di avere attivo almeno un servizio PaaS
• A livello di Software as a Service (SaaS), infine, anche lo strato applicativo viene portato nella nuvola e quindi fruito dagli utenti come servizio. A parte pochi parametri di configurazione e personalizzazione, tutta la complessità sottostante è nascosta e l’utente mantiene solo il controllo delle modalità di utilizzo del software per eseguire i propri processi di business.
Il 63% delle aziende intervistate dichiara di avere attivo almeno un servizio SaaS.

Vai all’Osservatorio Cloud Computing 2011

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