“Per ora è una piccola crepa nella diga, ma l’acqua si infiltra e piano piano farà cadere la diga”. Con questa metafora Maurizio Cuzari, amministratore delegato di Sirmi, ha prospettato alla platea del Ca Expo 2011, l’evento di Ca Technologies che ha riunito in due tappe italiane clienti e partner, la fine dell’informatica “tradizionale” grazie al cloud computing che, come l’acqua, sta lentamente facendosi strada nelle dighe dell’It aziendale. “Con i budget aziendali sempre più contratti, anche i vendor It stanno adeguando la proposta, passando dalla logica del’cosa ti manca’ a quella del ‘cosa ti serve’ – osserva Cuzari – ed è così che il cloud trova terreno fertile. Certo, non sarà un cambio radicale, ma è evidente che rappresenta la base per l’It industriale”.
E questa visione, condivisa dalla stessa Ca Technologies, trova conferma nelle parole dell’amministratore delegato italiano, Mauro Solimene: “Il cloud computing non rappresenta, di fatto, una nuova tecnologia, ma un nuovo paradigma di utilizzo, dal possesso alla fruizione, che, tuttavia, presuppone un supporto tecnologico di fondo. Il cloud computing permette all’It di fornire ‘la risoluzione di esigenze di business’, di accelerare il time to market”. Ed è proprio il concetto di ‘time to market’ che viene ripetutamente affrontato nel corso dell’evento del vendor, sottolineando come questo sia fortemente richiesto, in questo momento, non solo dal business, ma dall’It stesso, soprattutto dai Cto aziendali. “In base al nostro punto di osservazione, una delle priorità aziendali maggiori riguarda proprio l’accelerazione del time to market per riuscire a propore nuovi servizi It ed essere più reattivi rispetto al passato (che poi si traduce in time to market più veloce e proficuo anche a livello di business)”, osserva Kevin Tumulty, general manager di CA Technologies Emea. “Oggi questo è possibile grazie al cloud computing che, tra l’altro, incontra anche le esigenze dei Cio di razionalizzazione It.
Un’esigenza a cui i vendor come Ca Technologies intendono far fronte con nuove proposte, dato che il cloud, si diceva, ha comunque una base tecnologica necessaria alla sua applicazione. E proprio per questo, Fabrizio Tittarelli, Cto di Ca Technologies Italia, ha mostrato al pubblico Ca AppLogic, “una nuova piattaforma che consente la creazione di una cloud in modo estremamente veloce – dice il manager -, sfruttando l’elasticità di infrastrutture ed applicazioni”. In sostanza, è una soluzione basata su web, ‘chiavi in mano’, per la gestione delle applicazioni, che semplifica il trasferimento di queste, o dell’infrastruttura It stessa, al cloud, sia esso privato o pubblico.
E in chiusura Russel Artzt, vice chairman e co-fondatore della multinazionale americana, ha evidenziato come “Il cloud veda l’It interno in un ruolo nuovo di ‘orchestratore’ in grado di fare le scelte giuste e governarle, come se fosse un agile service provider. Gli strumenti ci sono tutti – ha sottolineato Artzt – l’unico freno è la complessità, elemento che Ca Technologies vuole superare con due direttrici chiave: servizi e semplicità tecnologica (o, quantomeno, minor complessità). Il nuovo modello cloud basa la sua ‘attrazione’ sulla leggerezza e sulla user experience, oggi vero fattore critico di successo. Gli strumenti per guidare la trasformazione ci sono – conclude Artzt – ma questa richiede, soprattutto per le grandi aziende, revisioni di processo, governance e controllo”.
Il cloud risolve le esigenze di business
La fruizione dell’Ict sta cambiando per esigenze di flessibilità che trovano nel cloud computing una risposta concreta. A guidare il cambiamento è soprattutto il “time to market”, preso come indicatore generale per evidenziare quanto sia più che mai il business a “dettare le nuove regole”. Mauro Solimene (nella foto), amministratore delegato di Ca Technologies Italia si chiede però se le aziende siano pronte. Il freno è la complessità che l’azienda vuole risolvere con servizi e semplicità tecnologica
Pubblicato il 16 Mag 2011
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