La piattaforma Verizon per il nuovo modello di sourcing

Verso l’it come utility? Verizon mette a disposizione del mercato una piattaforma, fatta di data center, infrastruttura di comunicazione, competenze e soluzioni per garantire la massima sicurezza nell’erogazione dei servizi

Pubblicato il 05 Gen 2011

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Le applicazioni aziendali diventano mobili; le soluzioni video saranno tra le più interessanti applicazioni aziendali a sfruttare l’elevata capacità di reti wireless per interazioni ‘face-to-face’ e ‘face-to-machine’; con l’avvento di modelli di abbonamento cloud-based per messaggistica avanzata e UC&C, le piccole aziende troveranno il modo di adottare nuove tecnologie in grado di velocizzare le proprie attività; sviluppare e implementare un piano di sicurezza solido è solo il primo passo per proteggere l’attuale azienda estesa; modelli fruizione dell’It basati sulla logica “Everything as a Service” per usufruire di vantaggi economici, time to market più rapidi, possibilità di accedere alle informazioni e condividere contenuti virtualmente dovunque nel mondo; reti ad elevata intelligenza che saranno il trampolino per un nuovo decennio di innovazione. Sono questi alcuni dei trend previsti per il 2011 da Verizon, fornitrice mondiale di servizi di comunicazione a larga banda, wireless, wireline per utenti finali, aziende, pubbliche amministrazioni e clienti wholesale, con sede a New York. Per far fronte a queste tendenze, Verizon propone ai propri clienti, che in Italia sono rappresentati per lo più da aziende con una fetta prevalente del proprio business sviluppata all’estero, un’ampia gamma di servizi e soluzioni per supportare le aziende nell’innovazione dei processi Ict-based.
Ne abbiamo parlato con Massimo Peselli, country manager di Verizon, che ci ha illustrato la strategia che guida l’azienda: “Il cuore della nostra strategia attuale – spiega il responsabile della sede italiana della società – è la costruzione di una piattaforma su cui erogare una serie di servizi e applicazioni per il mondo business. Quello che distingue la nostra proposizione rispetto a quelle di altri competitor è che presso queste server farm i clienti possono richiedere sia server condivisi sia server dedicati. Spesso, quando i provider propongono servizi di computing non condivisi lo fanno impiegando server virtuali installati su sistemi fisici utilizzati anche per altri clienti, mentre noi abbiamo verificato, per esempio, che esistono applicazioni e database che non girano bene su macchine virtuali”. Quella su cui Verizon basa la propria offerta è dunque una piattaforma in grado di fornire “everything as a service” nel rispetto delle specifiche esigenze dei diversi clienti e dei loro ambienti applicativi. “Infatti – continua Peselli – per noi il cloud computing presenta cinque elementi base: data center dove costruire le soluzioni (noi ne abbiamo circa 200 distribuiti per il mondo); un’infrastruttura di comunicazione in grado di distribuire le soluzioni fino al cliente finale (Verizon è proprietaria di una delle maggiori del mondo); garanzia di completa sicurezza; hardware e software proposti in partnership con le aziende leader in entrambi i settori”.
Perché, secondo Verizon, il cloud computing oggi può interessare le aziende più che in passato? “In primo luogo – risponde il top manager – la possibilità di ottenere tutto in modalità as-a-service consente di passare da un modello di spese di tipo Capex a uno di tipo Opex. In secondo luogo, investire in sistemi ridondanti solo per assorbire picchi di domanda che si verificano pochi momenti all’anno e che non sono prevedibili, oggi non ha più senso. Il cloud consente di tenere in azienda solo le risorse It effettivamente necessarie e di acquisire in modalità pay-per-use quelle in più che servono, magari, per lanciare una campagna di marketing della durata di una settimana”.

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