“Il cloud rappresenta un cambio generazionale: riguarda il business e i modelli aziendali, non soltanto la tecnologia”. Al recente Oracle CloudWorld di New York, Mark Hurd, Chief Executive Officer della multinazionale californiana, sottolinea le potenzialità della nuvola come motore di innovazione, nell’attuale contesto economico. “L’88% delle Global Fortune 500 presenti nel 1955 è scomparsa – spiega -. Il Prodotto interno lordo mondiale cresce al tasso del 2% per un totale di 75 trilioni di dollari, la spesa It (2,069 trilioni) non rappresenta nemmeno il 3% del mercato. Tuttavia, i tassi di crescita variano a seconda della geografia (Cina in testa), con Pil e investimenti It che viaggiano di pari passo”. In un mercato stagnante, ma con competitor agguerriti, i Ceo devono sia guadagnare nuove fette di mercato (conquistando consumatori sempre più sofisticati) sia ridurre i costi (eliminando inefficienze, automatizzando i processi). Trovare la quadra non è semplice, soprattutto a fronte di spese necessarie per sicurezza, compliance e manutenzione (che assorbe ancora l’80% dei budget It). Ecco allora che il modello cloud si prospetta come via di uscita, garantendo costi certi, lo shift verso gli Opex, maggiore scalabilità e affidabilità, riduzione del time-to-market. Da qui, la proposizione del vendor punta a costruire una piattaforma cloud integrata con servizi DaaS, SaaS, PaaS e IaaS, che attualmente gestisce oltre 55 miliardi di transazioni al giorno.
Tra le novità dal CloudWorld, alcuni aggiornamenti per la piattaforma IaaS a bassa latenza: disponibilità di Oracle Database Cloud Service su piattaforme di elaborazione bare metal; nuovo servizio di bilanciamento dei carichi (aggiunti tre tagli di larghezza di banda da 100Mbps, 400Mbps e 8Gbps); ulteriori funzionalità di calcolo (sono disponibili conformazioni di Vm con uno, due e quattro core, che operano sulla stessa rete cloud virtuale) e storage (capacità di archiviazione a blocchi da 2TB e crittografia dei dati a riposo per l’archiviazione di oggetti).
Il vendor ha annunciato inoltre l’intenzione di attivare tre nuove “regioni cloud” nei prossimi sei mesi (Reston in Virginia; Londra e Turchia), con operatività entro la metà del 2017. Con questa espansione, la piattaforma cloud sarà presente in 29 regioni a livello globale e nel 2018 è prevista un’ulteriore espansione in Asia, Nord America e Medio Oriente.
Investire nel cloud sta fruttando, come dimostrano i risultati del secondo trimestre 2017, annunciati lo scorso 15 dicembre: la revenue derivante da soluzioni cloud ha superato per la prima volta il miliardo di dollari (+64%), rispetto a un fatturato totale di trimestre di 9 miliardi, sostanzialmente stabile. Le vendite SaaS e PaaS insieme hanno raggiunto quota 878 milioni di dollari, in crescita dell’89%.