Il 2010 è l’anno in cui Panda Security deve posizionarsi sul mercato come il “The Cloud Security” player. La società festeggia quest’anno i suoi 20 anni di vita nel mondo della sicurezza It, con una vision molto chiara e una strategia che impegna già da diversi anni la società in ambito cloud (tra il 2007 e il 2008 Panda ha lanciato un servizio innovativo basato sul modello della security as a service per offrire protezione in ambienti cloud). Panda sta focalizzando investimenti e risorse per poter sempre più erogare la sicurezza come servizio, senza vincoli legati alle infrastrutture tecnologiche. È ciò che testimonia a ZeroUno Alessandro Peruzzo, amministratore unico di Panda Security Italia che ribadisce come l’azienda goda di un vantaggio competitivo in termini di tempo e di tecnologia rispetto ai competitor: “Nel 2007, dopo due anni di sviluppo e test eseguiti direttamente sulle nostre infrastrutture, abbiamo messo a disposizione degli utenti una tecnologia innovativa e direi addirittura pionieristica. Si tratta del sistema di Intelligenza Collettiva su cui si fonda la nostra offerta di soluzioni cloud based”.
“Il nostro sistema di sicurezza rileva, analizza, classifica ed elimina in modo automatico il 99,6% di tutto il nuovo malware che i nostri laboratori di sicurezza ricevono quotidianamente”, sottolinea Peruzzo che enfatizza anche i vantaggi legati a questo tipo di tecnologia: il modello dell’intelligenza collettiva offre infatti benefici quali la diminuzione dei costi di investimento, la riduzione dei server locali e del consumo di risorse desktop e una migliore protezione globale in real-time. In pratica, ogni utente Panda è un sensore di minacce e invia al sistema di Intelligenza Collettiva (una sorta di database online del malware) dati statistici relativi al malware prevalente.
“Ogni giorno il sistema riceve oltre 17 milioni di richieste di informazioni e analizza più di 75 mila nuovi file per rintracciare i malware. Il database dell’intelligenza collettiva occupa attualmente 2,4 terabyte e genera 190 gigabyte di log ogni giorno”, descrive in dettaglio Peruzzo. “Questo importantissimo patrimonio ci consente di poterci realmente distinguere come player capace di proporre la sicurezza come servizio”.
L’offerta “security as a service” di Panda oggi si declina in tre specifici ambiti: protezione degli endpoint (con Panda Cloud Protection), delle e-mail (con Panda Cloud Email) e del web (protezione del browsing con Cloud Internet Protection; la soluzione non è ancora stata rilasciata ma è prevista sul mercato a breve).
“La sicurezza in ambito cloud rappresenta un importante tassello della nostra strategia d’offerta – sottolinea Peruzzo -. Nel 2009 l’Italia è stato uno dei Paesi più fertili da questo punto di vista perché ha colto i vantaggi della nostra proposta prima e meglio di altre nazioni. Non stiamo dunque cavalcando uno slogan ma definendo un portfolio prodotti e un modello di erogazione che già oggi rappresenta il 30% del nostro business complessivo”.
“Gartner stima una crescita del cloud computing del 150% nei prossimi 5 anni e del 35-40% dei servizi gestiti”, conclude Peruzzo. “È dunque questa la rotta che intendiamo seguire: la sicurezza It è un mercato in crescita; i servizi di sicurezza rappresentano la componente più importante”.
Panda ‘cammina tra le nuvole’ con una nuova offerta cloud
ZeroUno intervista Alessandro Peruzzo, amministratore unico di Panda Security Italia, che enfatizza l’impegno della società verso la sicurezza in ambito cloud. Panda ha abbracciato il paradigma del cloud computing già da qualche anno con un’offerta che si declina in tre differenti aree: end-point, email e web
Pubblicato il 27 Lug 2010
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