Caso Utente

San Gerardo: cartella clinica elettronica e sicurezza

All’interno di un percorso di omogeneizzazione e standardizzazione, seppur lento e con non poche difficoltà sia organizzative sia tecnologiche, il San Gerardo di Monza sta concentrando gli sforzi sull’integrazione della cartella clinica digitale e sugli aspetti di disaster recovery e business continuity. E in futuro? Consolidamento delle infrastrutture pensando alla virtualizzazione e al cloud (nella foto: Giovanni Hoz, direttore dei sistemi informativi dell’azienda ospedaliere San Gerardo di Monza)

Pubblicato il 21 Lug 2010

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L’azienda ospedaliera San Gerardo di Monza conta circa 3.000 dipendenti, ha circa 800 posti letto, con un volume di oltre 26.000 pazienti ricoverati all’anno, 45.000 accessi annuali in Day Hospital, 26.000 interventi chirurgici annuali e 100.000 accessi in Pronto Soccorso. Negli ultimi tre anni il San Gerardo ha effettuato soprattutto investimenti Ict di tipo “conservativo” rivolti cioè ad azioni strettamente indispensabili, senza particolari progetti di sviluppo, mentre per i prossimi tre anni è previsto un aumento rilevante (oltre il 40%) dell’ammontare degli investimenti “evolutivi”. Tale incremento è dovuto ai sempre più stringenti ed elevati obiettivi di servizio che la Regione Lombardia richiede per le strutture sanitarie, che sono inquadrate all’interno del Progetto Crs-Siss (Progetto Carta Regionale dei Servizi-Sistema Informativo Socio Sanitario) della Regione stessa.
Con il Progetto Crs-Siss, la Regione Lombardia realizza una rete informatica regionale, in ambito sanitario (il Siss), che consente l’interoperabilità e la cooperazione dei diversi sistemi informatici nel trattamento dei dati sanitari dei cittadini, anche attraverso l’utilizzo del Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse). Il Fse è il trattamento effettuato sui dati personali sanitari forniti dai medici e dalle strutture sanitarie lombarde che costituiscono la storia sanitaria del paziente ed è il riferimento attraverso il quale è possibile consultare e valutare i suoi dati sanitari indipendentemente da dove sono stati originati e da dove sono elettronicamente archiviati. Questo vuol dire che il medico che ha in cura il paziente, anziché limitarsi a vedere i dati che sono presenti nel suo elaboratore o in quelli della struttura sanitaria in cui opera, ha accesso ai dati presenti negli elaboratori di tutte le strutture sanitarie pubbliche e private della Lombardia, collegate alla rete Siss.
La premessa è doverosa, dato che gli investimenti ipotizzati dal San Gerardo per i prossimi anni puntano, da un lato, all’integrazione di nuove funzionalità della cartella clinica elettronica, tema di forte interesse per la Direzione Generale, con l’obiettivo di estenderne gradualmente l’utilizzo a un numero sempre maggiore di reparti ospedalieri (a oggi presente solo in 3 dei 22 reparti dell’azienda), e dall’altro ad aumentare il livello di sicurezza di tutti i dati archiviati, attraverso l’implementazione di sistemi di disaster recovery e di business continuity.

Cartella clinica elettronica: primo step verso l’omogeneizzazione
Giovanni Hoz, Direttore dei Sistemi Informativi dell’azienda ospedaliera San Gerardo di Monza, riconosce alla Regione Lombardia la “forte spinta verso l’omogeneizzazione e la standardizzazione dei sistemi” pur evidenziando le oggettive difficoltà che ostacolano tale percorso. “All’interno degli ospedali, in genere, si assiste al proliferare di numerosi sistemi eterogenei, nati e sviluppatisi nel tempo in modo autonomo – osserva Hoz -. Andiamo dal sistema per l’Accettazione, a quello del Pronto Soccorso, della Rianimazione, della Radiologia, ecc. fino ad arrivare a tanti micro silos all’interno delle singole specialità mediche”.
E in un ospedale come il San Gerardo dove sono presenti tutte le specialità mediche con i propri reparti e ambulatori, è comprensibile la complessità insita in un percorso di omogeneizzazione.
“Percorso che per altro non è solo interno agli ospedali ma anche esterno, visto che la Regione chiede poi che questi sistemi dialoghino con quello regionale (il Siss)”, spiega Hoz.
La prima grande sfida per raggiungere i macro obiettivi che la Regione Lombardia si è data in ambito Sanità è rappresentata dunque dalla razionalizzazione dei sistemi, alla luce anche del consolidamento del mercato sanitario che sta avvenendo da alcuni anni sul territorio lombardo (acquisizioni, fusioni e integrazioni di realtà ospedaliere e cliniche).
“La Regione sta dando delle linee guida alle aziende pubbliche come la nostra per supportarle nel processo di razionalizzazione e ottimizzazione e la cartella clinica elettronica rappresenta uno degli strumenti sicuramente più efficaci”, sostiene Hoz.
Estendere la Cartella Clinica Elettronica a tutti i reparti del San Gerardo è quindi una priorità di numerosi progetti It. “Estensione che però non significa completa standardizzazione – ci tiene a precisare Hoz -. In questo momento la nostra è una situazione di eterogeneità che va sicuramente efficientata ma con le dovute precauzioni e tenendo conto della specificità di ogni singolo reparto: la Rianimazione è completamente diversa dal reparto di Medicina Generale o Geriatria, per fare alcuni esempi, e la gestione del paziente segue processi differenti. È certamente auspicabile una standardizzazione di tutti gli elementi comuni, ma la cartella clinica elettronica deve prevedere funzionalità specifiche a seconda della sua applicazione”.
E questa esigenza pone comunque alcuni problemi tecnici di integrazione e interoperabilità che dovrebbero via via risolversi grazie al ricorso ai corretti protocolli e standard comuni. “La cartella clinica è il sistema principe che si deve interfacciare con il Siss facilitando dunque la gestione del paziente da parte di tutti gli attori coinvolti, cliniche e ospedali, medici di base, specialisti, ecc.”, sottolinea Hoz.

Attenzione anche alla sicurezza
Il San Gerardo sta definendo, inoltre, un piano di aggiornamento delle infrastrutture in grado di implementare un sistema di ampliamento e messa in sicurezza dei dati nelle aree produttive e di un sistema di disaster recovery (in ambito It) presso la sede distaccata di Lissone. Tale studio è partito verso la fine del 2009 e l’azienda prevede di portarlo a compimento entro l’autunno.
“In quest’area, non esistono significative criticità a livello tecnologico, data la scalabilità dei sistemi di storage installati e la disponibilità di una sede esterna con connettività in fibra ottica particolarmente evoluta”, dice Hoz. “Il progetto è però di fondamentale importanza perché pone le basi alla realizzazione di sistemi di business continuity (in previsione per il 2012) con la duplicazione delle applicazioni in uso e la garanzia di avere sempre i dati disponibili e aggiornati in entrambe le sedi (entro l’anno i dati verranno regolarmente duplicati sulla sede di Lissone per un corretto disaster recovery in caso di necessità)”. In previsione di un’interazione sempre più spinta con il Siss, inoltre, gli investimenti vanno anche nella direzione della protezione delle informazioni e della prevenzione delle minacce. “In una realtà ospedaliera, tutti i dati relativi al paziente sono informazioni sensibili – precisa Hoz -. Se tali dati viaggiano dunque in rete e vengono scambiati tra più sistemi e attori, è naturale che si debba garantirne la totale protezione”.

Per il futuro virtualizzazione e cloud
Un’importante riflessione all’interno del dipartimento It del San Gerardo riguarda poi la parte infrastrutturale, con particolare attenzione ai client. “Anche in questi casi la necessità di rivedere le infrastrutture nasce dal Siss, sistema che diventa via via più ricco e complesso, non tanto a livello di utilizzo, quanto per le informazioni (sia per numero, sia per tipologia) che contiene”, evidenzia Hoz. “Attraverso il Siss è possibile accedere a referti, immagini radiografiche, ecc. che richiedono comunque non solo una connettività adeguata, ma anche un hardware sufficientemente potente per reggere correttamente l’applicazione”.
La necessità del rinnovo del parco client porta l’azienda a ragionare su tematiche come la virtualizzazione dei client e il cloud computing. “In virtù del fatto che, ad oggi, abbiamo la necessità di un rinnovo delle macchine client stiamo ragionando sull’opportunità che simili tecnologie possono garantire soprattutto in termini di gestione e manutenzione, sia in termini di semplificazione sia in virtù del risparmio di costi”, conclude Hoz.

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