Tibco, Cloud First: ‘pacchettizzare’ le soluzioni per l’‘on demand’

Rendere disponibili tutte le soluzioni attraverso il modello del cloud pubblico migliorandone la user experience, soprattutto nella semplificazione d’uso, e l’integrazione nativa puntando poi sui cosiddetti ‘Tibco accelerators’, framework progettati dal team di engineering, per accelerarne l’adozione da parte delle aziende, anche attraverso ‘pacchettizzazioni’ ad hoc per mercati ed ambiti verticali.

Pubblicato il 29 Apr 2016

“Il cloud diverrà il primo canale di riferimento per l’accesso alle nostre soluzioni”. È diretto e molto chiaro Maurizio Canton, CTO Emea di Tibco Software nel descrivere la strategia dell’azienda volta ad accelerare la disponibilità delle proprie soluzioni attraverso modelli Saas di cloud pubblico. “Se l’impostazione di fondo è quella di portare la nostra Fast Data Platform su tutti i canali disponibili, integrando gli strumenti di analisi dei dati attraverso Api e modelli cloud che ne facilitino l’accesso e l’utilizzo in ambienti e contesti differenti – spiega Canton -, la via per arrivare a tale obiettivo passa attraverso l’industrializzazione delle nostre soluzioni, ossia nel miglioramento dell’integrazione nativa dei diversi prodotti già in fase di sviluppo, a livello di codice”.

Maurizio Canton, CTO Emea di Tibco Software

La piattaforma Fast Data, attorno alla quale ruotano i prodotti targati Tibco, già di per sé nasce all’insegna dell’integrazione; di fatto, consente di connettere tutti gli elementi necessari all’analisi real-time che vanno dai Big data ai dispositivi che generano i dati (pensiamo alla mobility e all’IoT) fino all’integrazione di tutti i canali utilizzati per lo scambio di dati, compresi quelli di comunicazione e collaborazione con clienti e partner che concorrono in modo attivo all’ecosistema aziendale. “Oggi il 90% dei nostri clienti ha implementato soluzioni on-premise ma la rapidità con cui il business chiede ai dipartimenti It di sviluppare soluzioni innovative o di rendere disponibili nuovi servizi digitali sta generando una fortissima richiesta di servizi via cloud”, ammette Canton. “Nei nostri piani c’è dunque la volontà di rendere disponibili via public cloud tutte le nostre soluzioni con un focus particolare sulla user experience degli utenti. Stiamo infatti lavorando a livello di sviluppo ed ingegneria del software nell’ottica ‘easy to use’ per semplificare ulteriormente l’accesso e l’utilizzo delle nostre soluzioni tecnologiche, in modo diretto, anche da parte di persone senza competenze tecniche”.

E se l’industrializzazione finalizzata all’integrazione nativa dei prodotti, affiancata dalla loro semplicità d’uso, sono stati i primi elementi sui quali l’azienda si è focalizzata, “oggi il team di engineering è impegnato nella progettazione di framework tecnologici e metodologici che faranno da ‘acceleratori’ nell’adozione delle soluzioni secondo il modello Saas”, descrive in chiusura Canton. “Non vogliamo perdere di vista il fatto che le aziende hanno processi e caratteristiche ‘custom’ che, anche nel ‘passaggio’ al cloud non devono perdere. La standardizzazione tecnologica, dal nostro punto di vista, deve portare a ‘pacchetti di soluzioni’ pronti all’uso per l’80/90% delle loro funzionalità complessive; il restante 20/10% dev’essere ‘coperto’ attraverso possibili personalizzazioni (nei progetti più complessi) oppure da ‘verticalizzazioni’ (pacchetti di funzionalità specifiche per ambiti applicativi o di mercato da rendere disponibili sempre via cloud)”.

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