Prendete qualsiasi osservatore o analista IT e chiedetegli quali sono gli argomenti più gettonati nel mondo della tecnologia informatica. In ordine sparso dirà Big Data, Cloud e Mobility.
Bene, ora chiediamoci quali sono le barriere che limitano l’adozione pervasiva di queste tecnologie.
Qui le risposte non sarebbero probabilmente le stesse. C’è chi parlerà di cultura, chi di competenze, chi di standard, chi di budget, chi di mancanza di informazioni, chi di sicurezza, chi di un mix di tutte queste cose.
Ma proprio la sicurezza sembra rappresentare il nodo più difficile da sciogliere.
Il Global Technology Adoption Index
Lo dice il primo Global Technology Adoption Index (GTAI), una ricerca fatta da Dell e che ha coinvolto oltre 2.000 dipendenti di aziende fra i 100 e 500 addetti in 11 Paesi.
Il GTAI, presentato in esclusiva al Dell World 2014, alza il velo su un problema che nelle aziende è sottovalutato (la sicurezza non certo in cima agli investimenti IT), ma è comunque molto sentito: secondo i dati forniti da Dell, la security è la più grande barriera nell’adozione delle tecnologie mobile (44%), nell’uso del cloud computing (52%) e nell’utilizzo dei Big Data (35%). Si noti che in tutti e 3 i casi, la sicurezza è la più citata.
Non solo. Appena il 30% dei rispondenti ha detto di disporre della giusta informazione per prendere decisioni “risk based” e il 25% ha in atto piani per rispondere a tutti i tipi di lacune di sicurezza.
E questi sono gli umori dei decisori IT. Se spostiamo lo sguardo verso il top management, la situazione è ancora più grigia. Solo il 28% dei C-level interpellati è coinvolto in tematiche di sicurezza.
Un numero esiguo che mette a rischio i futuri investimenti in tecnologie innovative. Già, perché se nelle aziende che masticano di sicurezza, l’84% dei C-level è coinvolto, in quelle più timorose questa percentuale scende al 43%. E abbiamo visto come una scarsa padronanza delle tematiche di security affievolisca la portata innovativa delle nuove tecnologie. “La sicurezza non è solo questione di tecnologia o di policy – ha commentato lo stesso Michael Dell – ma soprattutto di persone. Molti dei problemi di sicurezza dei dati arrivano dall’interno, non dall’esterno”. La sicurezza non deve essere una scusa per non innovare.
Se analizziamo più a fondo i 3 pilastri fondamentali della ricerca (adozione del Cloud, Mobility e Big Data) emergono alcuni dati interessanti.
Più investi in Cloud e più cresci
Il Cloud – ad esempio – è usato o verrà usato a breve praticamente da tutti. Solo il 3% non sta pianificando soluzioni in Cloud. Degno di nota è che la ricerca evidenzia una correlazione fra la crescita del business e l’adozione di tecnologie Cloud.
I dati dicono poi che le organizzazioni che usano più tipi di cloud al proprio interno sono anche quelle che crescono di più. Insomma, più cloud uguale più business.
I benefici? I soliti noti: migliore allocazione delle risorse IT (citato dal 44% dei rispondenti), risparmio di costi (42%) e migliore efficienza (40%).
I vantaggi della mobility
Per quanto riguarda la mobility, la GTAI evidenzia che i vantaggi principali riguardano l’efficienza (41%) e la produttività (32%). Anche qui, la sicurezza rappresenta una sfida importante: il 50% dei rispondenti cita il rischio di perdere i dispositivi o di accessi ai dati aziendali usando connessioni non sicure. E il tanto agognato BYOD? Solo il 32% delle aziende ne hanno uno.
“Sulla mobility – dicono in Dell – è interessante notare che sono molto poche le aziende che hanno rivisto i processi tenendo conto dei nuovi dispositivi mobile. Si parla di mobility come modo di migliorare produttività ed efficienza. Pochissimi dicono che la mobility è stata usata per aumentare i ricavi o generare nuovi business”.
Big Data per fare cosa?
Infine i Big Data. Il messaggio forte della GTAI è che molti stanno raccogliendo i dati ma sono pochi che sanno cosa farsene. Solo il 39% dei rispondenti è in grado di estrarre “valore” dai dati. Il tema quindi è di come cercare l’intelligenza del dato. E la strada è ancora lunga. Anche qui si nota una correlazione positiva fra chi trasforma i dati in informazioni e chi genera business.