Le infrastrutture IT as a service danno opportunità per accelerare l’innovazione aziendale, guadagnare in agilità e rapidità nell’esecuzione dei progetti. Per questo sono oggi implementate da un numero crescente di imprese nelle diverse componenti cloud: “Ciò che sorprende è la velocità con cui l’interesse si sta diffondendo nelle aziende, anche italiane”, spiega Luigi Scappin, direttore prevendita e business development Oracle Italia, presentando a Milano i risultati di una nuova rilevazione nell’ambito del rapporto “You & Iaas” realizzato da Longitude Research per analizzare il punto vista delle imprese (internazionali e italiane) sui nuovi modi di concepire l’IT e il loro approccio verso il cloud. “Ad appena tre mesi dalla prima rilevazione, gli indici mostrano variazioni di molti punti percentuali che fotografano una situazione in rapido cambiamento”; Scappin accenna a una sorta di “effetto valanga” dove il successo delle prime esperienze con il cloud e la maturazione dell’offerta servizi da parte di differenti provider stanno moltiplicando l’interesse verso il cloud Iaas e non solo. “Le aziende si sono rese conto che lo Iaas è un’opzione per migliorare la competitività e vogliono poterne disporre nel più breve tempo possibile”.
Il campione dell’indagine (1610 rispondenti in aziende di ogni dimensione operanti in differenti mercati e nazioni occidentali, il 13% in Italia) si è espresso in modo diverso su molti punti. Mentre tre mesi fa il 62% dei rispondenti dichiarava di avere interesse nello Iaas per scopi d’innovazione del business, la percentuale dell’ultima rilevazione è salita al 72%. Il dato relativo alle aziende italiane, pari al 69%, mostra un balzo ancora superiore, considerando il 56% di partenza. Secondo Scappin, avere una “cloud strategy” è oggi fondamentale per garantire vantaggio competitivo: “Il cloud cambia il modo di gestire i nuovi progetti di business. Permette di provare nuove strade con ridotti investimenti, quindi con poche conseguenze in caso d’insuccesso. E innovare significa fare prototipi, tentare, fallire e provare di nuovo fino a ottenere i risultati desiderati”.
Un altro aspetto che testimonia il rapido cambiamento d’opinione delle imprese è la valutazione sull’affidabilità dell’IT in cloud. Mentre prima dell’estate solo il 47% dei rispondenti era d’accordo che i servizi realizzati in cloud fossero più affidabili di quelli on premise nel datacenter aziendale, l’ultima rilevazione ha visto la percentuale salire al 68%. Il cloud è più affidabile dei sistemi aziendali anche per il 73% delle aziende italiane, contro 54% che aveva dato la stessa opinione tre mesi prima.
Il maggiore interesse per il cloud ha, per converso, aumentato anche la sensibilità verso i possibili problemi. Tra i timori relativi alle implementazioni di cloud Iaas, l a sicurezza sale dal 26 al 32%. “Le nuove regole europee GDPR hanno messo il tema della sicurezza sotto la lente d’ingrandimento. È un fatto che per risolvere problemi di compliance nei data center esistenti il cloud possa costituire la migliore soluzione”, precisa Scappin. Stabile a livello globale l’attenzione ai costi (28%), mentre sale la tensione nella ricerca di persone con skill specifici. Il timore dello skill shortage è salito in tre mesi a livello globale dal 21 al 28%.