L’unified communication (UC) e collaboration è una delle discipline dell’IT che da ormai molti anni viene vista come un fattore abilitante chiave a supporto dell’innovazione dell’organizzazione del lavoro e dei processi collaborativi. Nel panorama dell’UC si vedono decine di produttori di dispositivi e apparati, software, piattaforme integrate con altri tipi di soluzioni, provider di connettività, che non possono non lasciare un po’ disorientato, a volte, che deve prendere le decisioni. E a volte, in attesa di investimenti strategici e coerenti da parte delle aziende, singoli dipendenti o business unit adottano soluzioni (spesso analoghe a quelle più diffuse nel mondo consumer), disintermediando le direzioni IT e alimentando il noto fenomeno della “shadow IT” (con i suoi corollari di disomogeneità, inefficienza, rischi per la sicurezza, costi nascosti).
Avaya, da anni impegnato nell’UC (che prevede l’integrazione di comunicazioni audio, video, messaggistica, chat, condivisione di contenuti, gestione di processi e progetti), ha deciso di compiere un passo avanti nella propria strategia volta a abbracciare il paradigma cloud. E lo ha fatto lanciando una nuova soluzione, Avaya Spaces, che risiede completamente sulla “nube”. La soluzione non fa concorrenza ad altri servizi e tecnologie del vendor, ma anzi li integra, così come è aperta a software, hardware e servizi di terze parti.
“Avaya Space – spiega Massimo Palermo, country manager del vendor in Italia – è una soluzione pensata principalmente per ospitare meeting e supportare l’organizzazione e la gestione dei progetti. Secondo Gartner, entro il 2023 meno di un terzo dei digital worker sceglierà l’ufficio fisico come luogo di lavoro preferito”. A tutt’oggi, ricorda il numero uno di Avaya Italia, “la maggior parte delle attività collaborative prevede l’utilizzo di sale riunioni tradizionali e la comunicazione email”.
Dalle sale riunioni fisica e dalle email alla team collaboration
Nel contempo cresce l’esigenza, per le riunioni (ritenute comunque sempre momenti fondamentali), di passare da luoghi fisici a luoghi virtuali, cui si possa accedere da ogni luogo e con qualsiasi dispositivo. Non solo: “Assistiamo all’emergere, come ci è capitato di vedere in Oriente, di aziende che vorrebbero sostituire del tutto l’email a favore di piattaforma di team collaboration” racconta Francesca Aiudi, responsabile delle vendite di Avaya nelle regioni, Emea e Asia.
“Avaya Spaces utilizza il Cloud quale ambiente abilitante l’integrazione di diversi canali di comunicazione, tutti gestibili in un’unica interfaccia, e la possibilità, per le aziende, di mettere a disposizione dei dipendenti virtual room e spazi individuali persistenti”, precisa Palermo. “I media server – aggiunge Aiudi – girano in tre data center di Google Cloud Platform [scelto come partner per questo progetto, ndr] negli Stati Uniti, a Singapore e in Olanda. Per motivi di compliance alla normativa GDPR, i dati vengono archiviati in un data center a Francoforte”.
Per l’utilizzo di Avaya Spaces, quindi, diventa necessario solo avere connessioni a Internet, in quando niente richiede l’uso di backbone di Avaya. La soluzione è disponibile con formule di abbonamento flessibili.