Attualità

Time for Cloud: i nuovi ecosistemi ibridi potenziati dall’edge computing

Durante la sessione conclusiva dell’evento digitale targato IBM-Digital360, si parla della rivoluzione multicloud: come governare i nuovi ambienti eterogenei e sfruttare l’elaborazione perimetrale?

Pubblicato il 30 Set 2020

Hybrid IT

Time for Cloud, l’evento organizzato da IBM e Digital360, trasmesso in diretta streaming lo scorso 23 settembre, chiude su due temi di forte attualità: la governance di ambienti ibridi multicloud e le nuove opportunità derivanti dall’edge computing.

Il cloud in Italia: è tempo di decidere

Come moderatore del terzo e ultimo ciclo di interventi, Patrizia Fabbri, Direttore di ZeroUno, interpella Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, chiedendo un aggiornamento sul mercato del cloud in Italia.

“Dall’ultima indagine dell’Osservatorio che verrà presentata ufficialmente il 14 ottobre – dichiara il professore – abbiamo riscontrato un rallentamento nei progetti di cloud transformation e di multicloud. Se la componente SaaS è cresciuta per numero di provider, non si è verificato il cambio di passo auspicato per IaaS e PaaS. C’è una forte spinta verso il multicloud, ma meno in direzione hybrid”.

Le aziende hanno sfruttato la nuvola per implementare rapidamente i servizi digitali durante l’emergenza Covid-19, ma manca una strategia sul lungo periodo. Secondo Mainetti, nonostante ci sia convinzione, permane un blocco nel processo decisionale imputabile a tre ragioni: non c’è chiarezza su un eventuale exit plan dal cloud (clausole di recessione, costi, governance dei dati); permangono dubbi sul rischio tecnologico di lock-in; le competenze in materia di nuove tecnologie (ad esempio, microservizi e container) e modalità di gestione It sono carenti.

Tuttavia, nonostante gli indugi e l’impatto economico della pandemia, bisogna passare all’azione: “Cloud e modernizzazione applicativa – suggerisce Mainetti – sono le chiavi per superare la crisi e concretizzare il new normal. Tutti gli alibi sono stati smarcati, è il momento di rompere gli indugi e fare il passo”.

Gestire ambienti multicluster e multicloud: il caso Sogei

Sogei, la società It controllata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, rappresenta un caso concreto di azienda che ha saputo abbracciare le nuove opportunità tecnologiche (soluzioni open-source, architetture a microservizi, metodologie DevOps).

Dopo le prime sperimentazioni su iniziative circoscritte, nel 2018 sono partiti i progetti di più ampia portata. “Oltre a creare un forte impatto tecnologico – dichiara Francesco Paolo Milone, Responsabile Technical Architecture Platform & PaaS di Sogei – la trasformazione ha richiesto un adeguamento dei processi e dell’organizzazione”.

Il supporto degli esperti IBM e dell’approccio Garage, ha contribuito a costruire un metodo attingendo dalle best practice e rafforzando la collaboration tra team. Secondo Milone, il ricorso a soluzioni come Cloud Pak for Multicloud Management, la piattaforma basata su Red Hat OpenShift che fornisce visibilità, governance e automazione in ecosistemi ibridi (risorse on-premise, nuvole pubbliche, dispositivi edge), è stato particolarmente prezioso per gestire ambienti multicluster.

“Tecnologie e modelli sono in continua evoluzione – sottolinea Milone -. Bisogna bilanciare la solidità dei sistemi con la flessibilità per seguire i nuovi trend. Anche se la nostra infrastruttura è on-premise, grazie al confronto con IBM Garage, ci siamo organizzati sul modello cloud-like ottenendo l’agilità necessaria per servire i nostri clienti interni ed essere pronti a cogliere le opportunità di innovazione”.

Insomma, il percorso di trasformazione va costruito a step, facendo tesoro dell’esperienza, come ricorda Milone. “Il nostro obiettivo attuale – conclude infatti il responsabile Sogei – è costruire un centro di competenza, come repository per tutte le conoscenze finora accumulate e punto di partenza per le future evoluzioni”.

La ricetta IBM per governare gli ecosistemi ibridi

Al termine della presentazione di Sogei, interviene Simone Bonetti, Certified Cloud Architect di IBM Italia: “Credo che la parte più appagante del nostro lavoro sia accompagnare i clienti nel disegnare soluzioni tecnologiche in grado di allinearsi ai trend di domani”.

Nella vision di Big Blue, la tendenza verte in direzione di ecosistemi ibridi, con la compresenza di datacenter on-premise, cloud pubblici e privati, dispositivi edge. “Il primo challenge nella definizione del nuovo assetto è la governance. IBM è impegnata nella costruzione di un punto di controllo, modulare, portabile e consistente, in grado di allocare selettivamente le risorse, richiamare funzionalità rapidamente, avere un’interfaccia intuitiva, distribuire policy di sicurezza”.

Gli ingredienti tecnologici con cui Big Blue ha costruito questa piattaforma di controllo sono: Cloud Pak for Multicloud Management (la suite per amministrare l’intero ciclo di vita degli ambienti ibridi), Watson AIOps (la piattaforma di intelligenza artificiale con funzionalità predittive e prescrittive che permette di ottimizzare la gestione delle infrastrutture It), Cloud Satellite (la tecnologia che consente di fruire dei servizi di IBM Cloud da qualsiasi “location”: una nuvola pubblica, nel data center aziendale o a livello di edge).

“L’architettura – evidenzia Bonetti – è stata pensata in maniera modulare. Funziona al meglio se fruita coralmente, ma ogni componente può essere implementato singolo”.

Come definire un metodo per approcciare le nuove tecnologie

Tuttavia, come ricorda Riccardo Desantis, IBM Services Technical Sales di IBM Italia nell’intervento successivo, “la tecnologia non è abbastanza” per tenere sotto controllo ecosistemi così eterogenei e complessi. Ci sono troppi componenti tra cui selezionare per costruire un’architettura sufficientemente solida e in grado di supportare i workload critici dell’azienda.

“IBM – prosegue Desantis – offre una serie di servizi che si indirizzano a problemi tecnologici specifici, con un focus sempre acceso sulla costruzione di ambienti multicloud e sulla necessità di potenziare le caratteristiche di resilienza e solidità delle infrastrutture”.

Ad esempio, gli IBM Services aiutano i clienti a costruire metodologie corrette per: gestire ecosistemi ibridi in maniera efficiente sotto il profilo dei costi e delle funzionalità; approcciare i nuovi metodi di sviluppo applicativo basati su container anche attraverso il supporto diretto del team di Big Blue; sperimentare tecnologie e approcci alternativi (come DevOps), così da testarne la convenienza, attraverso l’organizzazione di workshop e l’implementazione di progetti pilota.

Le potenzialità dell’Edge Computing e i nuovi servizi

L’ultima sessione di Time for Cloud prosegue portando sotto i riflettori un tema particolarmente chiacchierato: l’Edge Computing, visto come evoluzione del tradizionale concetto di Internet Of Things per cui la potenza computazionale si sposta direttamente sui dispositivi alla periferia.

“L’Edge Computing – dichiara Gianluigi Avella, IBM Cloud Technical Leader di IBM Italia – apre nuovi scenari applicativi in qualsiasi settore, dal Finance (si pensi alla gestione centralizzata degli Atm) all’Automotive (dove l’intelligenza a bordo del veicolo serve per attivare numerose funzionalità digitali) fino al Medicale (in futuro potranno essere eseguite da remoto operazioni chirurgiche oggi impensabili)”.

Le tecnologie specifiche sviluppate da Big Blue a supporto dell’Edge Computing si chiamano Edge Application Manager e Telco Cloud Network Manger, che permettono la gestione centralizzata dei dispositivi alla periferia, eliminando la necessità di intervento su ogni singolo device.

L’ecosistema a supporto dell’Edge Computing

I partner di IBM rappresentano un nodo importante del processo che permette di scaricare a terra il potenziale delle tecnologie di Edge Computing. Sul palco virtuale di Time for Cloud interviene Marco Carrer, Cto di Eurotech, che racconta la rivoluzione in atto.

Da sistemi semplicemente connessi si passa a sistemi intelligenti e addirittura autonomi. Si crea un universo di dispositivi che devono operare in ambienti completamente differenti e richiedono specifiche diverse a seconda del comparto. “Eurotech come partner di IBM – chiarisce Carrer – offre un’ampia gamma di Edge Node, con diversi prezzi, prestazioni, connettività, certificazioni globali e di settore”.

Dal punto di vista software, i dispositivi Edge devono essere in grado di processare i dati estraendoli da sistemi anche datati e di interfacciarsi con nuovi sensori come le telecamere: ecco che integrazione e interoperabilità diventano temi cruciali. Anche la connettività è un punto critico, per quanto riguarda lo scambio dei dati e per la possibilità di gestire centralmente a distanza la pluralità di dispositivi Edge. La collaborazione di Eurotech con Red Hat e IBM è solida su entrambi i fronti (software e connettività), mettendo a fattore comune tecnologie e competenze per lo sviluppo dei progetti sui clienti.

In chiusura, la parola passa ad Antonio Sacchetti, Ceo & Founder di Tera, società specializzata sui temi dell’Edge Computing applicato a diversi settori, dalla Digital Energy agli Smart Building.

“L’Edge Computing – sostiene l’amministratore delegato – amplia ed estende le funzionalità del cloud, portando una serie di benefici: ad esempio, riduce i costi di rete e gli errori di trasmissione, accelera la velocità di elaborazione dei dati, permette una gestione sicura dei dati sensibili”.

Tera sviluppa e produce in Italia una serie di dispositivi edge che si prestano a molteplici ambienti e casi d’uso, sfruttando diversi protocolli di comunicazione e interfacciandosi con sistemi terzi.

I system integrator possono quindi avvalersi dei dispositivi di Tera e delle soluzioni di IBM per l’Edge Computing al fine di realizzare le soluzioni da indirizzare ai clienti, potendo contare sulle competenze specifiche di entrambi i partner.

Con quest’ultima testimonianza si chiude l’evento Time for Cloud, ma il viaggio verso l’universo multicloud delle organizzazioni prosegue con rinnovato slancio. “IBM – conclude Avella – può essere al fianco delle imprese portando tecnologie, servizi e competenze, secondo le esigenze aziendali”.

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