Se l’analisi della competitività delle imprese è un tema articolato nel quale intervengono numerose variabili nazionali e internazionali, un fattore che tutti gli analisti indicano, a prescindere dal settore e dalle dimensioni aziendali, come chiave di volta della competitività è la digitalizzazione. Un fattore che potrebbe determinare la vera inversione di tendenza su un indicatore che vede le nostre imprese non certo ai primi posti nelle classifiche internazionali. Ma, come ha evidenziato il Rapporto annuale Istat sullo stato del Paese, l’80% delle nostre aziende è ancora caratterizzato da un basso profilo tecnologico ICT e solo il 4,7% delle imprese italiane (quasi tutte collocabili nella fascia delle grandi) ha un elevato livello di digitalizzazione.
A questo dato si aggiungono quelli di una rilevazione compiuta dall’Osservatorio Digitalizzazione di Assolombarda relativa alle imprese di Milano, Monza-Brianza e Lodi (una delle aree pulsanti più importanti dell’imprenditoria italiana) dalla quale si evince che le PMI si caratterizzano per una scarsa presenza di un IT manager deputato allo sviluppo di progetti di digitalizzazione e lo stesso vale per figure in grado di affrontare un tema sempre più strategico come quello della cybersecurity.
Partendo da questo scenario, ZeroUno ha intervistato Ferdinando Moccogni, CEO di Cata Informatica, una realtà presente dal 1980 e che conosce molto bene quelle PMI che rappresentano il fulcro della nostra economia. L’obiettivo del confronto è capire quali sono le principali problematiche che queste aziende incontrano per intraprendere con consapevolezza e determinazione il percorso della trasformazione digitale e quale può essere il supporto di un system integrator come Cata.
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La trasformazione digitale non riguarda uno specifico ambito, ma l’azienda a 360°
“I dati che ha citato mostrano come proprio quelle realtà che maggiormente potrebbero trarre beneficio dalla digitalizzazione sono quelle più indietro in questo processo. L’assenza di un IT manager condiziona in modo determinante l’evoluzione digitale dell’azienda”, constata Moccogni. Ma perché queste figure che nella fase di prima informatizzazione erano presenti in quasi tutte le aziende, oggi anche quando ci sono finiscono con l’essere irrilevanti ai fini della trasformazione digitale? “Perché è notevolmente aumentata la complessità tecnologica e applicativa e per poter sfruttare a pieno l’ondata trasformativa sono necessarie competenze che le PMI fanno sempre più fatica a trovare e a formare. La trasformazione digitale – risponde l’AD – non riguarda un singolo ambito aziendale, ma investe l’azienda a 360° coinvolgendo i processi amministrativi, la gestione dei fornitori, la relazione con il cliente, gli stessi processi produttivi. Quindi da un lato sono necessarie competenze tecnologiche elevate, ma dall’altro vi è un importante impatto sull’organizzazione e le persone”.
Al recentissimo convegno di presentazione dei dati dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano è stato proprio messo l’accento sul fatto che la tecnologia non basta e che mancano ancora alcuni ingredienti imprescindibili per innescare la vera trasformazione: visione strategica, maturità organizzativa, modalità di lavoro e competenze.
“Esattamente”, conferma Moccogni che prosegue: “Questo è il vero problema e una PMI non è in grado di affrontare da sola una trasformazione di questa portata. È qui che interviene una realtà come Cata Informatica, il nostro ruolo è proprio quello di sostenere le aziende in questo processo e di farlo a 360°, diventando il riferimento della PMI. Non significa certo che facciamo tutto da soli, ci appoggiamo a nostra volta ad un ecosistema di partner specializzati laddove è necessario, ma vogliamo rappresentare per l’azienda l’interfaccia verso l’innovazione”.
Le 5 business unit di Cata Informatica per supportare le PMI nella trasformazione
Obiettivo ambizioso quello di Cata Informatica che ha richiesto anche un ripensamento della propria struttura e che ha portato al ridisegno dell’organizzazione in 5 business unit, ciascuna delle quali indirizza uno specifico aspetto della trasformazione: “Per essere il system integrator di riferimento per una PMI non possiamo tralasciare alcuna delle aree aziendali, per questo le nostre cinque business unit sono in grado di affiancare le PMI nel loro processo di innovazione mettendo a loro diposizione tecnologie, soluzioni e competenze che possano aumentare la loro competitività in ambito sia nazionale sia internazionale”, spiega Moccogni che passa poi a illustrare le business unit:
1) BU ERP – È il core business di Cata e spina dorsale delle aziende, il software gestionale : “Ogni azienda ha proprie caratteristiche e peculiarità che rappresentano una componente importante della competitività. Nell’introduzione di un nuovo sistema informativo non possiamo appiattire queste specificità, per questo ogni progetto è diverso dall’alto”, precisa il CEO. Qui la nostra sfida è capitalizzare esperienze applicative e tecniche per aumentare l’efficacia ed il controllo del progetto.
2) BU CRM – È l’area che si occupa dell’implementazione delle soluzioni di CRM, le soluzioni software per mettere il cliente al centro “Anche dalla ricerca di Assolombarda questa è emersa come un’area molto critica per le PMI: Ci affianchiamo ai team di marketing, sales e customer service per portare la Marketing Automation al servizio dei processi aziendali partendo dalla soluzione di CRM più adatta e realizzando le necessarie integrazione tra sistemi e formando gli utenti sulla gestione dei processi coinvolti
3) BU Processi Digitali – Con quest’area Cata vuole essere di supporto in tutti i processi digitali sia a livello tecnologico sia a livello di compliance alle normative: “È un’area ampia che va dai processi amministrativi, come la fatturazione elettronica, alla supply chain a tutto quello che ruota intorno al concetto più alto di Industria 4.0. Proprio perché, come abbiamo visto, uno dei principali problemi della trasformazione è proprio inerente l’organizzazione, e quindi i processi, quest’area consente di vedere i singoli processi all’interno di una visione strategica più ampia che riguarda tutta l’azienda”. In pratica, se anche un cliente deve affrontare un singolo progetto, di fatturazione elettronica per esempio, Cata lo pensa in modo che sia già aperto ad evoluzioni e integrazioni future.
4) BU Road to Cloud – Il nome è autoesplicativo dell’approccio di Cata alla cloud transformation: “Quello verso il cloud è un percorso nel quale vogliamo accompagnare le aziende. Un percorso che si suddivide in due macro ambiti: l’esternalizzazione della componente infrastrutturale e l’utilizzo as a service delle soluzioni applicative. Stiamo vivendo una crescente consapevolezza sui benefici di questo approccio; in questi ultimi due anni, in tutti i contatti che ho avuto con clienti e prospect non c’è stata volta in cui non mi sia stato chiesto di considerare il cloud. Ma le PMI non sono in grado di affrontare da sole questo approccio: nel primo ambito è comunque importante saper scegliere il provider adatto, c’è bisogno di supporto per capire quali workload migrare e come farlo ecc.; a maggior ragione questo supporto è necessario nel secondo caso dove ci sono problematiche di integrazione che richiedono competenze applicative e tecnologiche”. Per non parlare della modernizzazione di applicazioni custom nate per essere fruite on premise.
5) BU Cybersecurity – “Pur avendo una sua specificità, è una business unit trasversale a tutte le altre: dobbiamo garantire che le applicazioni implementate in azienda siano sicure e questo, ancora una volta, non è solo un tema tecnologico: dobbiamo formare opportunamente gli utenti, aiutare l’azienda nella formulazione di policy”, precisa Moccogni.
Formare le competenze e avere la capacità di trattenerle
Il tema delle competenze e la capacità di trattenerle è doppiamente strategico per un system integrator come Cata Informatica: da un lato, per essere un partner a 360° è indispensabile disporre di un ventaglio ampio di competenze con elevati livelli di specializzazione, ma nel contempo in grado di avere una visione strategica d’insieme; dall’altro, per una PMI è sicuramente importante far riferimento a un partner affidabile e competente, ma la relazione è quasi sempre personale, con un rapporto di fiducia che si sviluppa con uno specifico consulente o team. Moccogni ne è ben cosciente: “È nota la difficoltà nel reperire sul mercato persone competenti dal punto di vista tecnologico, applicativo e dei processi. E per sostenere la nostra vision abbiamo assolutamente bisogno di persone che rispondano a determinati requisiti. I nostri consulenti hanno certificazioni di vari livelli sulle tecnologie e soluzioni che implementiamo, ma non basta: è necessaria anche molta formazione interna. Ma il nostro lavoro non finisce qui, una volta formate dobbiamo trattenere e motivare costantemente queste risorse sotto tutti i punti di vista; siamo convinti che solo con un squadra motivata e sempre attenta alle esigenze dei clienti si possa raggiungere l’ambizioso obiettivo di diventare l’interfaccia delle PMI verso l’innovazione.