VMware Explore 2022 Europe, l’evento della multinazionale americana rivolto a clienti e partner che si è tenuto dal 7 al 10 novembre a Barcellona, ha segnato il ritorno dell’iniziativa in presenza. Dopo l’analogo appuntamento svoltosi negli Usa a settembre, la società ha lanciato dal capolugo della Catalogna un nuovo format, a sottolineare lo scenario mutato post-pandemico in cui punta a collocare l’insieme delle sue soluzioni tecnologiche. Non più VMworld come in passato ma, appunto, “explore”, proprio per rimarcare il carattere ancora più ampio dell’orizzonte della virtualizzazione.
Sullo sfondo, il percorso di acquisizione da parte di Broadcom che dovrebbe concludersi nel 2023 e che Raghu Raghuram, CEO di VMware (in foto di apertura), ha citato nell’esordio del keynote con cui ha aperto i lavori, per poi andare al cuore della nuova offerta della multinazionale di Palo Alto: “VMware e i suoi partner continuano a proporre nuove offerte innovative per aiutare i clienti a beneficiare di un approccio cloud smart” ha dichiarato. “I clienti riconoscono che un ambiente multicloud offre loro la scelta tra diversi cloud, sovereign e global, in cui eseguire le proprie applicazioni. VMware accompagna i clienti in ogni fase di questo viaggio per aiutarli a trasformare la complessità del multicloud in un vantaggio competitivo”.
VMware Cross-Cloud Services per superare il “cloud chaos”
Le opportunità del multicloud, infatti, devono fare i conti con un aumento della complessità, con nuovi problemi legati alla sicurezza e con l’esigenza di controllare i costi che, altrimenti, renderebbero particolarmente onerosa la migrazione verso più nuvole. I trend, come si ricava dall’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano e da altre fonti, come il Multi-Cloud Maturity Research Report di Vanson Bourne, manifestano comunque una propensione marcata delle organizzazioni a scegliere più di un ambiente cloud. Fenomeno, questo, cui si aggiungono i requisiti di compliance che obbligano a rispettare i parametri di sovranità dei dati in ciascun paese. Per questo VMware propone un approccio “cloud smart” con cui superare il “cloud chaos”.
Del resto, in base a quanto emerge dalla ricerca di Vanson Bourne condotta in collobazione con VMware, il 97% delle organizzazioni interepellato che ha adottato un approccio cloud smart ha migliorato la crescita dei ricavi e il 96% la redditività. La sintesi di questo approccio è costituita da VMware Cross-Cloud Services, il portfolio integrato di soluzioni SaaS per creare, eseguire, gestire e proteggere tutte le app su qualsiasi cloud. I pilastri di VMware Cross-Cloud comprendono App Platform, Cloud Management, Cloud & Edge Infrastructure, Security & Networking, Anywhere Workspace. “Abbiamo lanciato l’anno scorso VMware Cross-Cloud Services – ha evidenziato Vittorio Viarengo, Vice President Cross-Cloud Services – con l’idea di creare una nuova astrazione che lavora a livello più alto con una serie di servizi che funzionino in maniera uniforme. E poiché non possiamo astrarre ciò che è specifico di ogni cloud provider, possiamo farlo nel lifecycle management delle applicazioni”.
La risposta al sovereign cloud e l’esempio di InnovaPuglia
Per quanto riguarda, invece, l’esigenza di includere i cloud “sovrani” all’interno della gestione complessiva del multicloud, da Barcellona arriva l’annuncio della stipula di 25 partnership a livello globale che fanno parte del pacchetto VMware Aria Operations Compliance per sovereign cloud e nuove soluzioni di ecosistema aperto. In pratica, questa innovazione consentirà ai partner di fornire servizi equivalenti a quelli presenti nei cloud pubblici, assicurando la loro conformità e la loro residenza all’interno dei territori nazionali.
Raffaele Gigantino, Country Manager di VMware Italia, ha ricordato che nel nostro paese i sovereign cloud provider coinvolti nel progetto sono già 13. “Il cloud diventerà smart quando la nostra piattaforma VMware Cloud Foundation verrà estesa anche ai cloud sovrani” ha affermato. “Tante pubbliche amministrazioni locali si stanno dotando di infrastrutture cloud-ready, che sono cloud smart per definizione. L’abbiamo visto con la costituzione del Polo Strategico Nazionale che ricalca questo schema”.
Un esempio delle parole di Gigantino è rappresentato da InnovaPuglia, società in house della Regione. Tony Martino, direttore della Divisione Informatica e telematica di InnovaPuglia, ha sottolineato i risultati della collaborazione con VMware che dura da 10 anni: “Il nostro data center nel corso degli anni è cresciuto parecchio, fino a risultare dal censimento di AgID una struttura candidabile al Polo Strategico Nazionale come data center di gruppo A. Oggi abbiamo circa 500 sistemi informativi che girano sul data center per un totale di 4000 virtuale machine e quasi 5 peta di dati gestiti”.
Gli altri annunci al VMware Explore 2022
Tra le tante novità illustrate durante la 4 giorni, è stata presentata la soluzione SD-WAN di nuova generazione di VMware, con un nuovo SD-WAN Client che supporterà le aziende nella distribuzione sicura e affidabile di applicazioni, dati e servizi, indipendentemente dalla loro ubicazione, attraverso qualsiasi rete e qualsiasi dispositivo. O ancora il nuovo VMware Carbon Black XDR, che estende la visibilità e il rilevamento della rete di VMware a VMware Carbon Black Enterprise EDR, prevedendo un sistema per il rilevamento e la prevenzione delle minacce su endpoint e reti per far progredire la sicurezza laterale. A Barcellona sono stati ufficializzati anche gli ampliamenti al portfolio di app cloud native VMware Tanzu e alla piattaforma di gestione del cloud VMware Aria. La loro combinazione “smart” fa in modo che lo sviluppo, la consegna e la gestione delle applicazioni cloud-native supportino i clienti in ogni fase del loro percorso, su qualsiasi Kubernetes e su qualsiasi cloud.
Infine, meritano qualche parola le nuove funzionalità della piattaforma Anywhere Workspace che, nell’epoca dell’hybrid work imperante, contribuiscono ad alleggerire ulteriormente il carico di gestione dei team IT grazie all’automazione. Gli aggiornamenti prevedono l’ampliamento della copertura della soluzione DEX di VMware, per supportare il Digital Employee Experience Management (DEEM) anche per i dispositivi Windows gestiti da terzi, nonché l’estensione di Workspace ONE Freestyle Orchestrator per consentire l’automazione fino ai flussi che abbracciano i sistemi IT di terze parti.