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Così l’università di Salerno ha semplificato la gestione dell’infrastruttura IT



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Taglio del 50% degli spazi occupati nei data center, 400 server gestiti da 2 persone, consumi ridotti del 62%. I benefici della nuova architettura di Virtual Desktop Infrastructure

Pubblicato il 4 dic 2024



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L’Università degli Studi di Salerno (UniSA) ha scelto le soluzioni Nutanix per sviluppare una architettura VDI (Virtual Desktop Infrastructure) sostenibile e di facile gestione.

La strategia digitale dell’Università di Salerno per un campus sempre connesso

Negli ultimi anni, l’Università di Salerno si è affermata come il secondo istituto universitario della Campania per numero di studenti iscritti. L’Ateneo ha sempre puntato sulla tecnologia digitale con l’obiettivo di migliorare i servizi offerti alla comunità accademica e per ottimizzare l’esperienza di vita nei campus, attivi 24 ore su 24.

Oggi conta su una infrastruttura che include oltre 40mila punti rete per servire le circa 15mila persone che frequentano quotidianamente i campus, e un sistema di videosorveglianza con circa 1.000 telecamere.

Lo scopo dell’Ateneo era strategico: semplificare la gestione dell’infrastruttura e ridurre i costi (in particolare il TCO – Total Cost of Ownership), gli spazi e i consumi energetici, aumentando al contempo la sicurezza dei dati e delle persone. Tutto è iniziato nel 2017 durante uno dei primi Proof of Concept (POC) condotti con Nutanix, quando un membro del team IT dell’Università ha erroneamente clonato oltre 1.000 macchine virtuali in pochi minuti, dimostrando le potenzialità della soluzione Nutanix e facendola preferire alle alternative tecnologiche, convincendo anche i più scettici del team.

Abbiamo scelto il software Nutanix inizialmente per gestire e conciliare diverse soluzioni di virtualizzazione – racconta Salvatore Ferrandino, CIO dell’Università di Salerno – perché ci siamo accorti non solo che faceva al caso nostro, ma che avrebbe potuto facilmente scalare seguendo le nostre esigenze e la nostra idea di sviluppo dell’infrastruttura. Anche sul fronte della partnership, con le persone Nutanix abbiamo notato subito un deciso cambio di marcia relativamente al livello di servizio e al rispetto degli impegni”.

Dall’architettura VDI al mondo dei server

Il primo progetto di rilievo realizzato con la tecnologia Nutanix è stato quello legato al sistema di videosorveglianza, già dotato di diverse centinaia di telecamere distribuite nei due campus ma oggetto di un ulteriore piano di sviluppo. Avendo bisogno di hardware con GPU, l’Università ha valutato diverse opzioni disponibili e ha scelto di utilizzare le soluzioni iperconvergenti Nutanix. L’infrastruttura attuale, in cui le macchine e le soluzioni software Nutanix sono state integrate con le architetture preesistenti, comprende 25 nodi iperconvergenti Nutanix, la soluzione di virtualizzazione AHV, oltre ad AOS e Prism Pro per la gestione delle risorse.

Il primo grande traguardo raggiunto con l’adozione di Nutanix è stata la semplificazione della gestione dell’infrastruttura dedicata alla videosorveglianza. “Oggi abbiamo circa 400 server gestiti da due persone, che possono lavorare anche da remoto, continua Ferrandino, “mentre senza Nutanix avremmo avuto bisogno di una persona ogni due server, un requisito impossibile da soddisfare”. In questo caso il ruolo delle architetture iperconvergenti è stato fondamentale: con la soluzione Nutanix c’è un solo punto di controllo e una sola dashboard, con una facilità di gestione impossibile da ottenere con le infrastrutture a tre componenti.

Il KPI relativo al Full Time Equivalent (FTE) è migliorato, liberando risorse che ora l’Università di Salerno può dedicare a compiti a più alto valore aggiunto relativi al percorso di innovazione.

L’Università di Salerno abbatte costi e consumi con Nutanix

L’introduzione dell’architettura iperconvergente Nutanix è stata per molti aspetti una rivoluzione per l’IT dell’Ateneo. “Muovendoci sulle basi del progetto VDI, che aveva evidenziato un abbattimento dei consumi energetici e del TCO – spiega Ferrandino – abbiamo pensato fosse importante trasferire questa esperienza anche al mondo dei server. Il risultato è stato un taglio del 50% degli spazi occupati nei data center, da 10 a 5 rack grazie al consolidamento di server, storage (in quest’ambito esiste ancora una componente NAS in fase di dismissione) e networking. Sul fronte dei consumi abbiamo fatto ancora meglio, riducendoli del 62,5% con un equivalente abbattimento delle emissioni di CO2. I due gruppi di continuità da 90 KW operanti con le architetture a tre tier dovevano garantire infatti 40 KW ciascuno, mentre ora bastano 15 KW di cui solo 10 per le macchine Nutanix e 5 per tutte le altre apparecchiature (reti, WiFi)”.

Una scelta vincente per la sicurezza non solo informatica

Un altro risultato a fronte dell’implementazione dell’architettura Nutanix è stato l’incremento del livello di sicurezza ma soprattutto dei tempi e modi della ripresa dopo eventuali attacchi informatici. A giugno del 2023 l’ateneo ha subito un pesante cyberattack che però non ha intaccato l’infrastruttura Nutanix né i dati presenti su di essa, anzi, grazie alla facilità di gestione degli orchestratori software è riuscita a far ripartire tutto nell’arco di un weekend.

Il futuro della collaborazione con Nutanix prevede l’implementazione, nell’ambito della ricerca Universitaria, di un sistema di controllo del territorio per monitorare la sismicità e la situazione idrogeologica. Il progetto verrà gestito prima in cloud privato e poi traferito su cloud pubblico sempre sotto il governo del software Nutanix.

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