Il 5G rappresenta un’opportunità fondamentale per invertire il trend del mondo TLC nazionale: questa la riflessione di Andrea Rangone, CEO del gruppo Digital360, che questa mattina a Roma ha aperto il 360 Summit dal titolo “5G: l’Italia sarà leader?”. Telco, esponenti della politica e fornitori di tecnologia, di servizi e di soluzioni digitali si sono confrontati su prospettive, potenzialità e ostacoli da superare per l’affermazione del 5G in Italia.
“Il 5G apre nuovi mercati digitali e rappresenta un’opportunità in primis per le imprese del settore delle telecomunicazioni. Ma la gara sulle frequenze ha comportato un esborso molto rilevante per gli operatori con il rischio di un paradossale dualismo economico tra le Telco che hanno investito per la nuova infrastruttura e le imprese ‘digitali’ che ne coglieranno i benefici. Nel contempo, con l’ingresso dei nuovi operatori low cost nel mobile, si è riaccesa la guerra dei prezzi che si sono già ridotti di oltre il 40% negli ultimi 16 anni. Il settore Telco in Italia, così com’è, non è più sostenibile: occorre un importante cambio di direzione. Gli operatori devono finalmente trovare un ruolo nei mercati dei nuovi servizi digitali, abilitati dalle reti di nuova generazione. A livello politico e regolatorio è ora di affrontare temi critici come quelli della net neutrality, la separazione della rete, il pricing dei servizi e le condizioni per l’ingresso sul mercato di nuovi operatori. Solo così l’Italia potrà essere davvero leader nella rivoluzione del 5G”, ha dichiarato Rangone. Secondo il Ceo di Digital 360 il settore delle telecomunicazioni non è come tutti gli altri: gestisce infatti le infrastrutture più strategiche per un Paese nel ventunesimo secolo, cioè quelle che abilitano la quarta rivoluzione industriale, basata sul digitale pervasivo, l’internet delle cose, l’intelligenza artificiale, i big data, il cloud, la blockchain.
Ma il mercato dei servizi digitali finora è stato dominato dagli over-the-top, che hanno visto crescere in questi anni fatturato e margini. Le Telco, culturalmente lontane dalle tecnologie digitali, invece hanno faticato a ricoprire un ruolo rilevante in questi nuovi mercati. “Questo ritardo, unito all’eccessiva pressione regolatoria e all’accesa competizione sui prezzi fra gli operatori, mette a rischio la sostenibilità del settore, che ha visto ridurre i ricavi di circa il 30% negli ultimi dieci anni. È arrivato il momento di invertire la rotta: le Telco per sopravvivere devono cambiare”, ha evidenziato Rangone.