Una giornata per “toccare con mano” le tecnologie smart applicate alla nostra vita quotidiana. Visite guidate e demo interattive sulle più innovative soluzioni per smart government, smart home, smart working e smart office, smart banking, smart health, smart school e smart shopping.
Una superficie espositiva di 3.200 metri quadri, per quella che è, di fatto, la prima exhibition a tema Internet of Things in Italia. È il distributore ICT Tech Data ad averla organizzata, riunendo in un unico spazio espositivo nella zona Est di Milano, negli studi cinematografici (East End Studios) di Via Mecenate, 50 brand di aziende attive nel comparto – IBM, Microsoft, Cisco, HP e Samsung, solo per citarne alcuni.
I numeri dell’evento Futura City? Oltre 2.500 iscritti tra rivenditori, utenti finali, scolaresche (molte quelle viste a curiosare e toccare con mano), rappresentanti della PA e imprenditori. Oltre 100 soluzioni tecnologiche in mostra. Testimonial del progetto il volto televisivo (ex Le Iene) Marco Berry (foto).
Sette edifici attrezzati di tutto ponto con le ultime tecnologie smart – scuola, casa, ufficio, ospedale, negozio, banca e uffici comunali.
Il cuore tecnologico dell’evento è la piattaforma web www.smartcity-futura.it in cui cittadini, aziende, pubblica amministrazione e rivenditori possono trovare post, storie di successo, interviste e video interviste che spiegano come le nuove tecnologie IoT sono in grado di migliorare la qualità della nostra vita di cittadini, pazienti, consumatori, lavoratori e studenti.
Dai nuovi modelli di urbanizzazione intelligente (e più sostenibile) alle esperienze di una PA smart e più vicina al cittadino. Dai nuovi metodi di apprendimento della scuola interattiva alle nuove forme di follow-up per i pazienti cronici, che potranno più facilmente essere curati a casa propria, a tutto vantaggio della qualità della vita (la loro e quella di chi gli sta accanto) e delle finanze della sanità pubblica.
Chatbot e smart glass
Nella casa connessa, spazio ai sistemi di smart lighting, alla sensoristica e ai sistemi anti-intrusione intelligenti, ai gear alla realtà aumentata utilizzati per l’intrattenimento.
Nell’aula 4.0, invece, ampio spazio a lavagne interattive (LIM) di ultima generazione, proiettori smart e mini notebook che anche i bambini più piccoli, nella scuola materna, potranno usare per colorare e sfogliare libri.
Nell’ufficio intelligente, l’illuminazione e il riscaldamento sono tarati sulle esigenze del singolo impiegato e le sale riunioni si prenotano con lo smart watch nella logica organizzativa dell’Industria 4.0. I
meeting si fanno in telepresenza e la carta non esiste, perché tutti i documenti sono digitalizzati.
Nella smart city c’è spazio per le chatbot (chat in cui l’interlocutore dell’utente è un robot), utili a chiarire dubbi e perplessità in merito alle modalità della raccolta differenziata. E poi panchine per la ricarica dello smartphone, bici elettriche a pedalata assistita che illustrano al loro conduttore il percorso più indicato da seguire sulla base delle condizioni meteo, della congestione del traffico e degli eventi della città (la presenza di mercati rionali, il lavaggio programmato delle strade…). Negli ospedali intelligenti la cartella clinica è tutta elettronica e grazie agli smart glass il caregiver potrà contattare il medico curante per far vedere come fa la medicazione di una ferita ulcerata o come disinfetta i presidi medico-chirurgici (aspiratori tracheali e quant’altro) di un paziente cronico.
Nel negozio intelligente il cliente viene coinvolto attraverso le soluzioni di marketing di prossimità e potrà utilizzare i camerini smart, dove gli specchi sono anche monitor touch multimediali che permettono di scegliere taglia e colore di un capo, attivare la giusta promozione in relazione alla tipologia di abbigliamento provato, ai gusti manifestati e alle informazioni provenienti dai social.
Nella banca del futuro lo sportello è virtuale (un totem interattivo) e anche il mutuo viene erogato in modalità completamente paperless nel rispetto di un rapporto con i clienti totalmente basato sui pagamenti digitali.
Sharing cities: Milano Porta Romana
Cosa accomuna Londra, Lisbona e Milano? Semplice: le tre metropoli si sono consorziate e sono riuscite ad
aggiudicarsi il bando europeo “Soluzioni per città e comunità intelligenti che integrano i settori dell’energia, trasporti e ICT attraverso progetti pilota”, nell’ambito del programma Horizon 2020. In pratica, si sono impegnate ad adottare un approccio innovativo per abbattere le emissioni inquinanti di edifici e mezzi di trasporto, migliorando la qualità dell’aria con l’aiuto delle tecnologie smart, con la stessa logica con cui si affronta il tema della mobilità in ambito industriale per i progetti Industry 4.0. L’area individuata per Milano è la zona di Porta Romana. Qui nei prossimi anni si lavorerà per collegare il centro storico con la cintura agricola cittadina e rendere il distretto un modello di quartiere intelligente replicabile. Come? Attraverso una riprogettazione degli edifici in ottica smart building e tramite la mobilità elettrica e condivisa (bike e car sharing). Il distretto smart di Porta Romana sarà finanziato con 8,6 milioni di euro provenienti dai fondi UE per realizzare il piano Sharing Cities.
Le misure di efficientamento energetico degli edifici vedranno interventi su immobili a proprietà pubblica e mista (pubblico-privata) per un totale di 25.000 metri quadri di unità residenziali. Inoltre, saranno sviluppati sistemi di gestione energetica integrata e verranno installati 300 lampioni Wi-Fi intelligenti. A disposizione degli abitanti del quartiere anche nuove modalità di sharing mobility: 60 nuovi veicoli per il car sharing elettrico e due auto per quello condominiale; 150 bici elettriche (con una quindicina di stazioni di prelievo/consegna); 76 punti di ricarica elettrica (di cui 20 a ricarica rapida); 125 stalli di parcheggio intelligenti e 10 veicoli commerciali elettrici condivisi per il trasporto merci. Nel corso dell’evento Futura City si è parlato anche di questo progetto.
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