La videocomunicazione e la telepresence escono dal perimetro
aziendale per incontrare le esigenze di mobilità dei manager.
Una ricerca di Abi Research stima che questo mercato, già
cresciuto del 15% nel 2010 sull’anno precedente
raggiungendo quota 2,3 miliardi di dollari, movimenterà
un giro d'affari di 5,5 miliardi nel 2015. “Il mercato
della telepresenza e della videoconferenza si trova oggi a un
punto di svolta”, si legge nella ricerca Abi Research,
“perché questa tecnologia comincia a essere integrata su
device diversi e a sconfinare in mercati
adiacenti”. Dal punto di vista delle
funzionalità, infatti, la telepresence e la videoconference
stanno attraversando un momento di ulteriore evoluzione
tecnologica, con la possibilità di realizzare comunicazioni in
video anche tramite i device multifunzionali di ultima
generazione. Dalla ricerca emerge come a fare da
traino al mercato siano in particolare le nuove
applicazioni per videoconferenza su desktop e Mobile, la personal
telepresence e il video integrato negli ambienti di
Unified Communications (UC).
Da un lato, grazie all’innovazione tecnologica
l’esperienza della telepresenza sta diventando più
sofisticata e “realistica”, accorciando le distanze e
agevolando così meeting e lavoro collaborativo;
dall’altro, emergono prodotti di telepresenza personale che
aumenteranno la diffusione anche verso il mercato di
massa. I vendor cominciano infatti a proporre soluzioni
pensate per l’utenza domestica. Fra questi, LG ha
presentato – in occasione del Mobile World Congress di
Barcellona – nuovi modelli di smartphone e tablet che integrano
tecnologie 3D ed ologrammi per un’esperienza di
videochiamata quanto mai più realistica, mentre sono numerosi i
vendor, quali Cisco, Toshiba o Samsung, che in questi mesi hanno
introdotto nuovi tablet predisposti per la videocomunicazione
grazie a una doppia fotocamera, come da ultima ha fatto Apple con
iPad 2, rilasciato la scorsa settimana.