Annunciato ufficialmente all’inizio dell’estate, l’Intelligent Edge & Private Networks Center of Excellence (CoE) è una iniziativa di ecosistema che vede Accenture e Cisco insieme a Equinix collaborare per dar vita non solo a un luogo fisico, ma a un vero e proprio centro di competenze e polo di attrazione per tutte le realtà interessate ad esplorare le opportunità concrete di sviluppo progettuale nell’ambito dell’Edge Computing, delle Private ed Industrial Networks, dell’Enterprise Networking e dell’Application Observability. Un centro nel quale le competenze progettuali di Accenture e le tecnologie Cisco in ambito WAN, LAN, Wireless si fondono per sviluppare framework e soluzioni che i clienti possono utilizzare per dar vita a progettualità concrete in scenari realistici che – grazie anche alla piattaforma Equinix – hanno accesso ai public cloud degli hyperscaler.
Concretamente, stiamo parlando di un vero e proprio hub realizzato a Roma all’interno dell’Accenture Cloud Innovation Center, completato da una seconda struttura realizzata a Milano, nel Cisco Cybersecurity Co-Innovation Center e da un Demo Center presso il datacenter ML5 di Equinix.
Abbiamo chiesto a Maurizio Salvaderi e Stefano Messia di Accenture, che guidano di fatto il CoE, di raccontarcene la genesi e lo spirito.
Come nasce il CoE di Accenture e Cisco
“Sono già alcuni anni che vediamo una crescita di attenzione sulla tematica dell’edge, che promette di rendere più digitale il mondo fisico e che troviamo declinata in tante accezioni”, esordisce Salvaderi.
Il riferimento è, ad esempio, al mondo delle reti che per il loro controllo e manutenzione richiedono la distribuzione della potenza elaborativa, al mondo trasporto sia per l’infotainment che per la guida autonoma e/o assistita ed al settore manifatturiero per l’automazione e remotizzazione degli impianti.
“La crescita in quest’area è un dato di fatto ed è un dato di fatto che noi abbiamo sviluppato competenze in questo ambito – prosegue Salvaderi – tre anni fa ci è venuta l’idea di creare un centro di eccellenza che potesse essere un punto di riferimento per i clienti e per i partner, che potessero avere a disposizione strumenti e persone per accelerare l’adozione di questa paradigma tecnologico, partendo da use case, da prototipi personalizzabili e implementabili secondo le esigenze specifiche”.
L’intuizione ha avuto un buon riscontro ed è nato il COE.
Gli obiettivi del CoE
Come accennato all’inizio, parliamo di una iniziativa che guarda al mondo Enterprise, definendo con i clienti che vi si approcciano business case e soluzioni rivolte a diversi settori industriali.
“L’ambizione di questo centro è proprio quella di sviluppare soluzioni end-to-end integrate – interviene Stefano Messia – Abbiamo deciso di collocare il CoE all’interno dell’ACIC (Accenture Cloud Innovation Center), il nostro centro d’eccellenza sul cloud di Roma, per fare sinergia con le competenze consolidate già presenti e accelerare l’adozione del paradigma Edge, che rappresenta per noi un fattore abilitante importante per la prototipazione e realizzazione di use case sulle varie Industry di riferimento.
L’edge, e più esattamente l’“Intelligent Edge” abilita soluzioni che richiedono bassa latenza, località dei dati per sicurezza e privacy, elevata resilienza, ed elaborazione di grandi quantità di dati, grazie a cui le organizzazioni di offrire ai propri clienti servizi sempre più rapidi, sicuri e personalizzati”
Il CoE sposa dunque in pieno la visione di Accenture, che guarda all’implementazione e all’evoluzione delle infrastrutture secondo il paradigma del cosiddetto Cloud Continuum, che passa dal Public Cloud all’Edge, con una connessione senza soluzione di continuità resiliente e sicura.
Non solo.
La sua integrazione all’interno dell’ACIC consente di far leva sulla massa critica di competenze che già ci sono.
“Tendenzialmente – prosegue Messia – i clienti hanno chiaro l’obiettivo che vogliono raggiungere: gran parte del lavoro si concentra sul come un’idea o un’ambizione diventi fattibile all’interno di una cornice di tempo definita. E per arrivare all’obiettivo, il centro dispone di tutti gli strumenti di design thinking e di un importante set di use case che facilitano il percorso”.
In questa fase iniziale, il catalogo del CoE dispone di 10 casi d’uso incentrati sull’automazione, la standardizzazione e la visibilità delle reti aziendali e industriali, per ottimizzare le prestazioni e facilitare la gestione in ambienti cloud ibridi.
Il focus sull’Edge
C’è un punto sul quale Accenture pone l’attenzione.
“Mentre altre tecnologie vengono adottate in modo più o meno indipendente dall’industria – spiega Salvaderi -, l’Edge è una tecnologia che in alcuni settori industriali sta avendo un’adozione molto veloce, mentre in altri è ancora in fase preliminare”.
Tendenzialmente, le industrie che già adottavano delle soluzioni di controllo distribuite hanno un percorso di adozione accelerato e sono interessate a capire come con l’Edge possano migliorare quanto che già facevano con tecnologie attuali.
Parliamo, in questo caso, di utility, trasporto, automotive, manifatturiero, che dunque sono i primi destinatari delle attività del CoE.
“Per altri si tratta di adottare un paradigma nuovo e quindi serve un passo iniziale di conoscenza e familiarità col tema”.
La sfida: dal prototipo alla scala industriale
In realtà, spiega Salvaderi, la sfida vera è un’altra: “Sviluppare un prototipo o un concept è relativamente semplice. Portarlo a scala su una realtà industriale ampia è un altro discorso.
Uscire dalla fase prototipale e passare alla fase di adozione industriale è un passo importante: è qui che servono capability, servono le competenze di chi lo ha già fatto e sa come indirizzare tematiche di costo, deployment, hardening, gestione remota, manutenzione sul campo e – non ultime – anti-tampering e sicurezza”.
La complementarità con Cisco
Il riferimento alla sicurezza non è casuale, né è un caso che, come accennato in precedenza, una delle sedi del CoE sia il Cybersecurity Innovation Center di Cisco.
“Non è semplicemente una questione di sinergie – spiega Messia -, ma di complementarità. I clienti hanno bisogno di sapere come rendere sicure le loro infrastrutture in uno scenario che prevede la distribuzione degli asset e workload sul territorio. Uno degli elementi portanti della nostra collaborazione è far sì che le applicazioni funzionino sulla base di policy definite su tutto il Cloud Continuum.
Parliamo di reti software defined in grado di autoapprendere e dunque di attivare meccanismi di difesa e di prevenzione rispetto a potenziali attacchi. L’integrazione con il Cybersecurity Innovation Center di Cisco presso il Museo della Scienza e Tecnologia di Milano serve anche a esplorare questi aspetti”.
Le prime progettualità nel CoE
In una prima fase, il CoE di Accenture ha riscosso parecchio interesse da parte di molte utility, che guardano all’Edge non solo per attività di monitoraggio, ma anche per attività più complesse di gestione di flussi su infrastrutture distribuite.
Un interesse vivace si riscontra anche nelle imprese del manifatturiero, che guardano all’Edge sia come a una leva per rendere le linee di produzione più intelligenti e flessibili, che per avere maggior controllo nel caso di produzioni distribuite in tutto il mondo, sia ancora – ed è questo un tema un po’ più attuale – per sviluppare prodotti più “intelligenti”.
E poi c’è il settore dei trasporti.
Anche in questo caso c’è una doppia vista, come nel manifatturiero. Da un lato abbiamo le infrastrutture, di trasporto, dall’altro i mezzi di trasporto, come le auto: in entrambi i casi c’è una crescente richiesta di monitoraggio e intelligenza. Caratteristiche queste abilitate dall’Edge.
Il valore delle partnership
L’Intelligent Edge & Private Network Center of Excellence è un grande progetto di ecosistema e partnership che vede protagoniste, come già accennato, Accenture e Cisco, che insieme riescono a coprire tutte le esigenze legate a queste tematiche.
“In realtà – spiega Salvaderi -, essendo il centro di eccellenza inserito all’interno dell’ACIC, non solo vi hanno accesso privilegiato tutti i partner che ne fanno parte, ma l’ambizione è che il centro diventi un punto di riferimento sulla tematica e che vi siano ulteriori adesioni non solo dei partner, ma anche da parte del mondo accademico o dei centri di innovazione e ricerca”.
L’obiettivo è supportare l’evoluzione delle infrastrutture inseguendo un modello più lean, più elastico e più gestibile. Proseguire un percorso di innovazione su orizzonti e linee evolutive che possano portare valore ad Accenture e ai suoi clienti.
Uno sguardo (anche) al PNRR
Anche se l’idea che ha portato alla nascita del CoE ha radici in tempi più lontani, appare chiaro che “molte delle tematiche affrontate nel centro sono allineate con le missioni del PNRR, in particolare per quanto attiene alla digitalizzazione e protezione delle infrastrutture critiche”. Per questo c’è fiducia che anche in questo caso il PNRR funga di fatto da abilitatore importante sia per le progettualità all’interno del COE, sia, di riflesso, sul sistema Paese.