IoT Device, Cloud e Artificial Intelligence. Sono queste le tecnologie alla base del modello realizzato tre anni fa da Huawei, fornitore globale di soluzioni ICT, in collaborazione con l’organizzazione no-profit Rainforest Connection (RFCx) e portato oggi in Italia all’interno della Campagna WWF “ReNature” per salvaguardare la biodiversità di tre Oasi italiane: la Laguna di Orbetello e il Lago di Burano in Toscana e il Cratere degli Astroni in Campania. Nell’arco di un anno, l’iniziativa “Nature Guardian Project” prevede l’installazione di dispositivi dotati di sensori e alimentati dall’energia solare per il monitoraggio continuo e la registrazione dei suoni all’interno delle tre Oasi allo scopo di individuare, grazie all’analisi guidata dall’AI, segnali di eventuali attività umane illegali a danno dell’ambiente e della sua fauna (bracconaggio, disboscamento, accesso non autorizzato e fuochi pirotecnici) per poterle prevenire e combattere in 18 Paesi in tutto il mondo, tra cui Grecia, Cile, Costa Rica, Malesia e Filippine. Inoltre, il monitoraggio prolungato dei suoni, consente di effettuare studi sulla biodiversità e sulle specie animali, utili a stimare l’impatto delle attività umane sull’ambiente.
“Siamo orgogliosi di essere riusciti a portare questo progetto in Italia. Un Paese che, oltre al patrimonio artistico e culturale per cui è ben noto nel mondo, possiede una ricchezza naturalistica immensa e variegata, che va preservata con cura” interviene Luigi De Vecchis, Presidente di Huawei Italia “Noi di Huawei sviluppiamo innovazione tecnologica per costruire un mondo migliore e siamo convinti che quest’ultima possa svolgere un ruolo fondamentale al servizio di obiettivi come il benessere della società, la sostenibilità economica e la tutela dell’ambiente. Lavorare al fianco del WWF e con le istituzioni locali, ci permette di dare il nostro piccolo contributo tecnologico aiutando a proteggere parte della natura di questo nostro bel Paese”. Attraverso TECH4ALL Huawei porta avanti progetti di inclusione e sostenibilità in tutto il mondo sfruttando il potenziale delle tecnologie digitali per realizzare cambiamenti concreti: connettere le popolazioni che abitano nelle aree più remote del mondo, contribuire allo sviluppo delle comunità più svantaggiate attraverso la formazione, garantire accesso all’istruzione e ai servizi sanitari a tutti e difendere il pianeta.
Monitoraggio e analisi avanzate per tutelare il patrimonio naturale dalle attività umane
L’Italia è uno dei paesi più ricchi in biodiversità di tutta Europa ma, allo stesso tempo, presenta anche uno dei più alti tassi di criminalità ambientale e di attività a danno della fauna selvatica del Vecchio Continente. E il WWF è da sempre in prima linea nella conservazione della biodiversità con un sistema di aree protette che comprende oggi ben 100 Oasi. Dei 45 dispositivi che verranno installati nelle tre Oasi, 10 denominati “Guardiani della Natura” registreranno i suoni fino a 3 km di distanza per inviare allarmi in tempo reale alle guardie WWF; gli altri 35, denominati “Edge Audiomoth”, lavoreranno offline immagazzinando i suoni di questi ecosistemi, il cui studio permetterà di ampliare le attuali conoscenze sulla biodiversità e di analizzare il comportamento delle specie faunistiche presenti al fine di effettuare una stima della loro presenza e dell’impatto dei cambiamenti ambientali e delle attività umane.
Questi studi verranno effettuati anche analizzando i suoni di altre 9 Oasi (Cesine, Valpredina, Valle Averto, Ghirardi, Monte Arcosu, Valtrigona, Capo Rama, Gole del Sagittario e Levadina) che il WWF ha selezionato sulla base della loro ricchezza e diversità biologica: dalle praterie alpine alle coste rocciose della Sicilia, permettendo di raccogliere preziose informazioni su una serie di specie animali e condizioni ambientali molto diverse tra loro ma tutte altamente rappresentative della biodiversità italiana.
“Iniziative come questa ci consentono di affiancare ai tradizionali metodi di studio della biodiversità modalità innovative di rilevamento, che consentiranno di conoscere sempre meglio il patrimonio naturale tutelato dalle nostre Oasi e di intervenire prontamente in caso di attività illegali a suo danno, mettendo a disposizione delle autorità competenti un approccio integrato, che speriamo possa essere presto replicato in altre aree protette italiane” aggiunge Marco Galaverni, Direttore Programma e Oasi di WWF Italia.