L’incrocio di IoT e Intelligenza Artificiale oggi prende il nome di AIoT (Artificial Intelligence of Things). Per capire l’incidenza di questo insieme di tecnologie sul mondo delle imprese è sufficiente osservare alcuni dati. Per quanto riguarda il mercato IoT, Statista prevede che nel 2024 toccherà a livello globale la cifra monstre di 1.387 miliardi di dollari. Sul versante invece dell’Intelligenza Artificiale, l’AI Outlook 2024 realizzato dagli analisti di Moody’s sostiene che la spesa totale per i sistemi AI crescerà dai 76 miliardi di dollari del 2023 a 521 miliardi nel 2027. In particolare, la parte riservata all’AI generativa salirà dai 19 miliardi di dollari dello scorso anno (11% della spesa totale) a 151 miliardi nel 2027 (29% della spesa).
L’agenzia di rating americana prevede una diffusione dell’Intelligenza Artificiale in più fasi: fino al 2026, i principali interessati saranno anzitutto i produttori di software e di semiconduttori. Successivamente, la diffusione dell’AI investirà un’ampia gamma di settori, che oltrepasseranno quello delle infrastrutture. Tra questi, i media, l’automotive, la manifattura e il comparto bancario-assicurativo. Guardando all’Italia, l’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano ha appurato di recente che il mercato dell’AI nel 2023 ha segnato un +52%, raggiungendo un valore pari a 760 milioni di euro. Indice del fatto che il fenomeno è fortemente presente anche nel nostro paese con una quota significativa (29%) legata a soluzioni per analizzare ed estrarre informazioni dai dati.
AIoT, i vantaggi della convergenza tra AI e IoT
La confluenza dei due mondi è all’origine di grandi aspettative. “L’unione tra AI e IoT non rappresenta un semplice aggiornamento incrementale, ma detiene la chiave per sbloccare maggiori efficienze operative, migliorare l’esperienza del cliente e ottenere maggiori guadagni di produttività in diversi settori”. È quanto si legge nel report 2024 realizzato da Telenor IoT e Omdia dal titolo Navigating the Perfect Storm: AIoT to emerge as the defining enabler of digital transformation. Il report, sulla scorta di una survey condotta da Omdia stessa su oltre 500 aziende che operano nell’IoT, sottolinea la necessità per le imprese di accedere a dati tempestivi e di alta qualità da sfruttare in ottica strategica. Una necessità che può trasformarsi in valore per il business se non si limita alla mera raccolta di dati. Occorre in sostanza che sia abbinata alla capacità di elaborazione propria dell’Intelligenza Artificiale.
“L’obiettivo essenziale dell’uso dell’AI – si legge ancora nel rapporto – è quello di trovare pattern nei dati e di eseguire l’analisi per estrarre insight significativi per l’azienda o per automatizzare i compiti, migliorando così i processi decisionali”. L’analogia adoperata nello studio per far comprendere i rispettivi ruoli di IoT e AI nell’AIoT è quella del corpo umano. L’Internet of Things fungerebbe da sistema nervoso centrale, responsabile della raccolta dei dati e della trasmissione di queste informazioni attraverso la sua rete. L’Intelligenza Artificiale sarebbe invece il cervello che prende queste informazioni, le analizza e decide come rispondere. È dalla loro convergenza che deriva l’efficacia complessiva dell’AIoT.
Dalla Smart City e alla manutenzione predittiva
L’AIoT può diventare un fattore abilitante per le Smart City ai fini del miglioramento dell’efficienza energetica, della riduzione dell’inquinamento e dell’ottimizzazione del traffico. L’aumento esponenziale del numero di sensori e della mole dei dati generati nelle aree urbane rende infatti essenziale un’elaborazione affidata a sistemi di Intelligenza Artificiale. È anche vero che, almeno in Italia, il 90% del mercato dell’Intelligenza Artificiale è dovuto alle grandi imprese. Il resto è suddiviso in modo equilibrato tra PMI e Pubblica Amministrazione. I progetti di Smart City che vedono impegnata la PA, quindi, al momento sono meno diffusi di quelli portati avanti nel privato.
Nel mondo produttivo, uno degli esempi più ricorrenti in cui l’impiego dell’AIoT appare assai promettente è quello che si riferisce alla predictive maintenance, cioè alla manutenzione predittiva. Soprattutto nei contesti di Industry 4.0, l’IoT consente di accedere al monitoraggio in tempo reale di vari asset e impianti. Se si aggiungono tecnologie che afferiscono all’AI, come il machine learning, il loro ricorso permette di identificare precocemente anomalie e, di conseguenza, di anticipare i guasti alle attrezzature prima che causino fermi macchina. L’AI associata all’IoT in questo caso non solo innesca automaticamente le azioni appropriate da intraprendere per prevenire malfunzionamenti, ma garantisce che le ispezioni manuali vengano effettuate solo quando necessario. Con un’indubbia riduzione in termini di spese per attrezzature e personale.
Le applicazioni nelle infrastrutture: il caso Franchetti
In realtà la manutenzione predittiva può essere applicata anche al fuori degli stabilimenti, del manifatturiero o, più in generale, di Industry 4.0. Il Gruppo Franchetti, ad esempio, è un’azienda quotata sul segmento Euronext Growth Milan di Borsa Italiana specializzato nel campo della gestione, diagnostica e manutenzione di infrastrutture, con particolare riguardo a ponti e viadotti. Fondato nel 2013 ad Arzignano, in provincia di Vicenza, possiede controllate in Brasile e Canada, oltre a essere presente in Usa e India.
Attualmente sono più di 40 mila i ponti e i viadotti che hanno beneficio dei suoi servizi che si articolano in due principali linee di business. Da una parte, si collocano quelli di diagnosi e terapia per la manutenzione delle infrastrutture con ispezioni e valutazioni, progettazione degli interventi e direzione dei lavori. Dall’altra, ci sono i servizi ICT di programmazione predittiva della manutenzione. All’interno di questi ultimi, la società ha sviluppato due software proprietari che sfruttano le potenzialità congiunte di AI e IoT per stimare il ciclo di vita dell’infrastruttura e programmare al meglio gli interventi manutentivi da fare. Segno che per scoprire che cosa sia l’AIoT concretamente non bisogna oltrepassare i nostri confini nazionali.