Grazie a un innovativo progetto ispirato alla lettura delle onde cerebrali, l’italiano Sebastiano Galazzo ha conquistato il primo premio al MVP Global Summit tenuto da Microsoft a Seattle negli scorsi giorni, attirando curiosità e interesse per i possibili sviluppi in vari campi, dallo sport all’assistenza, dai videogiochi all’entertainment.
Attraverso il programma MVP (Most Valuable Professional), Microsoft intende da qualche tempo mostrare il proprio riconoscimento a chi partecipa alle community indipendenti accettando di condividere passione, esperienza, tecnica e competenza sulle proprie tecnologie. Quel mondo che si rivela anche uno dei canali più efficaci in termini di immagine, nel caso della società di Redmond raccoglie attualmente più di 4.000 adesioni su scala mondiale in rappresentanza di oltre 90 Paesi.
All’interno di questa community nascono e crescono idee di ogni natura, in grado di sfruttare la tecnologia per nuove applicazioni e fornire impulsi alla ricerca, con la speranza da parte dei diretti interessati di attirare l’attenzione da parte di possibili investitori. Anche se non il principale, questo è uno degli obiettivi di MVP Showcase, l’appuntamento con il quale Microsoft ha radunato a Seattle 65 progetti nell’ambito del Global Summit.
Tra loro, anche un rappresentante italiano, la cui soddisfazione per veder selezionato il proprio progetto “Brain-wave analysis through mobile EEG” è stata superata solo dalla notizia di essere premiato come migliore in assoluto. «L’idea era lavorare intorno alla lettura delle onde cerebrali, una cosa del tutto diversa e molto più concreta dalla fantascientifica lettura del pensiero – ci spiega Sebastiano Galazzo, il vincitore di MVP Showcase 2014 -. Ho realizzato un semplice sistema che si indossa e attraverso un sensore collocato sulla fronte analizza i segnali elettrici in arrivo dal cervello per associarli a pattern in base ai quali attribuire un significato».
Frutto di studi nel campo dell’elaborazione delle immagini e dell’intelligenza artificiale, combinati con grande passione e desiderio di sperimentare nell’ambito Mobile, il sistema ha già raggiunto risultati interessanti in alcuni settori mirati. «Sono partito dal tiro a volo, disciplina nella quale mi cimento e quindi conosco bene – prosegue Galazzo -, dove da test effettuati sui tiratori siamo riusciti a individuare elementi legati all’emotività attraverso pattern cerebrali, in grado di far prevedere l’esito di un colpo».
Per dare un’idea della portata del progetto, torna utile sapere dell’interesse manifestato dalla Federazione internazionale Tiro a Volo per seguirne meglio gli sviluppi e migliorare la preparazione degli atleti. Il futuro della soluzione è però ben più ampio. «Dal semplice gioco iniziale che muoveva una lumaca, siamo presto arrivati a studiare potenzialità di ben altra portata – sottolinea il vincitore -. La prima cosa che mi viene in mente, è offrire una possibilità ai malati di SLA o in generale a tutti coloro che incontrano difficoltà a comunicare. Quando per esempio viene riconosciuta una certa onda cerebrale, si può muovere il puntatore su uno schermo, oppure associare una selezione a un movimento delle palpebre”.
Obiettivi ambiziosi, chiamati a fare i conti con aspetti umani delicati quando di mezzo ci sono persone inferme, ma anche con la burocrazia tipica italiana. Per questo, nell’immediato le possibilità appaiono più legate al mondo dei videogiochi o all’entertainment. A prescindere dal settore particolare, in favore di un qualsiasi sviluppo, in questo caso gioca anche un aspetto importante. «Il sistema nell’insieme arriva a costare poche centinaia di euro, soprattutto per il casco con il sensore, dal momento che il controllo avviene via smartphone in modalità Bluetooth. Parliamo certamente di un contesto che solleva ancora tanta diffidenza, ma per buona parte da esplorare e con grandissime potenzialità».
Più in generale, la vittoria italiana all’MVP Global Summit può essere interpretata al tempo stesso come dimostrazione delle grandi potenzialità locali in tema di inventiva e spirito di iniziativa, ma anche della difficoltà nel trovare un adeguato terreno fertile. «Resto un semplice impiegato, tutto questo è stato realizzato nel tempo libero con risorse personali e non è uno sforzo da poco – conclude Galazzo -. Non sempre si trova un mestiere dove esprimere al meglio le proprie competenze, e io non avuto altra scelta che procedere in proprio, ma sinceramente mi auguro che ora possa cambiare qualcosa. L’orgoglio in momenti come questo è tanto ma preferirei trovare qualcuno disposto a investire, in modo da non dover togliere più tempo alla mia famiglia».
Per Galazzo tra l’altro non è il primo premio in ambito tecnologico: lo scorso marzo ha vinto anche lo Smau Mob App Award nell’edizione romana, nella categoria Utility, Strumenti e Produttività, con una App basata su HDR, una tecnica fotografica avanzata che permette di creare un’immagine ad alto range dinamico componendo più scatti a diverse esposizioni.