L’Anas doterà i suoi 3000 addetti all’ispezione e alla sorveglianza delle strade di iPad, per snellire ed accelerare tutto il processo di manutenzione e pronto intervento sugli oltre 20.000 km di rete stradale nazionale (di cui 1300 di autostrade e raccordi autostradali), dei quali l’azienda del Ministero dell’Economia si occupa in termini di esercizio, manutenzione, progettazione e costruzione.
Si tratta di un progetto particolarmente innovativo nell’ambito pubblico, che permetterà appunto ai cantonieri dell’Anas di diventare «gli occhi della sala operativa sul territorio, perché con il tablet possono inviare in tempo reale video e foto», spiega Pierluigi De Marinis, Direttore Centrale dei Sistemi Informativi e Impianti di Anas, artefice dell’iniziativa e vincitore del premio CIONet Italia Award 2014 nella categoria Technology Driven.
«Anas non è considerata un’azienda tecnologicamente evoluta – continua De Marinis -. Ma in realtà stiamo facendo passi notevolissimi, nonostante i vincoli di budget». Lo conferma appunto quest’iniziativa di Work Force Automation basata sugli iPad, partita lo scorso autunno e mirata a rendere più efficiente il lavoro delle persone su strada: per fare un esempio, ora il cantoniere può fotografare una buca, inviare la segnalazione alla sala operativa, ricevere in tempo reale le istruzioni per l’intervento, compilare il rapporto. Il tutto resta tracciato e viene arricchito dalla georeferenziazione, senza passaggi di carta.
Ma perché proprio l’iPad e non un tablet “rugged”, più robusto e adatto a questo tipo di interventi? Sono state sviluppate App dedicate, già pensate in ottica multipiattaforma, per prepararsi al futuro nel caso si decidesse di introdurre altri device, spiega De Marinis, ma il progetto è partito con l’iPad «perché è un prodotto “cool”, e sono sicuro che i cantonieri lo conserveranno come un gioiello perché lo possono portare a casa per uso personale: infatti durante la sperimentazione non ne è stato danneggiato neanche uno».
Inoltre si tratta di una scelta che riflette anche l’attenzione al change management: un aspetto cruciale poiché le persone coinvolte erano abituate a lavorare senza supporti tecnologici da molti anni. «La nostra organizzazione è definita per legge – specifica il manager -, quindi il cambiamento è particolarmente difficile: l’abbiamo affrontato in modo molto strutturato, con il supporto del Cefriel, raccogliendo le idee dei cantonieri».
Quanto infine ai costi, lo sviluppo di Mobile App si è rivelato molto più economico – fino a 5 volte – rispetto a un classico sviluppo di applicazioni software, il che, conclude De Marinis, ha permesso anche di ridisegnare l’interfaccia dopo la prima release senza compromettere il budget dell’iniziativa.