Ci legherà i polsi (anzi: al polso) con le sue centinaia di notifiche al giorno oppure velocizzerà, semplificandola, la nostra interazione con lo smartphone? Difficile a dirsi, ma una cosa è certa: l’Apple Watch, ancora prima di uscire (la commercializzazione è prevista per il 24 aprile, in Italia forse per i primi di maggio), sta già scardinando le regole a cui, spesso faticosamente, il mondo degli sviluppatori e la comunità del business in generale avevano aderito dopo che da Cupertino era partita la prima grande rivoluzione della user experience in ambito mobile: l’iPhone.
Display molto più piccoli, con casse da 38 a 42 mm a seconda della versione, una nuova interfaccia nata dalla combinazione della ghiera-selettore e dello schermo sensibile all’intensità della pressione, inedite modalità di comunicazione e condivisione con gli altri utenti rappresentano il framework su cui gli addetti ai lavori stanno già lavorando per sviluppare servizi in chiave wearable. Però le frontiere verso le quali potrà spingersi il mondo delle app di ultima generazione, dai pagamenti digitali all’entertainment fino ai servizi di infomobilità e geolocalizzazione sono ancora tutte da immaginare.
Nel frattempo, c’è chi si porta avanti: Instagram, che si era tenuta alla larga dai Google Glasses e dal Galaxy Gear di Samsung, ha annunciato il lancio di una applicazione specifica per l’orologio di Cupertino, grazie alla quale sarà possibile ricevere le notifiche sulle attività dei propri contatti attivi sulla piattaforma social di proprietà di Facebook. E così hanno fatto Uber e persino Yahoo, mentre per il momento Google rimane alla finestra e non muove un passo da Android Wear, il sistema operativo che Mountain View ha sviluppato per gli oggetti indossabili e rispetto al quale ha appena promesso un importante aggiornamento.
Ma sull’Apple Watch ci sarà fin dall’inizio anche Booking.com, con la prima applicazione dedicata al turismo e alla prenotazione di strutture ricettive on line. In realtà dal super orologio non si potrà fare molto, se non ricevere aggiornamenti sullo stato della propria prenotazione o di altri componenti accessori del servizio, ma per il top management della società si tratta solo del primo passo per attivare più avanti nuove leve di marketing in chiave push, volte a instaurare un’ulteriore forma di dialogo con il consumatore finale.
Allo stesso modo la pensa Sas, la compagnia aerea scandinava che non ha perso tempo a sbarcare sul device: informazioni personalizzate sul volo in partenza e altre notizie utili per il viaggio verranno proiettate direttamente sul piccolo display al polso e, auspicabilmente, proprio nel momento in cui servono. Nella shortlist delle app pronte per l’Apple Watch ci sono pure l’ultim’ora di CNN e Instapaper sul fronte delle news, Shazam, che permetterà agli utenti di riconoscere brani musicali senza dover estrarre lo smartphone, Endomondo e RunKeeper, che si aggiungono alle funzioni per il fitness già presenti sul device, e una serie di software estension per il controllo di videogame che vanno per la maggiore sul Melafonino, da Modern Combat Blackout 5 a Fifa 15 passando per Forza Football.
Rispetto alla produttività si possono segnalare OneDrive per lo storage di foto, Trello e sì, persino PowerPoint. Anche in questo caso, però, le funzionalità sono limitate: fondamentalmente dall’Apple Watch si potranno controllare le slide proiettate durante una presentazione. Stando al sito specializzato Macrumors.com sono circa mille le app già approvate per il dispositivo, ma al momento non è ancora noto se ci sono prodotti realizzati da sviluppatori italiani.
La partita forse più importante rimane comunque quella dei pagamenti contactless. Grazie alla tecnologia NFC, l’Apple Watch diventa un tramite per le transazioni attraverso Apple Pay anche per i possessori di iPhone 5 (al momento sono solo il 6 e il 6 plus i telefoni di Cupertino dotati del supporto Near Field Communication), ma soprattutto innesca un fenomeno di emulazione a cavallo di tech company e brand più tradizionali di orologi, che si sentono chiamati a pieno titolo nell’agone per diventare l’estensione preferita (e di maggior tendenza) per il proprio smartphone: se i colossi del Far East stanno già dando battaglia con prodotti analoghi, Swatch, titolare dei marchi Tissot, Longines e Omega, ha infatti reso noto il proprio impegno per la creazione di un orologio equipaggiato con l’NFC. Sembra proprio che anche da questo punto di vista ci troviamo all’alba di un nuovo mercato che sorge nel nome dell’ibridazione.