Arduino colpisce ancora. Il team italiano che ha ideato la piattaforma open source per lo sviluppo “fai-da-te” di oggetti intelligenti, intorno alla quale è nata una community di migliaia di “maker” in tutto il mondo, ha dato il via a un nuovo progetto, stavolta in ambito “smart home”.
Il 20 febbraio è stata infatti aperta per la prima volta ai visitatori Casa Jasmina, un “open source connected apartment” situato a Torino in via Egeo, nello stesso capannone che ospita, oltre a Officine Arduino – il braccio italiano di Arduino -, anche Toolbox Coworking, che offre spazi e uffici per il lavoro autonomo, e Fablab Torino, un laboratorio sperimentale di “fabbricazione digitale” dotato di stampanti 3D e macchine a taglio laser. Casa Jasmina è un progetto pilota di due anni di “Smart Home”, o come lo definiscono gli ideatori “Internet of Things in the Home”, ma integrato con un’eccellenza più tradizionale del Made in Italy: il design di interni e di arredamento, da cui l’altra definizione “open source di lusso”.
L’obiettivo è realizzare uno showroom o “living lab”, in pratica un vero e proprio appartamento “smart”. Le funzioni di Casa Jasmina nelle intenzioni degli ideatori sono molteplici. Oltre a essere una dimostrazione concreta di come sarà un appartamento connesso tra dieci anni, vuole essere uno spazio di sperimentazione “real world” di prototipi di oggetti connessi e progetti innovativi di IoT e di “fabbricazione digitale”, e uno spazio espositivo dei migliori manufatti e best practice sviluppati. Ma svolgerà anche le sue funzioni “primarie” di casa, per alloggiare ospiti occasionali di Toolbox, Officine Arduino e Fablab Torino, nonché chiunque voglia sperimentarlo, visto che Casa Jasmina verrà resa disponibile anche su Airbnb.
«Stiamo mettendo a punto Casa Jasmina con l’idea di farne un punto di riferimento per le tecnologie della casa di domani: in un certo senso è un incubatore», ha detto Massimo Banzi, cofondatore del progetto Arduino, al recente Cisco Internet of Everything Italian Forum a Milano. Uno dei protagonisti del progetto è il noto scrittore di fantascienza e futurologo Bruce Sterling, uno dei padri del genere “cyberpunk”, che farà da “padrone di casa” insieme alla moglie Jasmina Tesanovic, che ha dato il nome al progetto.
Sul blog del sito del progetto Sterling ha scritto una sorta di “manifesto”, dove tra l’altro si legge: «Stiamo cercando sponsor, consulenti, sviluppatori e inventori, queste sono le cose di cui abbiamo bisogno: un giardino sulla terrazza, perché siamo in Italia e vogliamo vedere piante e fiori crescere, sbocciare e prosperare; un’area studio con biblioteca, corredata da illuminazione intelligente e “materiale” culturale che parli dei valori del Made in Italy; installazioni di “electronic art”, una guida di Torino basata sull’IoT per i nostri ospiti stranieri; una cucina funzionale con pietanze buone, sane ed ecologiche tra cui quelle di Slowfood; mobili e giocattoli per bambini, che dovranno declinare l’IoT per gli abitanti più piccoli della casa, che non sono “power user” e non interagiscono con gli strumenti di controllo; e ovviamente sistemi di domotica (controllo della temperatura, dell’acqua, dell’uso dell’energia), elettrodomestici intelligenti, e tutto l’occorrente per fare feste, perché una casa anche nel futuro dovrà sempre essere pronta a intrattenere gli ospiti».
Dopo l’inaugurazione di venerdì 20, nel weekend successivo Casa Jasmina ha ospitato il suo primo workshop, intitolato “ÖSCÖLA, open source connected lamp”, per sperimentare tecnologie IoT per l’illuminotecnica domestica. I partecipanti hanno sviluppato il proprio modello di lampada e insieme a Jesse Howard, designer dal Colorado trapiantato in Olanda, Stefano Paradiso, coordinatore del Fablab, e Lorenzo Romagnoli, responsabile del progetto Casa Jasmina, li hanno realizzati concretamente con gli strumenti della “digital fabrication”.