L’Internet of things è la tendenza del momento nell’ICT, e uno dei motivi per cui anche l’Italia è citata a livello internazionale in quest’ambito è Arduino, la piattaforma open source per lo sviluppo “fai-da-te” di oggetti intelligenti ideata a Ivrea da un team capitanato da Massimo Banzi. Intorno ad Arduino è nato un ecosistema di migliaia di “maker”, studenti e sviluppatori in tutto il mondo, e tutto il mondo ne parla, da “guru” come Chris Anderson e Jeremy Rifkin, a colossi hi-tech come Intel.
Negli anni naturalmente il lavoro di Arduino continua, e uno degli ultimi sviluppi è Casa Jasmina, la cui presentazione ufficiale è in programma a Torino proprio in questi giorni: il 20 febbraio, in occasione del terzo compleanno di Officine Arduino, il “braccio” italiano di Arduino. Si tratta di un progetto pilota di due anni di “Smart Home”, o come lo definiscono gli stessi ideatori “Internet of Things in the Home”, ma integrato con un’eccellenza più tradizionale del Made in Italy: il design di interni e di arredamento. Per questo Casa Jasmina è anche definita “open source di lusso”.
Il progetto è incentrato sulla realizzazione di uno showroom o “living lab”, in pratica un vero e proprio appartamento “smart”, in un capannone nell’ex distretto industriale torinese di via Egeo che già ospita, oltre a Officine Arduino, anche Toolbox Coworking, che offre spazi e uffici per il lavoro autonomo, e Fablab Torino, un laboratorio sperimentale di “fabbricazione digitale” dotato di stampanti 3D e macchine a taglio laser.
Casa Jasmina
Le funzioni di Casa Jasmina nelle intenzioni degli ideatori sono molteplici. Oltre a essere una dimostrazione concreta di come sarà un appartamento connesso tra dieci anni, vuole essere uno spazio di sperimentazione “real world” di prototipi di oggetti connessi e progetti innovativi di IoT e di “fabbricazione digitale”, e uno spazio espositivo dei migliori manufatti e best practice sviluppati. Ma svolgerà anche le sue funzioni “primarie” di casa, per alloggiare ospiti occasionali di Toolbox, Officine Arduino and Fablab Torino, nonché chiunque voglia sperimentarlo, visto che Casa Jasmina verrà resa disponibile anche su Airbnb.
«Stiamo mettendo a punto Casa Jasmina con l’idea di farne un punto di riferimento per le tecnologie della casa di domani: in un certo senso è un incubatore», ha detto Massimo Banzi, cofondatore del progetto Arduino, al recente Cisco Internet of Everything Italian Forum a Milano. Uno dei protagonisti del progetto è il noto scrittore di fantascienza e futurologo Bruce Sterling, uno dei padri del genere “cyberpunk”, che farà da “padrone di casa” insieme alla moglie Jasmina Tesanovic, che ha dato il nome al progetto.
Sul blog del sito del progetto Sterling ha scritto una sorta di “manifesto”, dove tra l’altro si legge: «Stiamo cercando sponsor, consulenti, sviluppatori e inventori, queste sono le cose di cui abbiamo bisogno: un giardino sulla terrazza, perché siamo in Italia e vogliamo vedere piante e fiori crescere, sbocciare e prosperare; un’area studio con biblioteca, corredata da illuminazione intelligente e “materiale culturale” che parli dei valori del Made in Italy; installazioni di “electronic art”, una guida di Torino basata sull’IoT per i nostri ospiti stranieri; una cucina funzionale con pietanze buone, sane ed ecologiche come quelle di Slowfood; mobili e giocattoli per bambini, che dovranno coniugare l’IoT per gli abitanti più piccoli della casa, che non sono “power user” e non interagiscono con gli strumenti di controllo; e ovviamente sistemi di domotica (controllo della temperatura, dell’acqua, dell’uso dell’energia), elettrodomestici intelligenti, e tutto l’occorrente per fare feste, perché una casa anche nel futuro dovrà sempre essere pronta a intrattenere gli ospiti».
Alla fine l’obiettivo, ha sottolineato Benzi, è sperimentare l’interazione delle persone con le tecnologie più innovative nel quotidiano domestico per un lungo periodo, «per capire se le pessimistiche previsioni di Sterling hanno fondamento o no».