Il costo della connettività si è ridotto di 40 volte rispetto a 10 anni fa, del 25% si è ridotto quello dello storage aziendale. A questa tendenza al ribasso dei prezzi dell’hardware, però, fa da contraltare una crescita esponenziale nella quantità di dati che transitano lungo i network aziendali.
La rivoluzione Internet of Things ha investito tutti i settori, dall’agricoltura al manifatturiero. Gli oggetti connessi producono un quantitativo smisurato di dati, sia strutturati che non. File audio, video e immagini sono in grado di offrire una miriade di risposte ai quesiti dei manager. Ma occorre disporre della capacità elaborativa sufficiente a processare i Big Data senza che questo si rifletta in un calo di prestazioni per tutta la rete del data center. I dati destrutturati, in particolare, richiedono notevoli risorse per essere processati, elaborati e “capiti” dai sistemi IT aziendali. Ne sa qualcosa Intel che da anni ha iniziato a indirizzare il design dei suoi microchip sulla base delle peculiarità degli ambienti IoT. Come l’Atom E3900, presentato ufficialmente oggi. L’E3900 è stato progettato dagli ingegneri Intel per supportare nativamente le applicazioni IoT: ««La nostra offerta copre per intero i bisogni IoT delle imprese – spiega Jonathan Luse, General Manager, IoT Planning and Product Line Management di Intel -. Si va dai processori per i database, come lo Xeon, a quelli per gli ambienti di fog computing e le data analytics in locale, che fanno perno sulle caratteristiche delle famiglie Atom, Core e Xeon, per arrivare fino all’IoT vero e proprio, con le performance ottimizzate dei nostri Atom e Quark».
Un segmento, quello IoT, che assume un ruolo sempre più centrale nella strategia del gigante dei processori. Una conferma arriva dalle performance finanziarie relative al terzo trimestre del 2016, presentati qualche giorno fa. Risultati che vedono un fatturato in crescita del 9% rispetto al Q3 del 2015, arrivando a quota 15,8 miliardi di dollari. Merito soprattutto delle buone performance ottenute dalle divisioni Client Computing Group (+5%) e Data Center Group (+13%). Ma merito più che altro della “volata” del fatturato generato dalla divisione Internet of Things, che fa registrare un +20% rispetto al secondo trimestre di quest’anno e un +19% anno su anno.
Intel ha identificato 2.500 workload per i quali l’Atom E3900 è ottimizzato: si va dalle transazioni
nel retail ai wearable, per arrivare fino alla gestione ottimizzata delle cartelle sanitarie. Il colosso dei processori ha in mente, in particolare, tre industrie nelle quali il nuovo processore è in grado di fare la differenza. L’automotive, anzitutto, dove potrà essere impiegato all’interno di cruscotti intelligenti, telecamere e sistemi di infotainment delle smart car. Il manifatturiero, dove potrà equipaggiare le telecamere industriali e i sistemi PLC (Programmable Logic Controller) evoluti. Infine, il segmento video, dove potrà essere integrato nelle telecamere IP (che oggi hanno sorpassato, in termini di vendite, quelle analogiche) e, in generale, nei sistemi digitali di videosorveglianza e sicurezza.
Rispetto al top di gamma della generazione precedente, l’E38XX, l’Atom E3900 spicca per le migliori performance della CPU (miglior I/O); del media processing – con prestazioni quasi raddoppiate a livello grafico e l’aggiunta del supporto alla risoluzione 4K – e del processing delle immagini. Include, infatti, un image processor dedicato, utile in particolare per ottimizzare le prestazioni durante le attività di codifica e decodifica preservando la CPU.
L’E3900 supporta la tecnologia proprietaria Intel TCC (Time Coordinated Computing), che abilita una sincronizzazione in tempo reale tra i microsocket di diversi device e oggetti smart. Sarà, quindi, possibile coordinare le attività di molteplici device e robot in modo facile e sincronizzato, con un livello di precisione senza precedenti. Ecco perché rappresenta il processore ideale per le applicazioni mission critical dell’automotive e dell’industry 4.0. Un esempio? Basta pensare a quando c’è un’emergenza in fabbrica e parte un allarme e, nel giro di frazioni di secondo, tutta la linea della produzione deve essere fermata. Una risposta concreta a una delle più frequenti esigenze nell’ambito dei progetti Industria 4.0.
Oltre alle prestazioni, sono state migliorate anche le funzionalità di sicurezza: «La certezza dell’integrità dei dati e le funzionalità di sicurezza sono in cima alla lista dei desiderata dei nostri clienti e questo processore soddisfa appieno l’esigenza di assicurare una maggior protezione alle reti di oggetti interconnessi grazie, soprattutto, ai miglioramenti introdotti a livello di identificazione degli indirizzi IP», conclude il manager.
Disponibile per la vendita a partire dal primo trimestre del 2017, l’Atom E3900 avrà un prezzo compreso tra i 30 e i 50 dollari.
Industry 4.0 e tanta IoT nel presente e nel futuro di Intel
Vending machine sempre più intelligenti con l’IoT di Intel
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