Auto a guida autonoma, a che punto sono la ricerca e la sperimentazione su strada

La nuova tecnologia è ancora in fase di sperimentazione e suscita molti dubbi e perplessità. Vediamo di chiarire alcuni punti chiave, esaminando i progetti dei principali costruttori di automobili

Pubblicato il 10 Apr 2020

guida autonoma

Auto a guida autonoma, o “autonomous driving”: se ne parla tanto, ma sull’argomento  pochi hanno le idee chiare, anche perché le notizie che circolano sono spesso contraddittorie o imprecise. Vediamo di fare chiarezza e di sfatare alcuni luoghi comuni.

Cos’è e come funziona la guida autonoma (o guida assistita)

Che cos’è la guida assistita? Si tratta di un primo livello di guida autonoma che comprende l’autopilot. In pratica, il sistema non fa che agevolare il compito del conducente, consentendo alla vettura di sterzare, accelerare e frenare automaticamente nella propria corsia di marcia. Come può avvenire questo? Il sistema si avvale di una serie di videocamere che forniscono una visibilità a 360 gradi attorno all’auto e a sensori a ultrasuoni che rilevano attentamente gli oggetti (duri e morbidi) presenti intorno all’auto.

Veicoli su strada e sperimentazioni: lo stato dell’arte dell’auto a guida autonoma in Italia e nel mondo

La prima cosa da far notare è che le auto a guida autonoma non sono ancora su strada, poiché non hanno ancora raggiunto il grado di sicurezza e di collaudo richiesto dalle norme. Sono in atto alcune sperimentazioni, però. Le soluzioni finora proposte dai costruttori si attestano tra il Livello 2 e il Livello 3 di guida autonoma. Per poter parlare di vera autonomia di guida si dovrà arrivare al Livello 5. Più avanti vedremo a che punto sono le varie case automobilistiche.

I dubbi sulle vetture a guida autonoma sono ancora molti nell’opinione pubblica. Secondo uno studio di Deloitte, quasi un nostro italiano su tre (29% degli intervistati) ritiene le auto a guida autonoma non sicure, una percentuale in linea con le opinioni diffuse nel resto del mondo. È vero che, sulle vetture attualmente in sperimentazione, è previsto il coinvolgimento seppur minimo dell’uomo alla guida, quindi chi viaggia in queste auto deve rimanere vigile. Se parliamo di auto completamente autonome, però, le cose assumono un aspetto diverso. Un’auto a guida autonoma di livello 5 non comporterà l’intervento umano, eliminando tutti i fattori di errore e permettendo a chi viaggia a bordo di godersi il viaggio senza preoccupazioni e senza rischi. A garantire la sicurezza vi è un doppio sviluppo delle comunicazioni: di tipo V2V (da veicolo a veicolo) e di tipo V2X (da veicolo a segnali stradali e semafori intelligenti), che permetteranno alle autovetture, entro i prossimi dieci anni, di guidare da sole in tutta sicurezza. Secondo l’agenzia del Dipartimento dei Trasporti Usa, la diffusione di auto a guida autonoma contribuirà a far calare il numero degli incidenti dell’80% nei prossimi 15 anni.

Le auto a guida autonoma sono vulnerabili ai cyber attack? Sicurezza informatica e self driving cars

Ecco una delle altre fobie che avvolgono le auto autonome. Non c’è una reale evidenza di questo rischio, che non è maggiore di quello che corrono i veicoli tradizionali dotati di WiFi. È più semplice, infatti, avere accesso a una rete protetta soltanto da una password che superare le difese di un sistema complesso come quello delle auto a guida automatica. Un sistema che ha nel suo dna l’abitudine a “non fidarsi”, ad esempio, di un sensore che sta fornendo dati molto diversi da quelli raccolti dagli altri. Per prendere il controllo della guida della macchina, un hacker dovrebbe compromettere tutti i sensori allo stesso tempo e impadronirsi del controllo dell’unità centrale. In aggiunta a questo va detto che le case costruttrici di automobili si sono dotate di divisioni di cybersecurity e svolgono regolarmente test anti-hacker.

Connected car: come si comportano in caso di avverse condizioni meteo

Come si comportano le auto a guida autonoma in caso di pioggia o neve? I test effettuati dalle case costruttrici hanno evidenziato comportamenti difformi, il che significa che la guida autonoma potrebbe avere qualche problema in caso di asfalto particolarmente viscido. Grazie all’AI, però, si stanno sviluppando tecnologie che consentiranno ai veicoli di “imparare” a riconoscere le diverse condizioni meteo, garantendo una guida sicura in qualsiasi condizione. Sono stati sviluppati software che consentono alle auto di determinare la quantità di pioggia, adottare una guida più cauta quando la visibilità è scarsa e persino di accostare, se necessario, in caso di un forte temporale o di vento impetuoso.

Progetti ed esempi di guida autonoma dai grandi brand automotive (livello 4 e 5)

Connected car di Ford e Volkswagen

Iniziamo dall’alleanza tra Ford e Volkswagen, che ha dato vita alla piattaforma MEB di Volkswagen per le auto elettriche in collaborazione con Argo AI, una startup californiana fondata a novembre 2016 da un team di esperti provenienti da Google, Uber e dal National Robotic Engineering Center di Pittsburgh, Pennsylvania. Prima di Argo AI, in partnership con Ford, Volkswagen aveva puntato su Aurora, altra start up californiana fondata da fuoriusciti da aziende della Silicon Valley, in cui hanno investito anche Amazon, molti gruppi finanziari e, per ultimo, anche il gruppo FCA.

Auto a guida autonoma di BMW

Il progetto di auto a guida autonoma della tedesca Bmw si basa sulla piattaforma High Performance D3. Si tratta di un gigantesco data center situato a pochi chilometri da Monaco, realizzato per processare i dati provenienti dalle Serie 7 a guida autonoma che stanno girando da mesi negli Usa occidentali, in Germania, in Israele e in Cina. A fine 2019 le auto di test erano circa 140. La piattaforma D3 sarà sviluppata con il gigante tech cinese Tencent e DXC Technology, azienda nata nel 2017 dalla fusione di Hewlett Packard Enterprise Services e Computer Sciences Corporation.

Guida autonoma di Mercedes

Daimler-Mercedes si muove principalmente su due linee: la ricerca di start up innovative in cui investire, tramite il team di Startup Autobahn, e la collaborazione con partner storici come Bosch ZF, con la quale ha avviato test di Livello 4/5. Gli sforzi di Daimler per la guida autonoma riguardano anche i veicoli commerciali.

Automobili smart di Toyota

Toyota Lexus basa la sua strategia di guida autonoma sul Toyota Research Institute e Toyota AI Ventures, rispettivamente il centro ricerche interne e l’azienda del gruppo che cerca e finanzia le startup più interessanti. Negli ultimi due anni Toyota AI Ventures ha investito in 19 diverse startup, tra le quali May Mobility e altre nuove aziende che si occupano di guida autonoma.

PSA e macchine del progetto “Autopilot”

Il gruppo PSA ha un piano per la guida autonoma chiamato AVA – “Autonomous Vehicle for All“. Nell’ambito del progetto europeo Autopilot, a luglio è stata lanciata una nuova fase di test a Vigo, in Spagna, e a Saint-Arnoult-en-Yvelines, in Francia, in collaborazione con il partner locale Vinci Autoroutes. A gennaio erano iniziati i test in Cina.

Renault, Nissan e Mitsubishi e automobili senza conducente

L’alleanza formata da Renault, Nissan e Mitsubishi ha firmato recentemente un accordo con Waymo per lo sviluppo di servizi di mobilità a guida autonoma, ma ha anche un proprio programma per l’auto senza conducente. Renault è focalizzata sul car sharing a guida autonoma e sta collaborando con la società di trasporto pubblico Transdev, l’istituto di ricerca Irt SystemX e l’ente pubblico francese Vedecom. L’azienda francese, inoltre, partecipa al Paris-Saclay Autonomous Lab. Nissan ha annunciato l’accordo con MobilEye (di proprietà di Intel) per la fornitura di hardware per il sistema di guida assistita Nissan ProPilot 2.0.

Le auto a guida autonoma di General Motors

Il gruppo General Motors ha scelto di affidarsi a Cruise Automation per i propri progetti di guida autonoma. Nel 2018, anche Honda ha deciso di affidarsi a GM-Cruise con un investimento di 2,75 miliardi di dollari.

Jaguar Land Rover e le automobili intelligenti

Jaguar Land Rover, proprietà dell’indiana Tata, sta sviluppando le sue tecnologie di guida autonoma soprattutto nel Regno Unito in collaborazione con prestigiosi enti di ricerca e università, come quella di Cambridge, soprattutto per quanto concerne la realtà aumentata applicate alle auto. Il gruppo fa anche parte del consorzio UK Autodrive, che vede tra i partner RDM Group (specializzata nella costruzione di veicoli a guida autonoma), Ford, Horiba Mira (specializzata in sistemi di sicurezza per i trasporti e per la difesa) e Catapult. Con UK Autodrive, Jaguar Land Rover ha già posto in essere  i primi test su strada di alcune Land Rover a guida semiautonoma.

Uber, con ride hailing e autonomous driving

Partner principale di Geely-Volvo nella guida autonoma è Uber, il servizio di ride hailing che sta lavorando anche alle tecnologie di autonomous driving. Recentemente, a giugno 2019, le due aziende hanno annunciato di avere già pronto per la commercializzazione un veicolo a guida autonoma: un Suv Volvo XC90 equipaggiato con i sistemi sviluppati da Uber, in aggiunta ai sistemi di sicurezza attivi già previsti nel modello di serie. Tramite il Volvo Cars Tech Fund, poi, il gruppo investe in startup e società già affermate, come Luminar, specializzata nella costruzione di radar, lidar e altri sensori per le auto senza guidatore.

Autonomous car di Hyundai Kia

Anche il gruppo automobilistico Hyundai Kia ha scelto l’americana Aurora per sviluppare le tecnologie di guida autonoma, con l’obbiettivo di commercializzare la prima auto con il Livello 4 entro il 2021 e di raggiungere il Livello 5 nel 2030. Contemporaneamente il gruppo ha investito anche in altre startup, come l’israeliana Autotalks che sviluppa sistemi di guida connessa e sistemi V2X (Vehicle to Everything). Sia Hyundai che Kia hanno una flotta di auto autonome per i test, che vengono effettuati soprattutto in Corea del Sud.

Le auto elettriche a guida autonoma di Tesla

Tesla, costruttore di auto elettriche, produce un sistema di guida assistita chiamato “Autopilot”. Per molti anni si è affidata al gigante tech Nvidia per la fornitura dei chip di controllo del suo, ma l’ultima versione dell’hardware (la 3.0) è completamente fatta in casa e secondo il costruttore è dieci volte più potente.

Conclusioni sulle auto a guida autonoma nel 2020

Concludiamo questa carrellata sui costruttori automotive impegnati in progetti di auto a guida autonoma con un non-costruttore: Waymo del gruppo Alphabet-Google. È considerata la più avanti di tutte nella guida autonoma e ha già percorso oltre 16 milioni di chilometri su strade pubbliche, più di 16 miliardi con i simulatori. Nel tempo ha cambiato diversi partner industriali: Toyota, poi FCA e infine anche Jaguar. L’ultima mossa è l’accordo, firmato a fine giugno 2019, con il gruppo Renault-Nissan-Mitsubishi per la la mobilità autonoma on demand in Giappone e Francia.

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