Non solo Cloud, ma anche tanto IoT, tanti dati, tanto machine learning.
In occasione di re:invent, l’evento annuale dedicato a sviluppatori, client e partner, AWS ha rilasciato una serie di annunci che ridefiniscono e vanno a completare la sua offerta in ambito IoT, con due obiettivi in mente: in primo luogo raccogliere e valorizzare tutti i dati generati da sensori e dispositivi connessi, dall’altro rendere più semplice l’avvio di progetti che abbiano al cuore l’Internet delle cose.
L’idea alla base dei nuovi annunci è che vi sia bisogno di una maggiore capacità di agire e di scalare su un numero crescente di dispositivi e nel contempo di agire efficacemente sull’ancora più vasta quantità di dati che gli stessi dispositivi producono, con capacità analitiche specificamente pensate proprio per l’IoT.
Dall’Amazon Button a AWS IoT 1-Click: basta un bottone
Uno degli annunci più significativi di re:invent è AWS IoT 1-Click, al momento disponibile in preview.
Si tratta di una soluzione pensata proprio per facilitare l’avvio di progetti IoT, abilitando i dispositivi connessi ad alcune semplici funzioni. È un po’ lo stesso principio sul quale è stato sviluppato l’Amazon Button: un click per riordinare un prodotto, chiamare il supporto tecnico, tracciare la posizione di un oggetto.
L’attivazione è semplice e si gioca tutto su AWS Lambda: è sufficiente selezionare il dispositivo abilitato e associarvi la funzione Lambda desiderata. Per altro, AWS ha già preinstallato il codice necessario per l’esecuzione di azioni semplici, quali inviare un SMS oppure una email.
Per AWS c’è già un caso d’uso in test: il marketplace statunitense di prodotti farmaceutici iRemedy sta utilizzando AWS IoT 1-Click per le attività di riordino dei prodotti, associando per altro al servizio anche attività di reporting.
Nuovi servizi per migliorare le gestione dei dati
Ma l’attenzione di AWS si è focalizzata anche su quello che può essere definito un mal di testa per chi si occupa di progetti IoT: la gestione, la messa in sicurezza e l’analisi dei dati generati da un numero crescente di dispositivi.
Il problema, nella visione di AWS, è che spesso l’integrazione di soluzioni di terze parti presenta limiti sia in termini di sicurezza, sia in termini di compliance alle normative per la gestione dei dati. Non solo. Spesso gli strumenti per l’analisi dei big data sono di derivazione IT e non sono dunque pensati per un mondo come quello dell’IoT nel quale i dati sono non solo destrutturati, ma a volte lacunosi o corrotti.
Per questo, AWS ha sviluppato tre nuovi servizi che indirizzano queste problematiche.
Si parte con AWS IoT Device Management, già disponibile al momento dell’annuncio, che,come ben suggerisce il nome, si occupa dell’accettazione, dell’organizzazione, del monitoraggio e della gestione remota dei dispositivi IoT lungo tutto il loro ciclo di vita.
Questo vuol dire non solo nella fase di settaggio iniziale, ma che per tutti gli aggiornamenti, gli interventi di manutenzione, fino alla dismissione,
Il servizio include una console attraverso la quale i dispositivi possono essere registrati sia singolarmente sia in blocco. Sempre individualmente o in blocco è possibile aggiungere attributi, certificati e policy di accesso. I dispositivi possono essere tracciati, possono essere oggetto di interventi di troubleshooting da remoto, così come possono essere accesi, spenti, riavviati e aggiornati sempre a distanza.
Il tema della sicurezza è invece indirizzato da AWS IoT Device Defender, un servizio la cui disponibilità è attesa per la prima metà del prossimo anno. Si tratta, in questo caso, di un servizio che tiene costante il controllo sulle policy di sicurezza associate ai dispositivi, così da avvisare nel caso vengano a mancare i criteri di compliance. Il servizio consente di identificare i comportamenti anomali quali, ad esempio, l’apertura di porte che non dovrebbero essere abilitate, picchi di traffico o traffico proveniente da indirizzi IP sconosciuti.
Il tema degli analytics è infine indirizzato da un terzo servizio, anch’esso disponibile in preview: AWS IoT Analytics. Si tratta di un servizio gestito che pulisce, processa, memorizza e analizza i dati IoT. Anche in questo caso molta attenzione è stata posta sul tema della semplicità d’uso: l’utente deve identificare il dispositivo del quale si vogliono analizzare i dati, arricchendo i data set anche di metadati quali la posizione o le caratteristiche del dispositivo stesso. Il servizio dispone anche di funzionalità avanzate, che aiutano a comprendere le prestazioni del dispositivo e dunque predire possibili guasti o rotture.
Integrando IoT Analytics con la soluzione Aamazon QuickSight si arriva a lavorare sugli insights e sulla data visualization.
Tra i casi utente che stanno già testando i nuovi servizi, AWS cita Philips Healthcare, che ha portato nuove funzionalità di monitoraggio, controllo e analisi sui dispositivi medicali, in una logica di crescita di scala.
Portare in cloud i dispositivi a microcontroller
C’è un terzo ambito nel quale AWS ha portato la sua attenzione, sempre restando in tema IoT: la proliferazione di piccoli dispositivi che potrebbero essere connessi al cloud.
La riflessione di partenza è che se è vero che già ora esiste un numero crescente di dispositivi connessi, è altrettanto vero che esistono innumerevoli altri oggetti troppo piccoli per ospitare una CPU, ma già dotati di microcontroller. Questi dispositivi utilizzando FreeRTOS, un sistema operativo open source, che consente loro di eseguire semplici comandi. Il punto è che FreeRTOS non è stato progettato specificamente per l’IoT, dunque manca del requisito fondamentale per poter connettere al cloud anche questo tipo di dispositivi.
Per questo AWS ha rilasciato Amazon FreeRTOS, una soluzione che estende FreeRTOS con librerie software che facilitano la connessione di dispositivi piccoli e a basso consumo a servizi cloud come AWS IoT Core, oppure ai dispositivi edge e ai gateway che utilizzano AWS Greengrass.
È una soluzione pensata per gli sviluppatori che possono realizzare dispositivi con funzionalità IoT che includono possibilità di integrazione in rete, aggiornamenti OTA, cifrature, gestione dei certificati.
Tra le realtà che già hanno dichiarato il loro supporto ad Amazon FreeRTOS troviamo Microchip, NXP Semiconductors, STMicroelectronics, Texas Instruments, Arm, IAR, Percepio e WITTENSTEIN.