Le istituzioni e il mercato stanno superando un antico
pregiudizio, che considerava l’accesso ad Internet via
satellite costosissimo e poco prestante.
«Ma adesso bisogna che l’Italia ci creda davvero e
sfrutti l’opportunità delle reti satellitari avanzate per
dare internet veloce subito ad aziende che soffrono nel digital
divide. Per molte aree sottoservite potrebbe essere anche un
trampolino di lancio per l’arrivo, dopo, della fibra
ottica… », sostiene Achille De
Tommaso, 68 anni, 14 anni passati in Colt Telecom (dal
1997) e, da dicembre 2011 Amministratore Delegato di
Skylogic, multinazionale italiana con sede a Torino del
gruppo Eutelsat.
Cosa l’ha spinta ad accettare l’incarico di
Amministratore Delegato di Skylogic?
Ho visto che c’era un’opportunità importante nel
lanciare i servizi di nuova generazione di Skylogic che si
avvalgono della potente piattaforma satellitare costituita da
KA-SAT, il primo satellite europeo ad alta velocità per la
trasmissione dati integrata con una rete proprietaria in fibra di
25.000 km, che collega 10 teleporti in tutta Europa.
Si stima che ci siano ancora circa 30 milioni di case in
Europa del tutto prive di un accesso alla banda larga, o
provviste di un accesso limitato. Per queste case e per
sostenere la digitalizzazione del Paese, i servizi satellitari
come il servizio a banda larga Tooway, fornito da Skylogic,
costituiscono l’unica soluzione efficiente e disponibile
subito.
Ma c’è anche un altro aspetto, che viene
dall’esperienza fatta nella società Acquarius Logica, da
me fondata di recente. Una società di consulenza dedicata allo
scouting dell’innovazione in Italia. E ne ho vista tanta,
da noi, di innovazione. Ma mista, al solito, a scarsa capacità
di portarla sul mercato. Ebbene, ho accettato la carica in
Skylogic proprio perché in quest’azienda ho percepito una
forte capacità di innovazione tecnologica, abbinata, finalmente,
a una capacità di “fare mercato”.
Appunto: l’agenda digitale italiana sta per entrare
nella fase del fare. Per risolvere, tra l’altro, i ritardi
nelle infrastrutture a banda larga. Che ruolo può avere il
satellite?
Diciamolo chiaro e tondo: i soldi per i grandi obiettivi
dell’agenda digitale europea 2020 non ci sono. In
Italia come in molti Paesi d’Europa. Ma allora uno degli
obiettivi primari è quello di sfruttare, subito, quello che già
c’è, per la banda larga. Eutelsat ha investito 500 milioni
di euro, senza alcun aiuto pubblico, per una rete satellitare
integrata ad una in fibra, per servire tutta l’Europa e il
bacino del Mediterraneo.
Quindi, direi: vediamo per prima cosa se nuova fibra e Adsl sono
necessari dappertutto. Facciamo una pianificazione del
territorio. Scopriremmo che in alcune aree è possibile dare
banda larga adeguata, subito, con il wireless o con il
satellite…
In quali zone?
Ci sono distretti industriali, molti nel Nord, dove le
aziende se ne vanno per la mancanza della banda larga.
Magari sono pure coperte da Adsl, che però lì viaggia a
qualità infima. Allora dico: diamo subito connessioni
satellitari a queste zone. Ossigeno alle aziende. Il nostro
servizio Tooway può essere un cavallo di troia per far
sviluppare lì la domanda di banda larga e quindi creare le
condizioni di mercato per mettere poi la fibra. Solo quando
serve, però, senza sprecare i soldi.
Ovviamente nelle aree rurali il satellite è l’ideale,
rappresenta la soluzione principe. Il punto da ricordare è che
oggi il satellite ha ragione d’essere anche per aree
“sottoservite” dall’Adsl; come gran parte delle
aree suburbane. L’idea del satellite proponibile solo per
“casi disperati” è un’idea vecchia, che valeva
solo fin quando il satellite costava tanto. Ora non è più
così.
Ma allora quale potrebbe essere il ruolo dello Stato, in
ottica di agenda digitale, per dare il satellite alle aziende e
agli utenti?
Per prima cosa, c’è una questione di giustizia: in sede di
normativa europea, il satellite è già considerato tra le
tecnologie per banda larga proponibili per le sovvenzioni
pubbliche. In Italia però ci sono ancora Regioni che fanno
bandi, per la copertura digitale, senza includerlo tra le
possibilità. Secondo punto: a noi i terminali satellitari
costano 350 euro e al momento non li facciamo pagare
all’utente, quindi sovvenzioniamo noi la spesa. In futuro
forse non vorremo più finanziarlo completamente e allora
potrà essere utile che lo Stato in qualche modo ne
finanzi il costo all’utente. Il governo del Regno
Unito l’ha fatto, nelle zone rurali.
Il satellite si sta già diffondendo, comunque, in
Italia.
Sì: OpenSky, il nostro principale rivenditore, ha già migliaia
di clienti che crescono a ritmo costante. Questi sono
principalmente in zone di digital divide, ma sono distribuiti in
modo quasi omogeneo sul territorio. Solo circa il 18 per cento
dei nostri clienti è in aree rurali.
Le aziende per che cosa usano la connessione
satellitare?
Le aziende ordinarie semplicemente per navigare e per la posta
elettronica. Per chi fa scambio di file e back up possiamo dare
più banda in upload (le connessioni satellitari sono molto
flessibili). Un’azienda nostra cliente, per esempio, riceve
film nelle proprie sale cinematografiche via satellite. Altri ci
fanno anche video conferenze. Ma anche le applicazioni
cloud computing possono avere un’ottima sinergia con il
satellite. Il cloud richiede infatti copertura di tutti
i siti dell’azienda, per funzionare.
E il satellite potrebbe dare la sicurezza che il 100% dei siti
possono essere coperti, immediatamente. A parte l’accesso
ad internet, offriamo anche servizi aziendali via satellite
verticali, come la telemetria e la video sorveglianza. Per molte
applicazioni di questo tipo non vendiamo più a tranche di
megabit, ma tariffiamo per la banda che viene usata. Sono
300 le aziende in Italia che sfruttano queste
applicazioni (molte grandi utility).
C’è da dire che i prezzi restano più alti
rispetto all’Adsl (con cui i 20 Megabit nominali
costano un po’ meno di 30 euro al mese, senza canoni per la
linea telefonica). Inoltre, le offerte satellitari limitano la
banda raggiungibile dall’utente dopo una certa quantità di
GB trasferiti nel mese. Stiamo studiando di togliere queste
limitazioni, tanto quasi nessuno arriva a quella soglia, la cui
sola presenza nell’offerta però ha limitato le vendite.
Quali saranno i prossimi passi strategici?
Se tutto va bene, potremmo investire su altri satelliti, magari
anche solo per back up. Potenzieremo gli accordi di
distribuzione. Ne abbiamo appena firmati in Russia, Nord Africa,
Turchia. Ne stiamo finalizzando altri con alcuni operatori di
telecomunicazione europei. Il piano però è di avere massimo
due-tre distributori per Paese. Ci interessa anche l’area
retail: l’offerta satellitare ormai la si può vendere pure
a scaffale. Lo fa OpenSky, tramite accordo con Computer Discount.
Puntiamo inoltre a migliorare ancora la qualità del
servizio. L’availability (disponibilità del
servizio) garantita da contratto ora è pari al 99,5 per cento
del tempo (ma nella realtà arriva al 99,8 per cento). Alle
aziende diamo già SLA (Service level agreement) su interventi e
riparazioni.
DA SAPERE
Le caratteristiche di Tooway
Il servizio Tooway usa la banda di frequenza Ka, specializzata
per Internet, con 83 spot beam europei, che concentrano il
segnale in specifiche aree. Inoltre, una rete europea in fibra
ottica collega dieci teleporti dalla Finlandia a Cipro: tre
proprietari (a Cagliari, Torino e a Rambouillet vicino a Parigi);
altri in housing. Così la rete si collega con i maggiori peering
point europei. Così il satellite è 35 volte più potente di
quelli tradizionali (progettati per la tv) e dotato di sistemi
adattativi in caso di pioggia.
Le velocità delle offerte commerciali arrivano a 10 Mbps e
verranno ampliate a 12, 18 e 20 Megabit al secondo. E la
velocità reale è molto simile a quella nominale, a differenza
dell’Adsl. Il canone è di 49,90 euro al mese per i 10
mega, senza costi aggiuntivi per la linea telefonica. Per poter
usufruire del servizio Tooway, sono sufficienti una piccola
antenna parabolica satellitare e un modem collegato al PC via
Ethernet.
Il sistema è compatto, a basso costo, e permette un’alta
velocità di trasmissione dei dati. Gli utenti possono scegliere
l’auto installazione o che l’installazione sia
eseguita da un tecnico specializzato. Il sistema non richiede
alcun cavo o linea telefonica, dato che tutti i dati vengono
inviati e ricevuti via satellite.