Quando hanno iniziato, dieci anni fa, il mondo era un altro
posto. Si pagava in lire, Facebook non c’era (Yahoo! aveva
comunque già superato la soglia dei cento milioni di utenti
unici) e Steve Jobs avrebbe di lì a poco lanciato il sistema
operativo Mac Osx. Giampiero Recco – uno dei fondatori e
tuttora presidente di Beeweeb – nel marzo 2000 aveva solo
ventiquattro anni ma le idee molto chiare. Tutto è nato con One
Drive, un programma di file-sharing. “Oggi il peer2peer è
una realtà affermata ma all’epoca ci credevamo in
pochi” – esordisce Recco. “Lavorare in remoto
con file su server era un’esigenza che non tutti pensavano
di potersi permettere. Oggi non è così, lo sappiamo,
l’affermazione di DropBox parla chiaro. One Drive è stato
comunque un discreto successo, era molto performante in
situazioni di connessioni lente (si navigava a 56k, ndr). Quella
tecnologia l’abbiamo venduta, tra gli altri, a Wind e
Fastweb. L’abbiamo poi fatto diventare uno dei primi
servizi Mobile per 3 Italia, forse troppo in anticipo sui tempi
di diffusione degli smartphone”.
Niente brevetto? “No, in effetti. Ma abbiamo imparato la
lezione”. Recuperando in fretta. Beeweeb si è trasformata
in s.p.a. L’azienda ha un team cinquanta designer e
sviluppatori in grado di realizzare applicazioni su tutte le
piattaforma Mobile presenti sul mercato. La sede si trova presso
il Tecnopolo Tiburtino, dinamico conglomerato di aziende a forte
vocazione innovativa (soprattutto, ma non solo, nelle nuove
tecnologie), incubatori di imprese e consorzi di ricerca alle
porte di Roma. “A metà degli anni 2000 progettare
applicazioni Mobile significava lavorare per gli operatori di
telefonia mobile. L’iPhone e Android non esistevano: ciò
ci ha costretto a cercare clienti all’estero e ad
internazionalizzarci in fretta. È stato difficile per una
piccola impresa ma ci ha insegnato molto”. Nel portafoglio
di clienti – in gran parte corporate – che
l’impresa di Recco può vantare campeggiano alcuni fra i
più grandi operatori Mobile mondiali: Vodafone in diversi paesi,
Hutchinson 3G, Tim, Telekom Austria AG, gli israeliani di
Pelephone, gli olandesi di Kpn. Ora anche numerose imprese di
servizi come la Banca Monte dei Paschi di Siena, la Mondadori,
RDS e Intuit.
La collaborazione con Vodafone è la più consolidata: iniziata
nel 2005, con i primi servizi di Mobile TV si è sviluppata con
nuovi servizi entertainment come il Calcio ma anche con un
servizio “core” come l’app My190, un servizio
di customer care accessibile dallo smartphone. Nel 2007, in pieno
boom dei servizi VAS, Beeweeb investe entusiasmo e risorse nella
Mobile TV: con Telekom Austria realizza uno dei primi esempi con
soluzione a widget, due anni più tardi sviluppa la
multipiattaforma Mobile per il mercato israeliano insieme ad
Ericsson; più avanti consolida la partnership con Nokia Siemens
Network con cui, dopo essere entrata in Turchia e in Olanda, sta
mettendo a punto il primo esempio di multiscreen tv – una
soluzione di ubiquity TV– di cui Beeweeb cura
l’interfaccia client e l’integrazione con le
piattaforme di streaming. A parlare con chi si è occupato della
maggior parte dei progetti di Beeweeb emerge chiaramente che
questo gruppo di giovani imprenditori del Mobile si è divertito
molto nel corso degli anni. “Facevamo cose pazzesche”
e ci viene indicato il monitor di un portatile in cui accanto al
logo di Beeweeb – l’apetta colorata che svolazza
sorridendo – ci sono ideogrammi del Sol Levante.
“Avevamo portato il nostro One Drive anche in
Giappone”, ricordano sorridendo. Perché ridete? “Un
contatto giapponese era diventato un nostro sales e ci vendeva il
servizio anche nel suo paese”.
Pionieri nel Mobile Payment
Quello che tuttavia viene ricordato come il maggior successo è
la “conquista” del cliente Intuit negli USA. Non solo
perché Intuit è il più importante operatore del mercato nord
americano nei servizi del software per l’accounting e la
gestione finanziaria ma anche perché il mercato americano è
sempre un po’ un mito per una azienda italiana di software.
Per vincere la gara indetta da Intuit, Recco si è trasferito per
alcuni mesi a San Francisco. Lì, con l’aiuto dei colleghi
inglesi e italiani, ha lavorato a presentazioni e prototipi,
finché il management della Intuit si è lasciato convincere da
Beeweeb. È così che Go-payment ha visto la luce: è stato in
assoluto il primo servizio di Mobile payment lanciato su larga
scala sul mercato a stelle e strisce. Beeweeb in questo caso ha
operato come provider tecnologico, non partecipando direttamente
al nuovo business.
“Questa esperienza è stata fondamentale per acquisire una
competenza sui sistemi di Mobile Payment che difficilmente
sarebbe stato possibile acquisire in Italia fra il 2008 e il
2009”. Dalle TelCo ai servizi Mobile per il mondo finance
il passo non è facile né immediato. Per Beeweeb è stato invece
così. “Per noi è stato naturale: il fatto è che –
nonostante la nostra esperienza e capacità tecnologica sia molto
rilevante e solida (anzi, proprio per questo, direi) – non
abbiamo mai messo la tecnologia al centro”. Prego?
“Il mondo enterprise, specialmente quello in cui abbiamo
mosso i primi passi, sembrava girare quasi solo intorno ad un
totem: la tecnologia prima, durante e dopo. Noi abbiamo sempre
pensato di mettere il servizio al cliente al primo posto”.
Cosa c’entra col mondo della finanza mobile?
“L’esperienza con Intuit ci ha fatto capire
l’importanza di un approccio completo e complesso, quello
che conta è il valore del servizio, la tecnologia ha un ruolo
fondamentale. Ma strumentale”. Il risultato? Le soluzioni
di Mobile banking, Mo bile payment e Mobile trading rappresentano
oggi una quota significativa degli investimenti (e dei ricavi)
aziendali.
Dopo avere realizzato una delle principali soluzioni di Mobile
banking oggi disponibili sul mercato italiano (quella di MPS),
Beeweeb sta continuando ad investire sul mercato finance. Fra le
novità che verranno rilasciate a breve va segnalata una
soluzione per il Mobile commerce, realizzata in partnership con
operatori del settore. “Per acquistare prodotti e servizi
da Mobile, infatti, le soluzioni disponibili sono ancora molto
limitate. Una piattaforma di successo come quella di Apple, che
comunque si limita ai servizi digitali, ha un costo elevatissimo
e non applicabile a molti altri prodotti e servizi. E tuttavia la
domanda di acquisto e di vendita da Mobile sta crescendo in tutti
i campi”. Non ci sono solo i giganti della telefonia e il
mondo del banking & finance: la customer base di Beeweeb
comprende anche E-pocrates (USA, settore healthcare), Seat-Pagine
Gialle, Autostrade per l’Italia, Mondadori e Radio
Dimensione Suono. Nel caso di quest’ultima Beeweeb ha
accompagnato tutto lo sviluppo dei canali digitali della Radio:
dal sito web al sito Mobile fino alle più recenti applicazioni.
E con lo sviluppo è cresciuto anche il business della radio che
ha ampliato la propria offerta e gli spazi a disposizione dei
propri clienti, gli advertiser.
La nuova frontiera: la Social TV
Meno di un anno fa a Recco & soci hanno deciso di fare
qualcosa di nuovo. Devono essersi chiesti per quale motivo
offrire soltanto (si fa per dire) piattaforme tecnologiche
– avanzatissime e flessibili – senza intervenire su
quello che queste ospitano. Da dove partire? Dalla televisione:
la convergenza tra web e tv, eterna chimera di redditività, non
sì è però mai veramente realizzata in Italia. Le opportunità
sono ancora lì. “Per noi la Mobile tv è strategica, sia
chiaro. Non si tratta però di aggiungere un nuovo device per
vecchi contenuti. La parola chiave non è duplicare ma integrare.
Anzi, estendere”. La gente naviga mentre guarda la tv,
vuole condividere quello che vede. I due schermi non sono in
competizione, anzi. Gli “ultimi” a scoprire il
fenomeno della Social TV sono stati quelli di Time Magazine.
Dalle colonne del diffusissimo (e influentissimo) settimanale
notano che i social media sono perfetti per guardare la tv in
compagnia, trasformando il network di amici in una grande divano
virtuale. Concludendo che “i social media hanno trasformato
il mondo in un unico salotto diffuso ed il futuro appartiene a
chi trova un posto per sedersi”. Non è buzz mediatico ma
una realtà che i dati fotografano da mesi.
Una ricerca Nielsen del 2009 evidenzia che il 57% dei consumatori
di Internet usufruisce di televisione e Internet simultaneamente.
In ogni momento della giornata le persone guardano contenuti su
quello che Nielsen chiama “il miglior schermo
possibile”, smartphone, tv, internet, gaming. E la
necessità è quella di farlo dialogare. Secondo Digital Clarity
– agenzia inglese di marketing – quattro under25 su
cinque usano il computer o il cellulare mentre guardano la
televisione; tre su quattro ricorrono a Twitter e Facebook per
commentare il tempo reale quello che stanno vedendo. La nuova
audience è già pronta – fa notare Reggie James, fondatore
di Digital Clarity – e ora tocca ai broadcaster attingere a
questo enorme, profittevole mercato. L’idea è semplice: la
tv non basta più, crea stimoli che essa stessa non può
soddisfare. E gli ascoltatori cercano altri approfondimenti,
curiosità, spiegazioni. Dove? In rete. Partendo dagli spunti
televisivi ma andando oltre. X2TV fa leva su questa nuova domanda
e sulle potenzialità di smartphone e tablet. Come? Proponendo la
fruizione simultanea e coordinata di contenuti di approfondimento
relativi a quelli trasmessi dal piccolo schermo. Spunti di
conoscenza e intrattenimento ma non solo: giochi, votazioni,
commenti e ogni altra forma di interazione consentita dai nuovi
strumenti online. L’utente scarica l’applicazione
gratuita e, una volta lanciata, non deve far altro che
selezionare un canale attivo: riceve così un flusso continuo di
contenuti e informazioni in parallelo alla visione del programma
televisivo.
La prima sperimentazione di X2TV è stata avviata con il
programma Voyager (in prime time su Rai2) l’autunno scorso:
durante le puntate del programma gli ascoltatori hanno potuto
lanciare l’applicazione X2TV e ricevere servizi interattivi
di approfondimento. “Il servizio che abbiamo ideato”
– sottolinea Giampiero Recco – “ha richiesto
importanti investimenti ma ne è valsa la pena e i risultati lo
confermano. Abbiamo registrato immediatamente centinaia di
contatti che nel giro di pochi istanti sono di diventati
migliaia”, prosegue. “Nel corso della puntata di
lancio del servizio un flusso costante di download ha portato a
contare più di venticinquemila utenti unici in poche decine di
minuti”. E l’entusiasmo non si ferma a chi deve
crederci: Antonio Dipollina – guru televisivo che non ha
bisogno di presentazioni – all’indomani della prima
messa in onda di X2TV si è espresso in questi termini:
“Un’esperienza che fa invecchiare tutta la tv attorno
(…) Si chiama realtà aumentata. È il futuro ed è
meraviglioso” (La Repubblica, 29 ottobre 2010). La crescita
dell’azienda non è soltanto segnalata dalla dimensione del
business. “Per affrontare le nuove sfide del mercato
Mobile, che offre opportunità a livello globale” –
dichiara Enrico Donati, socio di Recco e Amministratore Delegato
– “Beeweeb ha deciso nel 2009 di aprire il proprio
capitale ad una società di investimenti, la Equilybra Capital
Partners. I soci finanziari, come è noto, richiedono una
governance evoluta e sistemi di gestione tipici della grande
azienda e dell’azienda quotata. Tutto ciò ha aiutato il
team a crescere, anche nella gestione aziendale. Con il nuovo
socio è nata una positiva collaborazione che l’anno scorso
è sfociata nello spinoff del nuovo progetto X2TV in una newco, a
sua volta partecipata dal fondo Quantica che ha creduto a tal
punto nel progetto che ha deciso di investire 3,5 milioni di
euro. Ma il percorso di Beeweeb e della X2TV è appena cominciato
– prosegue Donati. “La prossima tappa a cui stiamo
lavorando è lo sbarco in USA, un mercato e business environment
molto competitivo, certamente, ma che offre enormi opportunità
per far crescere le buone idee e per una azienda che ha maturato
le competenze di Beeweeb”.
Le metodologie di User Interaction Design
Uno dei punti di forza di Beeweeb è l’attenzione maniacale
che guida l’ideazione e la realizzazione di interfacce che
garantiscono User Experience sopra gli standard. Il segreto? La
competenza tecnologica di programmazione, l’esperienza nel
design, le competenze di ergonomia cognitiva. Google ed Apple
hanno insegnato a tutto il mondo quanto sia importante la user
experience e la user interaction. Google si è affermata con una
pagina bianca, all’interno della quale era posizionata la
finestra di ricerca. Semplice fino all’inverosimile,
impossibile distrarsi. Apple ha dimostrato che un prodotto ormai
quasi maturo quanto il telefonino potesse essere rivoluzionato
completamente, rendendo l’interazione con le applicazioni
una esperienza divertente, coinvolgente e altrettanto easy.
Beeweeb ha adottato fin dall’inizio le metodologie di User
Interaction Design sviluppate dai “guru” americani.
Quando possibile, la metodologia prevede la realizzazione di test
con utenti reali su prototipi delle applicazioni prima di
procedere allo sviluppo. Focus group, test individuali, analisi
del comportamento degli utenti sono tutti strumenti utili a
migliorare la customer experience. Senza dimenticare la
creatività e la competenza professionale dei designer.