Mobile Advertising

Branded content, su smartphone gli utenti dedicano il 63% di tempo in più rispetto al desktop

La fruizione di contenuti creati per raccontare i valori delle marche è di 119 secondi al giorno sui telefonini, e di 73 sul personal computer. Più è specifico il settore o nicchia di mercato, più la comunicazione risulta efficace, con punte molto alte per ambiti come il Finance. Le conclusioni di un report dello specialista di native advertising Polar

Pubblicato il 29 Giu 2016

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Chi si informa su internet è disposto a dedicare in media 132 secondi al giorno ai contenuti veicolati da un marchio (branded content), con punte di 323 secondi se si parla del settore finanziario. E il tempo di fruizione sugli smartphone è in media superiore del 63% rispetto a quello via desktop (119 secondi contro 73, mentre i tablet si attestano su 89 secondi).

Questi i principali responsi di un report di Polar, specialista di soluzioni native advertising, intitolato “The State of Branded Content” e focalizzato sui formati e progetti di comunicazione online costruiti intorno agli universi narrativi e valoriali dei brand. Polar ha analizzato 46mila pagine caricate sulla propria piattaforma, aggregando dati relativi a otto segmenti verticali del mondo dell’editoria (tra i clienti di Polar ci sono per esempio Economist, AOL, Washington Post, Telegraph e Postmedia), otto verticali del settore pubblicitario, tre ecosistemi mobile e cinque regioni commerciali (Usa, Canada, UK, Australia e resto del globo).

Una delle conclusioni qualitative del report è che più è specifico il settore o nicchia di mercato in cui si opera, più risulta efficace il branded content, specialmente se fruito via mobile. A sorpresa, verticali come News, Travel e Lifestyle risultano mediamente meno efficaci, con il 45% di tempo di visualizzazione in meno rispetto ai massimi. Australia e UK sono i Paesi in cui il branded content viene apprezzato maggiormente. Ma non tanto per la sua diffusione: il report dice che i numeri di Canada e Stati Uniti, per esempio, presentano valori inferiori perché i due mercati sono maturi e si comincia a registrare una certa saturazione di spazi e format.

Inoltre secondo Polar la superiorità dei dati su smartphone e tablet è dovuta al fatto che la soglia di attenzione sul mobile è più alta, essendoci meno distrazioni che sul PC e meno occasioni di cliccare su altre pagine. E poi sempre più spesso i contenuti sono appositamente realizzati per offrire la migliore esperienza sui piccoli touchscreen e nelle situazioni di utilizzo del device in mobilità. Tutto ciò ovviamente si traduce in un tasso di click-through sensibilmente più alto, addirittura del 127% rispetto al desktop. Infine c’è un aspetto di opportunità da considerare, conclude Polar: gli editori che si rivolgono ad agenzie pubblicitarie ben allineate al target di riferimento e al tipo di pubblicazioni distribuite riescono a ottenere un coinvolgimento maggiore in termini di adesione ai messaggi veicolati dai branded content.

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