Spesso non ci pensiamo o forse nemmeno ce ne accorgiamo, ma uno dei centri più vitali della trasformazione digitale è rappresentato proprio dai luoghi che frequentiamo per il nostro lavoro, per la nostra vita sociale, per accedere a servizi di qualsiasi tipo o per muoverci. Il mondo del building e delle infrastrutture immobiliari è da tempo al centro di una radicale trasformazione dalla quale dipende anche in buona misura la qualità della nostra vita e importanti nuove opportunità di business.
In occasione di PartyCloud Reloaded, l’evento a Milano e dedicato all’analisi e all’approfondimento di come il Cloud impatti oggi ogni aspetto della vita sociale e professionale delle persone è stato organizzato un focus specifico al tema dell’innovazione digitale per il mondo building. L’incontro è stato concepito per andare oltre il concetto di Smart Building, superando il tradizionale modello di gestione degli edifici basato su analisi e azioni “a posteriori”, ovvero con l’analisi di dati storici legati ad esempio alla gestione delle risorse come l’utilizzo di energia, il consumo di acqua, il tasso di occupazione degli spazi, per poi agire. Al contrario l’evento ha voluto puntare l’attenzione sui temi e sui valori del cognitive building, su una nuova frontiera che permette di innovare anche il senso stesso dell’intelligenza associata agli ambienti mostrando le prospettive del passaggio dalla fase dell’automated building, allo smart building per arrivare all’edificio cognitivo.
A rappresentare il valore di questa trasformazione ha contribuito la scelta del titolo: Un Edificio intelligente può cambiare il futuro. Ottimizza i tuoi spazi grazie ad IoT che ha voluto unire sia i temi dell’innovazione tecnologica, sia i temi legati al nuovo modo di vivere gli ambienti che arriva dal cognitive building.
L’evento si è posto anche l’obiettivo di comprendere il valore legato all’introduzione di fattori abilitanti del digitale come device IoT , come gli strumenti di analytics, come il contemporaneo aumento di dati e di capacità di analisi favorita dal cloud, siano in grado di fornire informazioni rilevanti per la gestione operativa degli edifici in tempo reale che uniti alla grande leva dell’Intelligenza Artificiale portano a una ulteriore evoluzione che rende gli edifici capaci di apprendere, controllare e realizzare modelli di manutenzione predittiva in autonomia.
Il tutto con benefici evidenti in termini di controllo e misurabili soprattutto sul fronte di una seriew di parametri anche sul piano economico a partire dal risparmio energetico.
Dall’Automated Building al Cognitive Building
Ha aperto i lavori Andrea Boccotti, IoT & Industry 4.0 Leader in IBM Italia, che ha ripercorso le tappe fondamentali dell’introduzione delle tecnologie tipicamente IT nel mondo del building.
“Si è partiti nel periodo che va dal 1980 al 2000 con l’idea degli Automated Building, gli edifici automatizzati, con un primo livello di raccolta dati, sicuramente interessanti per trarre prima valutazioni o per identificare problemi di carattere generale”.
In questi ultimi 15 anni, poi, si è arrivati al concetto di Smart Building, con le analisi sui consumi energetici e una prima comprensione dei consumi nelle singole stanze o nelle parti comuni. “Anche in questo caso, però, vengono analizzati solo dati primari, lasciando molti altri aspetti inesplorati”.
La terza fase è quella più attuale e in fondo anche quella sulla quale si concentrano oggi le maggiori aspettative. “Quando si parla di cognitive building parliamo di sistemi che analizzano i comportamenti e da questi apprendono. Sistemi che comprendono il livello di occupazione degli spazi, che considerano le preferenze degli utenti, che analizzano aspetti di contesto, dalle condizioni atmosferiche alle attività che si svolgono nelle singole stanze”.
Energy, ma non solo per il Facility Manager
C’è una innegabile centralità del tema energy quando si parla di Smart o Cognitive Building, anche a ragion venduta, sottolinea Boccotti, soprattutto perché “entro i prossimi 6 anni proprio agli edifici si ascriverà in assoluto il maggior consumo di energia e, ancor di più, perché circa la metà dei consumi d’acqua ed elettricità viene in effetti sprecato”.
In realtà, è sempre l’opinione di Boccotti, se dal tema energetico si allarga lo sguardo a quello più generale dell’efficienza “ci si rende conto che in ballo ci sono altri aspetti, come la riduzione dei costi di manutenzione, un più efficace utilizzo degli spazi, il miglioramento della produttività, un desiderio condiviso di responsabilità ambientale anche sul posto di lavoro”.
Ma quali sono i driver che spingono oggi verso una nuova concezione di “building”, smart o cognitive che sia?
“In primo luogo, c’è una evoluzione delle aspettative legate ai temi dell’energia e della sostenibilità”. L’energy management è da tempo un fattore cruciale per tantissime imprese e organizzazioni ed è ben chiaro il peso e il ruolo del mondo building. Intervenire con intelligenza sui consumi legati ai building può portare grandissimi vantaggi economici. Ora con il cognitive building si possono ottenere vantaggi ancora più concreti con azioni basate su interventi improntati alla precisione, con il rispetto e l’attenzione nei confronti del comportamento delle persone che vivono gli ambienti, ovvero senza compromessi ma anzi avvicinando il comportamento del building al comportamento e alle esigenze delle persone che vivono il building.
Non si deve poi dimenticare che i temi della sostenibilità hanno una dimensione etica di straordinaria importanza e il percorso delle imprese e delle organizzazioni verso la sostenibilità ambientale è un valore fondamentale per il brand in generale.
Accanto ai temi dell’energy si avverte anche una crescente richiesta di soluzioni di sicurezza e di gestione dei rischi collegati agli ambienti, così come aumenta in generale la necessità di ridurre i costi operativi e gestionali. Nel contempo, la disponibilità di dati che provengono dai dispositivi e dalle soluzioni sensorizzate, porta a guardare con interesse all’implementazione più strutturata di piattaforme IoT, affiancate dalla disponibilità di soluzioni Cloud, così da poter disporre di tutte le condizioni per avviare, con più “facilità” progetti che possono trasformare in realtà le prospettive del cognitive building.
Tutto questo richiede naturalmente e sempre una attentissima analisi dell’esistente, anche garantire quelle prospettive di sviluppo e di innovazione che possono portare benefici a tutti gli attori del mondo building e che vedono in primo piano figure come i facility manager e i CIO.
La proposta IBM in ambito Smart e Cognitive Building
IBM ha già sviluppato un’offerta che indirizza la tematica dello Smart Building. Si va dalle soluzioni per la gestione digitale degli asset, eliminando quanto possibile attività onerose di inserimento manuale dei dati, alle soluzioni per l’identificazione automatica degli asset e dei loro dati, dalla sensoristica per monitorarne lo stato di salute, indispensabile per avviare progetti di manutenzione preventiva e predittiva, a quelle per la diagnosi in tempo reale dei consumi, con integrati sistemi per l’identificazione di consumi anomali.
Per arrivare ovviamente alle soluzioni cognitive, ad esempio per le attività di accoglienza e concierge, così come sistemi di analisi degli insight che derivano da migliaia di dispositivi IOT connessi e che permettono di gestire i temi dell’energia, della sicurezza, del comfort così come esigenze più specifiche per ambienti critici come possono essere le gallerie d’arte e i musei.
IBM Tririga, l’intelligenza Artificiale nell’edificio
Un esempio concreto di cosa abbia sviluppato da IBM per il mondo Building è portato da Luca Tausel, Go To Market Leader di IBM Tririga Building Insights.
Si tratta nella sostanza di una soluzione IWMS (Integrated Workplace Management System), una piattaforma che aiuta la funzione Facility Management a ottimizzare l’utilizzo delle risorse dedicate agli spazi di lavoro, sia dal punto di vista volumetrico, sia dal punto di vista infrastrutturale, sia ancora da quello dei servizi.
E’ una soluzione di business e data analytics, che garantisce maggiore visibilità, controllo e automazione nella gestione degli immobili consentendo di migliorare l’utilizzo delle infrastrutture disponibili, di massimizzare i progetti di capitale, identificando rischi e vantaggi, e di ridurre i costi energetici.
Il ruolo del Cloud nell’IoT per il Building
Il tutto, naturalmente, facendo leva sul Cloud IBM e in particolare sui benefici che il Continuous Delivery del cloud porta in ambito IoT. Come spiega Vittorio Carullo, Cognitive Solution Architect di IBM Italia, “l’adozione del Continuous Delivery consente di aggiungere valore alle soluzioni IoT riducendo l rischi sin dalle fasi iniziali, di rilasciare gli avanzamenti in modo frequente e puntuale, gestire l’evoluzione dell’architettura all’interno del ciclo di vita e adottare quell’approccio try fast/learn fast oggi richiesto nei progetti di innovazione”.
La case history di Elica
Nel corso dell’incontro, sono state presentate due case history che consentono di comprendere, concretamente, quali siano i benefici dell’introduzione di tecnologie e piattaforme IoT nell’ambito della casa e degli edifici.
Il primo caso riguarda Elica, società che fin dagli Anni Settanta opera nel mercato delle cappe da cucina e che oggi ha al proprio attivo sette stabilimenti nel mondo tra Italia, Polonia, Messico, India e Cina, 3.800 dipendenti e una produzione annua di oltre 21 milioni di pezzi tra cappe e motori.
Elica ha una partnership consolidata con IBM, nell’ambito di servizi di gestione e mantenimento dell’infrastruttura tecnologica e dei dati e proprio con IBM ha voluto esplorare una possibilità in più: introdurre soluzioni cognitive e di analytics integrate con i propri prodotti, con l’obiettivo dichiarato di differenziazione rispetto ai competitor e fidelizzazione dei propri clienti.
In questo caso, ha avviato una collaborazione con Cloud Garage, primo primo centro di sperimentazione Cloud di IBM in Italia (con un focus su tecnologie d’avanguardia come Artificial Intelligence, Data Science, Blockchain, Analytics, Internet of Things), con l’obiettivo di identificare casi d’uso e definire nuovi scenari funzionali e di sviluppo del business.
La soluzione sviluppata e integrata nelle cappe da cucina Elica è di fatto un sistema di controllo della qualità dell’aria, basata sull’algoritmo Air Q System appositamente generato, in grado di migliorare la qualità dell’aria delle abitazioni, di calibrare il proprio funzionamento sulle caratteristiche dell’ambiente, apprendendo dalle preferenze di utilizzo, e di fornire suggerimenti ottimali in base al contesto. Tutto questo utilizzando i servizi IBM Cloud per il coordinamento dei dispositivi come aspiratori, scambiatori di aria, purificatori ….
Interessante, soprattutto in relazione al ruolo di IBM Cloud Garage, è l’analisi dei tempi necessari allo sviluppo del progetto: dopo una prima fare di assesment iniziata a metà novembre, a metà gennaio è partito il training dei servizi Watson, per arrivare con l’inizio di febbraio al rilascio del Minimun Viable Product (MVP).
Cloud Garage e il ruolo del Design Thinking
La seconda case history presentata in occasione dell’incontro ha come protagonista una startup creata da 5 figure senior del mondo aziendale, tutte accomunate da una particolare sensibilità per le tematiche ecologiche.
In questo caso, la startup aveva sviluppato una tecnologia per la carica wireless a distanza delle batterie, che sfrutta l’energia naturalmente presente nell’ambiente, ma aveva bisogno di un partner tecnologico che la supportasse nella fase di sviluppo e disegno della piattaforma e della soluzione.
Anche in questo caso il lavoro è stato sviluppato con Cloud Garage e al termine della fase di Design Thinking che sempre accompagna l’attività del Garage, il cliente è riuscito a ridefinire il proprio progetto sulla base dei bisogni reali dei propri utenti e a collaborare con gli esperti IBM per l’ideazione, il disegno, il coding e il test di un MVP.
In meno di 10 settimane, la startup è stata in grado di lanciare una versione beta della APP su Google Play Store.
Alessandro Ghezzi, Software Engineer – IBM Cloud Security and Compliance e Davide Fazzone, Cloud Foundry Service Security and Compliance hanno mostrato una demo per un progetto realizzato con IBM IoT Platform, per rendere realmente smart un ufficio. Con un prototipo reale hanno “fatto prendere vita” a un piccolo ufficio mostrando le potenzialità legate all’integrazione tra IoT, analytics e cognitive.
Cognitivi Building, Industria 4.0 e Logistica 4.0
L’intelligenza a livello di building si integra poi con altri processi di innovazione come l’Industria 4.0 e come la logistica 4.0. In particolare, l’Internet of Things ha permesso a una impresa di eccellenza del mondo automotive come APTIV di ottimizzare i processi dello shop floor con le tecnologie smart.
Marco Morganti, Continuous Improvement Manager di APTIV ha spiegato come in un plant produttivo si abbia la necessità di tracciare tutte le movimentazioni di materiali grezzi, di prodotti semi-lavorati e naturalmente di prodotti finiti all’interno dello shop floor. Con queste azioni, nel progetto realizzato dalla collaborazione tra Blue Reply e IBM, si ottiene un tracking completo e preciso del prodotto all’interno del plant, con un monitoraggio preciso della produzione e una gestione ottimizzata di tutti i materiali e di tutti i componenti utilizzati. Se nel passato queste movimentazioni venivano registrate con scansioni manuali svolte da un operatore logistico con un impegno importante in termini di tempo e con rischi di errore, ora si passa a una gestione intelligente ed efficiente. Occorre infatti considerare che una singola scansione può sembrare minimale in quanto richiede anche solo 1 secondo, ma moltiplicato per l’enorme numero di movimentazioni giornaliere che possono superare le 20000, il tempo complessivo come appare evidente è molto rilevante. Risparmiando tempo su operazioni ripetitive e a basso valore è possibile indirizzare il lavoro degli operatori su attività ad alto valore come ad esempio come il controllo sui prodotti per intercettare i difetti e gli errori, permettendo di aumentare la qualità del prodotto finale.
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