Per Tino Canegrati, Vice President e Ceo di HP Italy, tutto gioca intorno a tre parole: Core, Growth, Future. Tre parole, tre assi, sui quali la società ha costruito e sta costruendo la sua strategia e il suo posizionamento.
“Quando questa strategia è stata lanciata – spiega – il core identificava il nostro business tradizionale e l’obiettivo era consolidare e rafforzare il nostro posizionamento. Parlando di growth, invece, il riferimento era ed è a quelle tecnologie che ci consentono di incontrare clienti nuovi e nuove opportunità in aree adiacenti al nostro business tradizionale. Penso ad esempio all’utilizzo della stampa ink jet nel mondo della grafica, oppure ai pc per lo smart working. Il termine future identificava il sogno e la creazione di nuove categorie di prodotti e di nuovi mercati, come la stampa 3D o l’immersive computing”.
La digital transformation secondo HP
E va detto che molto si è già concretizzato: “All’ufficio del futuro e allo smart working abbiamo dedicato soluzioni specifiche, che si vendono e generano business. E, cosa ancora più importante, anche ciò che identificavamo con future si è concretizzato in una serie di prodotti che hanno senso e strategia di business”.
L’approccio di HP, così come lo racconta Canegrati, è molto pragmatico: “Si tratta di portare trasformazione in settori maturi, sostenendo nuove modalità di fruizione e di marketing”.
L’esempio viene proprio da uno dei mondi nei quali HP è tradizionalmente presente: quello della stampa per il settore della grafica.
“Abbiamo prima assistito alla trasformazione da analogico a digitale, per poi estendersi a tutte quelle aree nelle quali i clienti ci chiedono flessibilità e personalizzazione”.
Si parla di stampa su imballi rigidi e flessibili, della personalizzazione di bottiglie e barattoli – su tutti l’esempio delle confezioni personalizzate di Coca Cola o Nutella – (stampa su imballi flessibili e imballi rigidi , coca cola, nutella, e ora anche stampa su cartone, ), di stampa su cartone.
“Abbiamo assistito alla trasformazione di un settore maturo, che oggi trova nel digitale la possibilità introdurre nuove modalità di fruizione e di marketing. Per questo i nostri interlocutori diventano i gruppi marketing delle aziende o le agenzie pubblicitarie, con le quali valutiamo come portare valore sul punto di vendita attraverso l’imballaggio”.
Ma non di solo marketing si parla: le nuove applicazioni della stampa digitale, attraverso ad esempio l’utilizzo di inchiostri fluorescenti o invisibili, o la stampa di tag sulle confezioni, guardano al mondo dell’anticontraffazione, alla tracciabilità, alla sicurezza: tante declinazioni, per tanti mercati – uno su tutti il mondo del farma.
Stampa 3D: novità in arrivo per il manufacturing
Interessante, se guardiamo alle tecnologie che rappresentano il “Future” di HP, è lo sviluppo nell’ambito della stampa 3D.
“È un anno e mezzo che la nostra stampante è disponibile sul mercato e quel che mi preme sottolineare che non si tratta semplicemente di un sistema, ma di una intera classe di prodotti e soluzioni”.
Al momento del lancio, HP era partita con una macchina a un colore: nel corso di questo autunno è atteso il rilascio di una nuova soluzione a colori, con un posizionamento diverso sia in termini di volumi, sia in termini di prezzo.
Canegrati parla infatti di “un punto prezzo a un terzo rispetto all’attuale”.
Per Canegrati l’interesse è significativo da un lato “per la qualità, la solidità e l’affidabilità dei prodotti, ma dall’altro perché sono le soluzioni ottimali, anche in termini di costo, nel caso di piccole produzioni. Ne abbiamo vendute tante, decisamente al di sopra delle nostre aspettative, anche nel nostro Paese”.
I due target di HP
Per questa categoria di soluzioni, HP ha identificato due target principali: in primis i centri servizi, che stampano, per l’appunto, i prototipi e le piccole produzioni.
In secondo luogo le realtà di produzione, in particolare nei settori auto e meccanico, che le acquistano in sostituzione della stampa a doppia iniezione.
Canegrati dichiara di avere molte aspettative sull’arrivo della macchina a colori: “Stiamo parlando di un importante passo avanti tecnologico. Significa dominare il voxel, saper dominare i materiali in termini di colore, conducibilità, trasparenza. E se è possibile influenzare la singola caratteristica del singolo voxel, si può poi muoversi a livello industriale. Abbiamo l’obiettivo di portare i nostri sistemi di stampa 3D a nuovi livelli sia in termini di rumorosità, di applicazioni, di costo. Vogliamo entrare nelle università e nei laboratori”.
L’ecosistema per la stampa 3D
Ma parlare di stampa 3D significa anche parlare di ecosistema e non v’è dubbio che per HP il concetto di ecosistema abbia una declinazione piuttosto ampia.
In primo luogo con le aziende chimiche che sviluppano materiali da utilizzare con i suoi sistemi di stamp: “Abbiamo deciso di adottare lo stesso principio che si utilizza nel mondo mobile pe rlo sviluppo di App: noi diamo le specifiche e certifichiamo i materiali e i produttori ci riconoscono delle royalty. Il vantaggio è duplice: da un lato di tipo economico, dall’altro nella velocità di rilascio di nuovi materiali”.
Un importante livello di collaborazione è poi con i player del mondo industriale, in particolare con chi sviluppa software di progettazione, produzione e PLM, come Siemens.
“Con Siemens abbiamo avviato una importante partnership così che le sue applicazioni generino file in formati compatibili con il nostro workflow”.
Il terzo tassello dell’ecosistema è rappresentato dai partner. HP lavora con interlocutori nuovi, “realtà che si rendono conto che che c’è una trasformazione in atto e non vogliono starne fuori”.
Di due, in particolare, Canegrati fa menzione.
La prima è Nuova Macut, che opera nel settore delle macchine utensili., indice dunque di un ampliamento della platea e delle opportunità al di fuori dei confini noti.
La seconda è Elmec, “cui va riconosciuta l’importanza dell’investimento fatto sulle nostre tecnologie e soluzioni”.