Manifestazioni

CES 2016, un bilancio: Connected Car e Smart Home al centro della scena

Da una parte attivissimi i costruttori auto, tra cui Audi, Mercedes e Ford, dall’altra soprattutto Samsung. Si consolidano le tecnologie che fanno dialogare gli oggetti tra loro e con le persone, a prescindere che si sia al volante o seduti sul divano di casa. La sfida per il futuro? La ricerca di uno standard universale

Pubblicato il 13 Gen 2016

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Anche se per qualche osservatore il CES 2016 non resterà negli annali come uno degli eventi più ricchi di prodotti ‘game changer’ per l’informatica e l’elettronica di consumo, le novità presentate nell’ambito delle soluzioni Mobile rappresentano il consolidamento di un trend che sta gradualmente aprendo le porte al mondo dell’Internet of Things, e quindi degli oggetti connessi e spesso controllabili da remoto via smartphone, attraverso tecnologie ormai collaudate e affidabili ma – ancora – non abbastanza interoperabili. Che si tratti di automobili, elettrodomestici o schermi di varia natura e dimensione, il messaggio che sembrano aver trasmesso i produttori durante la kermesse che si è tenuta la scorsa settimana è “stiamo lavorando per permettervi di essere sempre online”.

Auto connesse e super intelligenti

Tanto per cominciare, al CES c’erano più di cento società attive nell’automotive (senza contare gli automaker veri e propri). Nvidia, per esempio, di norma famosa per i processori e le schede grafiche dedicate ai PC, ha presentato Tegra X1, un chip a 64 bit che con il massimo del risparmio energetico riesce a gestire gran parte delle operazioni richieste da una self driving car.

Audi e Mercedes non stanno certo a guardare, e se la prima ha mostrato la RS-7, capace di muoversi autonomamente anche a una velocità di 200 km/h, la seconda ha messo in scena una Classe E dotata del sistema Drive Pilot, che attraverso il Distance Pilot Distronic gestisce la distanza tra i veicoli in marcia fino a 210 km/h. Audi si è inoltre distinta per la sua piattaforma di intrattenimento on board, MIB2+, già predisposta per comunicare con le reti Lte Advanced.

Ford, che intende triplicare la flotta di test dei propri veicoli autonomi, ha presentato il suo Smart Mobility Plan, una roadmap composta da circa 25 progetti che sfrutteranno dati e connettività per migliorare la vita di bordo di conducenti e passeggeri non solo rispetto all’intrattenimento, ma anche al benessere e alla sicurezza. Ford ha inoltre stretto un’alleanza con Amazon per permettere ai guidatori di connettersi dall’auto a Echo, il sistema di smart home proposto dalla società di Jeff Bezos.

Su tutt’altro fronte, General Motors ha introdotto il Vehicular Social Media System, che permette al guidatore di catturare foto e video da postare poi su Facebook, Twitter e gli altri social senza mai distrarsi dal volante. Protagonisti della kermesse anche BMW, Chevrolet, Volkswagen, Toyota e l’azienda che sempre meno è considerata un outsider in questo settore – Google – e che anzi è secondo Juniper Research uno dei player più promettenti per il futuro dell’automotive.

Samsung protagonista su più fronti

Rispetto alle soluzioni smart home, la scena è stata decisamente dominata da Samsung, che con il suo Family Hub (un frigorifero intelligente dotato di camere interne che monitorano gli alimenti conservati, allertando sul telefono gli utenti in caso di fine scorta o deperimento dei prodotti) ha dato ai visitatori della fiera un assaggio di cosa saranno le cucine di domani.

Ma il produttore coreano ha anche annunciato che a partire dal 2016 i nuovi TV di fascia alta (SUHD) avranno accesso alla piattaforma SmartThings, attraverso la quale – e tramite applicazioni ad hoc – gli utenti potranno controllare elettrodomestici e circuiti di videosorveglianza direttamente dal televisore e dal display dello smartphone. Sarà possibile, per esempio, vedere sullo schermo chi bussa alla porta di casa, e aprirla con un semplice tap sullo smartphone. A patto che si inserisca nel televisore, già predisposto per la connessione Wi-Fi, l’adattatore USB che lo abilita ai protocolli di comunicazione ZigBee e Z-Wave.

Durante il CES 2016 è in effetti emerso il vero tema della sfida per i prossimi anni: quello degli standard. Oggi ogni brand o quasi utilizza il proprio linguaggio o framework, da Apple con Homekit a LG con SmartThinQ (che grazie allo SmartThinQ Hub abilita funzionalità simili a quelle offerte dalla soluzione Samsung), passando per Google, che ha invece puntato su Weave.

La Wi-Fi Alliance ha ufficializzato il nuovo standard Wi-Fi HaLow, specifico per le comunicazioni M2M (machine-to-machine) in ambito smart home, smart city e smart factory, con la capacità di estendere la portata fino a un chilometro di raggio, permettendone la ritrasmissione da oggetto a oggetto attraverso specifici nodi che massimizzano la diffusione del segnale minimizzando il fabbisogno energetico del sistema. Le terze parti si stanno inoltre dando da fare per ovviare alle incompatibilità, ma è probabile che fino a quando non comparirà una killer application che sfonderà il mercato imponendo il proprio protocollo come dominante, la partita rimarrà piuttosto incerta.

Aspettando il MWC di Barcellona

Naturalmente, anche se il clou del 2016 lo si vedrà a febbraio al Mobile World Congress di Barcellona, non sono mancate novità sul piano dei device, con Huawei che ha proposto il Mate 8, un prodotto pronto a sfidare senza complessi di inferiorità gli smartphone dei brand più blasonati. Lenovo ha annunciato che la prossima estate uscirà il primo telefono nato sotto la stella del Project Tango, un programma di sviluppo avviato da Google che mira a creare dispositivi capaci di interagire con spazi e oggetti circostanti trasformandosi in chiavi per accedere a funzioni di realtà aumentata.

La già citata Samsung si è distinta anche sul piano dei wearable, presentando Body Compass 2.0, una canottiera sportiva dotata di sensori che monitorano l’attività corporea fornendo suggerimenti per l’allenamento, Welt, una cintura intelligente che si regola in base a quanto si è mangiato, e la pratica borsa Sol, che ricarica i dispositivi che custodisce grazie a una serie di micro-pannelli fotovoltaici integrati nel design esterno.

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