Città connesse, Stoccolma guida la classifica. Roma guadagna posizioni

Il Networked Society City Index 2016 di Ericsson, che analizza lo sviluppo urbano sostenibile e la maturità dell’ICT in 41 metropoli, incorona la capitale svedese. A quella italiana, per crescere ulteriormente, occorrono più infrastrutture broadband e maggiore educazione dei cittadini

Pubblicato il 16 Set 2016

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smart city network mobile

Non si tratta solo di valutare la quantità e la qualità di infrastrutture di rete presenti in un’area urbana: il tasso di connettività delle metropoli è oggi indice prima di tutto della crescita economica, sociale e culturale di una città. Non stupisce dunque che ai primi posti del Networked Society City Index 2016 di Ericsson, che misura le prestazioni di 41 città in tutto il mondo secondo le prospettive dello sviluppo urbano sostenibile e della maturità dell’ICT, ci siano Stoccolma Londra, Copenaghen, Singapore e Parigi. Se la capitale svedese si è distinta per lo sviluppo urbano sostenibile, seguita da vicino da Copenaghen, Helsinki e Parigi, Londra invece guida la classifica della maturità ICT, scalzando proprio Stoccolma e lasciando Singapore in terza posizione. In generale i centri con una bassa maturità ICT tendono a crescere più velocemente rispetto a quelli più avanzati, evidenziando quindi un effetto recupero.

Lo studio sottolinea inoltre una correlazione tra lo sviluppo sociale ed economico e la crescente maturità ICT delle città, che risulta di spinta anche rispetto all’impatto ambientale. In questo senso inserire le reti come infrastruttura di base nei piani di investimento, creare condizioni normative favorevoli che incoraggino l’adozione dell’ICT e promuovere approcci olistici per la sua integrazione in alcuni dei settori chiave come il trasporto, l’energia e la sicurezza pubblica all’interno di progetti gestiti in collaborazione con altre città, rappresentano tutti pilastri per la creazione di smart city di nuova generazione.

Erik Kruse, Head of Ericsson Networked Society Lab, sottolinea che fino a oggi molte iniziative hanno sfruttato l’ICT principalmente per ottimizzare sistemi e comportamenti già esistenti, come per esempio il trasporto intelligente nella prospettiva di erogare servizi coerenti con gli sviluppi di progetti PA 4.0. «Le città hanno invece bisogno di ripensare le strutture esistenti per cogliere appieno il potenziale dell’ICT», dice Kruse, «e assicurarsi che la parola ‘smart’ significhi in realtà sostenibile. La città del futuro? È caratterizzata da resilienza, collaborazione, partecipazione e mobilità».

Roma migliora, ma servono più broadband e consapevolezza da parte dei cittadini

In questo contesto Roma si è conquistata la 19esima posizione all’interno del Networked Society City Index 2016. Dal 2014, primo anno in cui la Capitale è stata inclusa nel report, ha guadagnato due posizioni. Un risultato dipeso principalmente da una performance migliore nella dimensione relativa agli investimenti per lo sviluppo economico, sociale e ambientale: d’altra parte, la capitale italiana risulta ancora indietro dal punto di vista della maturità ICT. Sebbene siano stati registrati significativi miglioramenti sotto l’aspetto della maturità ICT nel biennio 2014-2016 (Roma ha infatti ottenuto un punteggio più alto per il livello di accessibilità ICT piuttosto che per la disponibilità di infrastrutture e per l’utilizzo della tecnologia), secondo il Networked Society City Index la città presenta ancora diversi limiti e, in particolare, necessita di un’importante accelerazione nello sviluppo dell’infrastruttura per la banda ultra larga.

Dal punto di vista della competitività e della produttività Roma è in linea con la media dell’indice, mentre registra ottime prestazioni in relazione al lavoro specializzato, 66 punti rispetto a una media di 40. D’altro canto, tuttavia, il livello di educazione nel settore terziario è sotto la media, 36 punti contro 46 di media. In pratica, secondo Ericsson, per accelerare lo sviluppo sociale ed economico cittadino, la capitale dovrebbe aumentare il livello di educazione generale dei propri cittadini. La capitale si classifica poi 16sima per quanto riguarda la dimensione sociale, soprattutto grazie all’alta aspettativa di vita dei suoi abitanti che vivono circa sette anni di più rispetto alla media di quelli delle altre città. A frenare invece la scalata verso posizioni più alte è l’elevato tasso di disoccupazione. Dal punto di vista dell’impatto ambientale, il posto in classifica è il 17esimo. Roma produce un’alta quantità di diossido di azoto ed è indietro – come noto – anche per quanto riguarda la raccolta differenziata, registrando inoltre un forte consumo di energia.

Le note dolenti arrivano come detto dall’analisi delle infrastrutture ICT dell’area urbana: bassa penetrazione della banda larga fissa, circa tre volte inferiore alla media generale, e bassa quantità di hotspot Wi-Fi la pongono nelle retrovie della classifica, anche se si registra una qualità del broadband larga maggiore (a fronte di tariffe convenienti) rispetto alla media europea. La performance di Roma rispetto all’utilizzo dell’ICT è in linea con la media generale grazie alle sottoscrizioni ad abbonamenti mobile, pur con tassi di penetrazione di smartphone e mobile Internet ancora bassi.

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