Big Data, intelligenza artificiale (AI) e Internet of Things (IoT). Tre tecnologie che stanno letteralmente ridisegnando gli scenari competitivi delle aziende dei comparti energia e oil&gas. La liberalizzazione del mercato delle utility ha spinto le realtà del settore ad accelerare le strategie di trasformazione digitale. L’Unione europea, poi, ha impresso un ulteriore sprint con il pacchetto “Clima-Energia” contenuto nella Direttiva 29/2009. Al suo interno, il “Piano 20-20-20”, impone ai paesi membri una riduzione delle emissioni di gas serra del 20%, un pari aumento dell’energia “pulita”, proveniente quindi da fonti rinnovabili, e una contrazione del 20% dei consumi energetici. Il tutto entro il 2020. È la stessa direttiva che mira a convertire l’80% della base installata di contatori tradizionali del Vecchio Continente in smart meter, ovvero contatori intelligenti connessi in ottica IoT.
IoT per ottimizzare la distribuzione
I nuovi rilevatori di consumi traducono in pratica il concetto di Smart Home e lo integrano in una visione più
ampia di efficienza energetica ottenuta attraverso le smart grid. Le reti elettriche di nuova generazione sfruttano le tecnologie IoT e i Big Data per ridurre al minimo sprechi e inefficienze grazie all’analisi continua dei flussi di informazioni sui consumi. Le reti intelligenti collegano tra loro i produttori di energia – le utility stesse, ma anche aziende e privati cittadini che hanno raggiunto l’autonomia energetica – con i consumatori. Per gli operatori del settore si apre tutto un ventaglio di nuove opportunità per ottimizzare le attività di distribuzione. Alcune volte sarà conveniente produrre energia, altre volte invece immagazzinarla e altre ancora acquistarla in tempo reale dagli altri attori dell’ecosistema. Le tecnologie IoT permettono alle utility di aggiustare il mix della produzione energetica in tempo reale aumentando il ricorso a fonti rinnovabili, gestendo al meglio i picchi di domanda e allontanando il rischio di collassi della rete e blackout. Questo nelle utility si traduce, come è facile immaginare, in risparmi anche di diversi milioni di euro.
Assistenti virtuali, chatbot e bot per efficientare il contact center
Molti operatori del settore energetico stanno sperimentando i benefici dell’AI nell’automazione dei call center. Bot, chatbot e assistenti virtuali si sostituiscono agli operatori fisici per sollevarli dai compiti più ripetitivi, colloquiando con l’utente grazie alle tecnologie di elaborazione del linguaggio naturale (NLP) e alle chat. Che si tratti di segnalare un guasto oppure di avere chiarimenti sui conteggi della fattura, il bot sarà in grado di riconoscere immediatamente il cliente, accogliere ed elaborare la sua richiesta in brevissimo tempo.
Intelligenza artificiale per pianificare meglio la produzione…
L’intelligenza artificiale e i Big Data permettono ai colossi dell’energia di raggiungere nuovi livelli di efficienza anche su attività che non implicano un contatto diretto con l’utente. Il tasso di successo delle attività di trivellazione (particolarmente costose) può essere aumentato con l’applicazione di algoritmi di AI all’analisi dei dati del terreno. Sarà possibile anche orchestrare al meglio le attività di produzione e distribuzione dell’energia: i modelli matematici tengono conto dell’influenza dei fattori di rischio politici e sociali sull’oscillazione dei prezzi delle materie prime (petrolio in testa) per ottimizzare le strategie di acquisto. Grazie all’AI le attività di produzione e stoccaggio potranno essere pianificate al meglio per soddisfare i picchi di domanda futura.
… e abilitare nuovi modelli di consumo
Il miglior allineamento delle stime (tradizionalmente basate sulle rielaborazioni dei dati storici) con i consumi reali è
un problema particolarmente sentito dalle utility. Il gap tra consumi ipotizzati ed effettivi a livello nazionale, secondo l’AEEGSI (Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico), si aggira tra l’1,5 e il 2% della produzione elettrica effettiva, che secondo i dati ufficiali di Terna ammontava a circa 320 miliardi di KwH nel 2017.
L’integrazione dell’analisi dei social permette di anticipare l’impatto di fenomeni “di massa”, come uno sciopero, sull’andamento dei consumi. L’assimilazione delle previsioni meteorologiche nelle piattaforme AI, invece, consente di stimare gli effetti sulla domanda di eventi atmosferici avversi come forti nevicate e nubifragi.
La possibilità di rivedere le tariffe sfruttando le potenzialità dell’AI, le analisi predittive e i Big Data permette di offrire nuovi modelli di consumo più in linea con lo stile di vita e le abitudini dell’utente. Differenziare l’offerta nell’ottica della maggior personalizzazione garantirà più efficienza e qualità dei servizi erogati e permetterà agli utenti di risparmiare sulle bollette. Per farlo, però, servono più informazioni e occorre essere in grado di rielaborarle in tempi più brevi. Ecco perché migrare al Cloud è un imperativo per le aziende del comparto. Muovere in questi ambienti i workload che richiedono l’impegno di ingenti risorse per brevissimo tempo e in modo cadenzato (come succede per le applicazioni di fatturazione dei consumi) permette di ottimizzare le risorse di elaborazione e storage. Utilizzare risorse di calcolo in Cloud rende più economica la gestione di data lake, data warehouse, CRM e database, l’analisi dei Big Data, l’utilizzo di intelligenza artificiale e machine learning.
Oracle Utilities Cloud Solutions mette a disposizione delle realtà che operano nel mercato dell’energia soluzioni di gestione ottimizzata dei contatori, della forza lavoro itinerante (manutentori), della fatturazione e del contact center come servizi on demand e pay-per-use. L’approccio consulenziale “in guanti bianchi” di Red Reply permette di plasmare la tecnologia Oracle in progetti business critical con la garanzia per il cliente dei massimi livelli di sicurezza e della conformità alle normative di settore.
13 aprile 2018