Il nuovo standard tecnologico di connettività cellulare noto come 5G rappresenta non soltanto una evoluzione, in termini di latenza, efficienza, rapidità e robustezza nel trasferimento di dati, ma costituisce la spina dorsale per l’edificazione di un nuovo, complesso, modello di società che alcuni tecnologi e analisti non esitano a definire Gigabit Society.
Per conoscere meglio le caratteristiche di questo nuovo paradigma sociale occorre analizzarne il dna costitutivo: la tecnologia su cui la rete 5G è costruita e i nuovi modelli di business che essa sarà in grado di abilitare e supportare.
Focus principale dell’analisi è indagare il modo in cui la nuova tecnologia 5G, in combinazione con dispositivi IoT, costituirà una evoluzione per il mondo della supply chain nella prospettiva di una sempre più stretta integrazione, efficienza, predicibilità e flessibilità.
La Gigabit Society, rivoluzione del network 5G
5G (acronimo di 5th Generation) indica tecnologie di telefonia mobile di quinta generazione, quindi più potenti di quelli di quarta generazione, che permettono pertanto prestazioni e velocità molto più elevate dell’attuale tecnologia 4G/IMT-Advanced. Nel dettaglio, le reti di quinta generazione garantiscono un livello, mai sperimentato prima, di velocità nella trasmissione dei dati (superiore a 1 GBbps), un tempo di latenza del segnale estremamente ridotto rispetto allo standard 4G (da 20 a 10 millisecondi), una maggior capillarità nella diffusione del network infrastrutturale che aumenta le prestazioni di rete in termini di maggior efficienza e disponibilità di copertura.
Caratteristica peculiare del network 5G è quella di permettere una separazione (slicing) del traffico di rete per tipologia di applicazione/utilizzo, in modo da garantire sempre una configurazione ottimale della rete nella gestione di quella specifica tipologia di traffico (es. voce,dati, immagini, video, file etc).
Le considerazioni svolte, dal punto di vista prestazionale, evidenziano come le reti di quinta generazione garantiscano, nella sostanza, la possibilità di costruire attorno alle nostre vite, società, organizzazioni, un network integrato estremamente veloce e capillare per gestire lo scambio di dati e informazioni a un livello di iperconnettività e pervasività mai sperimentato prima.
Sanità, industria, formazione, agricoltura, retail, grande distribuzione, trasporti saranno i diretti beneficiari delle ricadute positive offerte dallo sviluppo di nuove applicazioni digitali costruite grazie alla rete 5G: la nuova frontiera della Gigabit Society, in cui applicazioni di intelligenza artificiale, realtà aumentata, sistemi autonomi, interagiranno fra di loro e con noi per aiutarci a organizzare in modo più effciente e sostenibile servizi, produzione, scambio, distrubuzione, trasporti.
Non è fatto mistero che le aziende più evolute abbiano iniziato da qualche anno a sondare le implicazioni del 5G nella riorganizzazione in chiave digitale dei propri processi di business: una recente survey di Gartner (2019) stima che il 66% delle maggiori organizzazioni attive a livello globale in ambito manufacturing, logistics, transportation, utilities, stiano pianificando attività di roll out di applicazioni 5G-based tra il 2021 e il 2025, di pari passo con la crescita del network di rete che arriverà, entro il 2030, a coprire più del 50% del traffico su rete cellulare del pianeta.
Regina di tutte le applicazioni di business abilitate e potenziate dall’avvento della quinta generazione di rete è, senza dubbio, l’Internet of things (IoT), chiave di volta per un ripensamento in termini digitali e integrati della supply chain.
5G e IoT: una evoluzione 4.0 per la supply chain
Ripensare i modelli di supply chain: una sfida in termini di competitività e resilienza, resa ancor più impellente dallo shock sistemico imposto dall’emergenza Covid-19.
La pandemia globale ha avuto immediate e forti ripercussioni sul resto del sistema economico e produttivo, non solo come conseguenza del blocco parziale o totale delle attività ma anche e soprattutto nella fase della ripartenza (lockin): intere filiere interrotte devono ricostituirsi, urge pianificare la gestione in remoto di una parte dei processi, la sincronizzazione tra produzione ed approvvigionamento diventa cruciale per far fronte tempestivamente ai rapidi disequilibri del mercato
La nuova supply chain deve rifocalizzarsi su alcuni nuovi pilastri:
- integrazione
- digitalizzazione
- controllo in tempo reale
- flessibilità/Agilità
- predicibilità
L’Internet of things (IoT), ovvero la tecnologia che permette la raccolta di dati attraverso un sistema fisico-digitale connesso alla rete, è già realtà su svariate applicazioni annoverabili nel paradigma della smart factory (es. controllo remoto dello shop floor, gestione della manutenzione preventiva delle macchine) e si appresta a emergere come tecnologia sempre più focale nella gestione dei processi di supply chain.
Se “dentro la fabbrica” IoT ha consolidato il suo regno ormai da qualche anno, ancora minimale è stata ad oggi l’applicazione della tecnologia “fuori dalla fabbrica”; svariate motivazioni giustificano tale carenza ma su tutte la prevalente è di certo un difetto di connettività.
Gestire applicazioni complesse, legate al monitoraggio di prodotti connessi, o alla tracciabilità di interi lotti di produzione, infatti, è ad oggi una sfida impegnativa e certamente poco praticabile dalla gran parte delle organizzazioni, per via delle limitazioni tecniche e geografiche e dei costi della connessione cellulare.
Il 5G è il ponte verso la piena realizzazione di un network IoT dedicato al monitoraggio e alla gestione remota e digitale non solo di fabbriche, ma di intere filiere produttive. Non solo: l’interoperabilità permessa da una rete basata su uno standard open source e sulla possibilità di godere di un flusso sicuro e consistente di dati, garantisce l’estensione dei sistemi di tracciatura anche alla filera distributiva, in una modalità operativa nuova in cui approvvigionamento, produzione e distribuzione possono essere per la prima volta allineate e integrate su un ciclo continuo di informazioni raccolte in tempo reale.
Vediamo alcuni principali casi di applicazione in cui IoT e 5G massimizzano lo sviluppo di una evoluta supply chain:
Track and Trace
Le catene di approvvigionamento che richiedono un alto grado di sincronizzazione vedranno miglioramenti significativi con il 5G. Consideriamo ad esempio l’inbound-to-manufacturing nell’industria automobilistica. Oggi le aziende utilizzano controlli manuali significativi intorno alla sequenza di merci prima di raggiungere la catena di montaggio.
La visibilità delle informazioni in tempo reale fornita da dispositivi tracker connessi alla rete 5G permette di implementare un autentico sistema di produzione “just in time”, sincronizzando l’inbound della materia prima con le effettive esigenze produttive della linea.
Monitoraggio del prodotto
Le tecnologie ad oggi disponibili permettono di ottenere informazioni sulla tracciabilità non del prodotto in sé ma al livello del veicolo usato per trasportarlo.
La sensorizzazione spinta, necessaria per monitorare singoli prodotti e/o pallet di materiale, spesso è economicamente poco conveniente lato hardware ed ancor più lato gestione della connettività.
La capacità del network 5G di dividere (slicing) la banda di connessione tra devices che non necessitano di sfruttare l’intera capacità, combinata con la diffusione capillare del network di rete (circa 1 milione di sensori/km quadarato), permetterà di gestire in modo efficace e più economico il monitoraggio puntuale di oggetti ottenendo dati ed informazioni certe sulle reali condizioni degli stessi lungo tutta la filiera di trasporto e distribuzione.
Collegamento tra attività indoor e outdoor
Grazie alla migliore penetrazione negli edifici, le reti 5G possono fondere operazioni e reti interne ed esterne. 5G può colmare il ponte tra comunicazioni mobili come LTM o 4G per esterni con tecnologia più performante per il mondo indoor come il WiFi.
Ad esempio, gli spedizionieri possono pianificare un ordine in uscita che includa merci in transito non ancora ricevute fisicamente in magazzino.
Dati in tempo reale
La latenza ridotta del network 5G significa che il tempo di ritardo tra quando un sensore rileva un evento e quando viene riconosciuto dal sistema è ridotta al minimo (circa 10 millisecondi).
Le aziende produttrici di dispositivi medici stanno testando robot che permettono a un chirurgo di eseguire un intervento chirurgico a distanza in tempo reale.
Per il mondo supply chain la latenza ridotta può consentire la comunicazione da veicolo a veicolo, tra camion e robot da magazzino.
La potenza di elaborazione sarà in grado di avvicinarsi al lavoro, rendendo sensori e dispositivi mobili più capaci e permettendo, attraverso l’acquisizione di dati in tempo reale, di poter gestire in modo sincronizzato attività di inbound del materiale, refilling delle linee produttive e gestire in modo ottimale eventuali non conformità, riducendo al minimo il rischio di fermi linea.
In un ambiente logistico, ovunque i dati vengono generati, gestiti o consumati le potenzialità della rete 5G daranno slancio a livelli di efficienza e flessibilità mai prima sperimentati.
Conclusioni
Per concludere, una riflessione: fino a un decennio fa la domanda prevalente nel mondo degli executives aziendali in ambito Operations o IT era volta a investigare quale fosse la tecnologia da usare per implementare le innovazioni di processo. Oggi il paradigma si è invertito: al netto di tutta la tecnologia esistente e delle potenzialità evolutive della stessa, come fare per ottenere il meglio in termini di efficienza operativa, riduzione dei costi, aumento della flessibilità organizzativa?
La tecnologia, per quanto potente e performante sia, resta solo un abilitatore di evoluzioni o vere e proprie rivoluzioni; queste ultime restano però frutto della capacità umana in termini di cultura, design e gestione in chave nuova dei processi organizzativi e di lavoro.
Nessuna supply chain 4.0 potrà mai essere realizzata se prima il mantra “4.0” non diventerà un paradigma capace di declinarsi all’interno dei contesti aziendali, a cominciare dalla cultura manageriale nella progettazione e gestione dell’innovazione.