Ogni giorno in media passiamo di fronte agli schermi dei nostri smartphone ben 4,7 ore. Un dato che fa capire benissimo perché il mondo Mobile abbia assunto un’importanza strategica in ambiti come pubblicità, marketing ed editoria, dove ormai si ragiona in ottica “Mobile First”.
Anche perché praticamente tutti gli italiani oltre i 13 anni d’età (circa 44 milioni) possiedono un telefono cellulare. È importante l’espressione “telefono cellulare”, perché in effetti oltre il 30% di queste persone (13,5 milioni) non hanno uno smartphone, bensì appunto un classico telefonino senza connessione Internet. Sono dati recentissimi (Comscore, terzo trimestre 2016), raccontati da Fabrizio Angelini, CEO di SenseMakers, nel corso dell’Upgrade Mobile Summit, evento dedicato all’impatto del Mobile in particolare sul settore media e advertising italiano.
Ci sono poi altri dati, ha detto Angelini, che spiegano la forza del fenomeno Mobile: in Italia ci sono sempre meno persone che accedono a Internet solo con PC desktop, e crescono a doppia cifra quelli “multipiattaforma” e gli internauti esclusivamente “mobili”.
Ovviamente la fruizione di Internet cambia sensibilmente se si è davanti allo schermo di uno smartphone oppure di fronte a quello di un PC, innanzitutto dal punto di vista della durata media. L’esperienza dallo schermo di un cellulare è decisamente più rapida rispetto a quella di un desktop, vale a dire 2-3 volte inferiore. Tutto questo ovviamente interessa da vicino gli uomini del marketing e della pubblicità, poiché una durata inferiore di fruizione significa inevitabilmente meno tempo da dedicare ai messaggi dell’advertising.
Dunque il desktop, anche in questa fase di grande progresso del mobile, non può essere assolutamente messo da parte. Inoltre occorre considerare che il mobile è un mondo caratterizzato da dinamiche particolari: il 90% del traffico internet da Mobile avviene via App, ma – nonostante ne siano disponibili migliaia sugli appositi store – il tempo viene trascorso in gran parte sulle App social e di messaging di due grandi player: Facebook e Google.
Questo spiega perché, nonostante la grande quantità di tempo speso sullo smartphone, gli italiani acquistano ancora relativamente poco su di esso. Meno del 5% della spesa consumer. Questo però non significa che l’eCommerce da mobile non abbia un futuro, anzi: l’attività a più ampio tasso di crescita è proprio la finalizzazione dell’acquisto. Uno dei campioni italiani del commercio elettronico, Yoox, stima che entro il 2020 tre quarti del fatturato proverranno da piattaforma mobile.
L’acquisto però è “solo” l’ultimo passo di un percorso che avviene ormai sempre più spesso interamente sullo smartphone. La consapevolezza di questo si sta diffondendo. Secondo una ricerca di LensAcademy su 409 professionisti in rappresentanza di 321 aziende italiane di diversi settori e dimensioni, il mobile è incluso nelle strategie comunicazione e marketing integrate dell’86% delle imprese. Ma solo il 36% di queste aziende ha sviluppato una App, e di queste solo un terzo permette di comprare beni e servizi.
Insomma: al momento il mobile è utilizzato dalle imprese italiane più per comunicare che per vendere. Ma siamo appena agli inizi di una tendenza epocale, e tutto lascia pensare che presto comunicazione e vendita saranno due fasi di un processo sempre più “omnichannel” in sempre più imprese italiane.