Sono le utility con i contatori intelligenti (+25%) e le connected car (+24%) a trascinare il mercato dell’IoT in Italia sino alla vetta dei 2 miliardi di euro permettendo di mettere a segno una crescita aggregata che arriva al 30% tra il 2014 e il 2015. Questi due mercati rappresentano anche l’ossatura più consistente del mercato IoT sino a costituire insieme il 50% circa del mercato totale.
Ma l’effetto di trascinamento è sostenuto anche dalla crescita delle soluzioni di connettività cellulare che hanno generato un mercato del valore di 1,47 miliardi di euro, che è cresciuto del 28% rispetto al 2014. Un mercato solido che avverte già i segni altrettanto forti delle soluzioni di connettività “alternativa” come Wireless M-Bus o come Bluetooth Low Energy che rappresentano a loro volta una realtà concreta con un fatturato di 530 milioni di euro, e che segnano una crescita che si attesta al un +33%.
Ma non c’è nulla di più rappresentativo del numero di oggetti connessi e dei dati generati per dare la testimonianza della forza economica e sociale del fenomeno IoT: 10,3 milioni oggetti connessi in Italia a fine 2015 grazie alla rete cellulare con una crescita che sfiora a sua volta il 30%, a cui si aggiungono gli oggetti che si appoggiano ad altre piattaforme di comunicazione come i 36 milioni di smart object che stanno alla base dei contatori elettrici connessi da PLC, i 500.000 contatori gas tramite radiofrequenza Wireless M-Bus 169 MHz. Per non parlare della rete di oltre 600.000 lampioni che sfruttano la connessione PLC o la radiofrequenza e che portano intelligenza nelle strade sia per esigenze di energy saving sia come piattaforma che abilita alla raccolta di informazioni utili ad altri servizi nell’ambito smart city, nella sicurezza ambientale, nella viabilità.
Questi numeri sono la testimonianza dello scenario che emerge della Ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, e che evidenziano come l’IoT sia una realtà concreta richiamata dal titolo stesso del convegno: Internet of Things: il futuro è già presente!
Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano sottolinea che nel 2015 c’è stato un vero e proprio cambio di passo nell’IoT, ma sono state anche gettate e consolidate le fondamenta sulle quali è ragionevole prevedere uno sviluppo per il prossimo, immediato futuro. «I consumatori, le imprese, le città – afferma – hanno iniziato a comprendere e assimilare il vero valore dell’IoT e delle sue potenziali di sviluppo sia a livello di nuova leva per il business, sia a come fattore che abilita alla erogazione di nuovi servizi nel sociale». Anche dal punto di vista tecnologico il 2015 ha rappresentato un anno speciale e ha «segnato un passaggio importante – prosegue Perego – grazie all’installazione di nuove reti di comunicazione dedicate all’IoT in alcune città italiane e grazie alla evoluzione nell’offerta Smart Home anche con l’apertura a nuovi canali di vendita, si è creata una spinta positiva che si evidenzia nella integrazione ad esempio con i servizi delle assicurazioni e con la crescita delle soluzioni per l’Industry 4.0».
A sua volta Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things evidenzia l’effetto di trascinamento dell’IoT su tutto il mercato ICT, che cresce dell’1,1% e che raccoglie i benefici dello sviluppo di un IoT che diventa sempre più rilevante e “pesante” anche dal punto di vista dell’influenza sulle scelte di investimento delle imprese. Ma Tumino tiene a evidenziare l’importanza e la centralità dei dati: «Non ci sono ancora strategie consolidate – spiega – ma l’IoT mette a disposizione un flusso straordinario di dati che se adeguatamente valorizzati dai processi interni delle aziende contribuiscono a ridurre i costi e a migliorare l’efficacia verso i clienti».
Il valore dei dati è poi collegato alle grandi opportunità di sviluppo in termini di innovazione e di nuove idee. «Le soluzioni IoT sviluppate per affrontare e risolvere uno specifico problema – osserva – generano informazioni e dati per dare una risposta nuova e inedita anche ad altri bisogni e per generare nuovi servizi e nuove forme di business».
Come è emerso più volte nel corso del convegno di presentazione della ricerca del’Osservatorio l’IoT è uno straordinario fattore di abilitazione allo sviluppo di nuovi business proprio perché permette di risolvere in modo innovativo e più efficace bisogni esistenti, nel business e nel sociale.
Nella crescita del mercato un contributo importante è arrivato dalla Smart Home che cresce sia a livello di prodotti sia a livello di servizi. Giovanni Miragliotta, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things evidenzia che il 72% dei consumatori esprime una intenzione all’acquisto di questi servizi e che i grandi player stanno iniziando a proporre i propri hub destinati a diventare i punti di riferimento per una gran quantità di servizi e di applicazioni e che contribuirà a portare sempre più attenzione sul grande tema della interoperabilità. Ma la vera chiave di volta e di lettura dell’IoT nella smart home e non solo è «Il passaggio dalla logica di vendita a prodotto – afferma Miragliotta – a una logica di vendita a servizio. E il servizio diventa la chiave di volta per conquistare in modo nuovo l’interesse dei consumatori».
A questo passaggio corrisponde una nuova maturità da parte del mercato e del sistema dell’offerta in particolare. «Anche se sono poche le soluzioni sul mercato che vanno oltre la gestione di dati in cloud – osserva Miragliotta – , sono tante le startup che stanno colmando questo gap concentrando l’attenzione sullo specifico valore dei dati con nuovi servizi e nuove forme di business».
IOT 2015
Dal punto di vista del canale di vendita la smart home conta sulla rete della filiera specializzata in domotica, sul canale retail e sul ruolo inedito e di grande successo delle assicurazioni che favoriscono l’introduzione di soluzioni smart home nelle case integrate a polizze speciali. Se nel 2014 erano due le compagnie attive su questo mondo nel 2015 sono diventate 5 confermando la solidità di questo mercato. L’online è già fortemente presente con il 90% dell’offerta disponibile sui canali dell’ecommerce. Ma la partita più importante si giocherà nel 2016 e che permetterà ai consumatori di toccare con mano la Smart Home nei negozi.
Una spinta al rinnovazione per i canali tradizionali come gli installatori che devono far crescere competenze e preparazione ma anche per gli architetti sono ben consapevoli (84% dei casi) dell’importanza della Smart Home. Anche loro necessitano comunque di maggior preparazione e aggiornamento.
«La filiera deve aumentare il livello di competenze – osserva Miragliotta – mentre i produttori devono considerare anche altri attori come rivenditori, costruttori edili e progettisti che a loro volta dovranno sapersi innovare e far leva sulle specifiche competenze per rispondere alla concorrenza che arriva dai canali retail che punteranno sul ‘fai-da-te’ e sul fattore prezzo».
Ma l’IoT abilita anche nuovi modelli di business e ad esempio «La disponibilità di dati preciso sull’utilizzo di un servizio – afferma Angela Tumino – permette di mettere a disposizione il servizio in modalità “pay-per-use“. Un modello di business che riguarda ad esempio il mondo delle assicurazioni, con tariffe che si agganciano a fattori oggettivi come i chilometri percorsi. Ma non si parla solo di servizi, anche i prodotti possono essere proposti in modalità di vendita innovative, magari sfruttando le stesse fonti di dati, come ad esempio i pneumatici che possono essere venduti non più come oggetti fisici ma come servizio sulla base, anche qui, dei chilometri percorsi».
L’importanza e la centralità dei dati è tale che si assiste sul mercato a forme di promozione di vendita di oggetti intelligenti che hanno lo scopo di generare flussi di dati di qualità. Ad esempio nei wearable, la generazione di dati per il mondo health e per le assicurazioni è un valore che supera di gran lunga le opportunità di business limitate al solo oggetto fisico. E anche in questo caso, come spesso accade e come già sottolineato le modalità di utilizzo dei dati non sempre sono chiare e precise nel momento in cui si progetta una applicazione IoT. Gran parte del valore emerge come “potenziale nascosto” dei dati in funzione anche delle informazioni emergono ad esempio sul comportamento degli utenti, degli ambienti, delle cose che parlano e che permettono di generare una nuova prospettiva per risolvere i bisogni dei clienti e per sviluppare di business innovativi.