Uno dei trend più interessanti emersi al Consumer Electronics Show (CES) 2014, tenutosi a Las Vegas all’inizio di gennaio, sono le “grandi manovre” dei colossi delle tecnologie per consolidare la loro presenza nel mercato Smart Car, che ormai non è più solo una promessa ma si può considerare in pieno decollo.
Per cominciare, una notizia di spicco è l’annuncio della Open Automotive Alliance (OAA): promossa da Google per diffondere Android come “sistema operativo di bordo” delle auto del futuro, comprende Nvidia, General Motors, Honda, Hyundai e Audi. Audi in particolare – che fa parte di Volkswagen, il più importante gruppo auto europeo -, ha presentato Mobile Audi Smart Display, un tablet Android da 10 pollici configurato specificamente per l’uso in auto, e in particolare per il controllo dei parametri principali della vettura e del sistema di infortainment di bordo, ma comunque in grado di gestire tutte le principali funzionalità di un tablet.
Anche sulle auto si ripropone il duello tra Android e iOS
L’annuncio della OAA sembra la risposta di Google ad Apple, che già lo scorso giugno aveva presentato la sua strategia “iOS in the Car”, a cui hanno aderito 19 costruttori auto, tra cui Mercedes e Ferrari. Il concetto chiave di iOS in the Car è l’integrazione tra l’iPhone o l’iPad e il sistema di infotainmment di bordo in modo da poter sfruttare nell’auto le funzioni delle Mobile App.
Tornando al CES, sempre nell’ambito dell’OAA, Hyundai ha annunciato l’integrazione degli occhiali “intelligenti” Google Glass con la seconda generazione del suo sistema di infotainment di bordo Blue Link. A proposito di sistemi di infotainment di nuova generazione, Mazda ha presentato un prototipo del modello Mazda 3 con l’aggiornamento della sua piattaforma Mazda Connect, aggiornamento pensato per ridurre al minimo i rischi di distrazione del guidatore. La soluzione “Heads Up Cockpit” divide lo schermo da 7 pollici in due sezioni, con tutte le informazioni utili alla guida su quella sinistra, e con i contenuti di infotaiment sulla destra. Anche la collocazione dello schermo e i tipi di carattere sono stati studiati accuratamente per massimizzare la leggibilità. Inoltre i comandi di Mazda Connect sono ridondati, sia su touchscreen che su una manopola (Commander Knob) progettata apposta per essere usata senza guardare, con un comando specifico per ciascuna delle cinque dita.
Un altro filone di novità riguarda il controllo di parametri di funzionamento dell’auto tramite dispositivi “wearable”, cioè orologi e occhiali intelligenti. Mercedes-Benz per esempio ha sviluppato l’App Digital Drive Style, che gira sugli smartwatch Pebble, mostrando informazioni di guida o alert in caso di ingorghi o incidenti sul percorso. Analogamente scaricando l’App “i Remote” sul Galaxy Gear, l’orologio smart di Samsung, gli utenti del modello a motore elettrico i3 di BMW potranno controllare il funzionamento del condizionatore di bordo, ricevere e chiedere a voce indicazioni sul percorso dal navigatore, o controllare la carica rimanente della batteria del veicolo e l’autonomia residua.
Stanchi dal traffico intenso? La macchina si guida da sola
Bosch, uno dei più importanti fornitori automotive, ha presentato al CES la nuova generazione dei suoi MEMS (micro sistemi elettromeccanici), sensori grandi pochi millimetri in grado di misurare l’accelerazione, la pressione atmosferica, il suono, la temperatura, o il campo magnetico terrestre e che, completati da una batteria e un’interfaccia radio, possono comunicare tramite internet, trasmettendo dati a centrali di controllo in tempo reale. Oggetti come questi rappresentano bene l’evoluzione tecnologica del settore auto in chiave di (IoT) Internet of Things. Oggi infatti Bosch propone questi dispositivi per rendere intelligente qualsiasi oggetto di uso quotidiano, ma li ha sviluppati originariamente proprio per l’automotive, per esempio per la rilevazione di slittamento all’interno del Sistema Elettronico di Stabilità (ESP), l’adaptive cruise control (ACC) o la gestione della fluidità dei cambi di marcia nel cambio automatico.
Sempre i costruttori tedeschi – Audi, BMW e Mercedes – si sono dimostrati al CES in prima linea nella sperimentazione di funzionalità “driverless”. L’approccio più diffuso per ora non sembra quello di lavorare su un veicolo completamente autonomo nella guida, quanto quello di alleggerire il guidatore umano da alcune attività. A quanto emerge, non è tanto un problema di maturità delle tecnologie disponibili, quanto di prontezza delle normative nei vari Paesi ad “accettare” la rivoluzione delle auto senza pilota.
Per esempio BMW, insieme a Valeo e Bosch, ha mostrato un prototipo in grado di cercare e individuare uno spazio libero e parcheggiarsi da solo. Anche Audi punta sull’automated parking, ma con in più una funzione di “traffic assistant”, che grazie a telecamere e radar può assumere la guida in automatico in situazioni di traffico anche molto intenso, purché a bassa velocità (meno di 40 miglia l’ora). Mercedes invece ha mostrato in demo un veicolo in grado di partire e fermarsi da solo in corrispondenza di incroci, semafori e pedoni in attraversamento, grazie a minicamere installate sui quattro lati. Google, lo ricordiamo, per lo stesso scopo utilizza un’altra tecnologia, e cioè il monitoraggio dello spazio intorno al veicolo tramite laser.
Best Car Performance App
Chiudiamo qui questa carrellata, che aveva il solo scopo di dare un’idea del grande fermento d’innovazione in atto nel mondo Smart Car (gli annunci e le demo al CES in ambito Smart Car sono stati molti di più di quelli descritti), non senza però citare l’annuncio che si è aggiudicato il “CES Best Automotive Electronics Product award for 2014” di Engadget, uno dei siti di news in ambito IT più letti nel mondo: il Performance Data Recorder (PDR) di Chevrolet.
Il sistema, che sarà montato dal 2015 sulle vetture del brand di General Motors, a partire dalla Corvette Stingray, permetterà di girare video in alta definizione con sovraimpressione di dati telemetrici di livello professionale, e si basa su diversi componenti: una telecamera 720p in alta definizione, integrata nel parabrezza anteriore, un microfono nell’abitacolo, vari sensori per i dati telemetrici, un receiver GPS cinque volte più veloce di quelli classici usati nei sistemi di navigazione auto, un Controller Area Network che traccia i dati di percorso, dalla velocità alle marce, dalle frenature alle rotazioni dello sterzo nelle curve, e una scheda SD per registrare i dati.
Diverse sono le modalità di registrazione dei video, dal Touring Mode, con solo le immagini del viaggio e le voci nell’abitacolo, al Performance Mode, che mostra in sovraimpressione tutti i parametri di performance: velocità, accelerazione, giri del motore, percorso sulla mappa, tempi sul giro o al chilometro, e così via. I video si possono vedere sul display di bordo (8 pollici a colori), ma solo a macchina ferma, oppure scaricare via SD su un computer, dove ovviamente è possibile qualsiasi trattamento, dall’editing alla condivisione su social network.