Convegno Prysmian-IATT, focus sull’innovazione open per far decollare l’Industria 4.0

Il colosso della fibra ottica «Made in Italy» chiama a raccolta rappresentanti del mondo dell’industria, associazioni di categoria e PA per confrontarsi sulle prospettive di sviluppo digitale del Paese. Il valore concreto dell’IoT in tutte le sue declinazioni, dalle smart cities al precision farming

Pubblicato il 13 Ott 2017

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L’innovazione digitale (e l’IoT in particolare) per ridare vigore al sistema-Paese. Se ne è parlato ieri durante il convegno “Obiettivo 2025: l’industria italiana si allea per lo sviluppo digitale del Paese”, organizzato dal colosso delle infrastrutture Prysmian insieme con IATT (Italian Association for Trenchless Technology). Ad alternarsi sul palco esponenti del mondo della certificazione/qualità (UNI e GMQ), associazioni di categoria (Coldiretti), utility (A2A Smart City) e realtà del manufacturing (Sirti e Olivetti) affiancati da quella PA innovativa che incoraggia cittadini e imprese ad abbracciare e sostenere la digital transformation (Comune di Empoli). Tutti hanno testimoniato come, al di là degli incentivi del Piano Calenda, l’IoT nelle sue varie declinazioni di smart agriculture, smart city e Industria 4.0, può davvero contribuire a risollevare un’economia-Paese da anni compressa.

Stefano Firpo, Dirigente Generale Politiche Industriali, Competitività e PMI al Ministero dello Sviluppo Economico

«Negli ultimi trimestri – chiarisce Stefano Firpo, Dirigente Generale Politiche Industriali, Competitività e PMI al Ministero dello Sviluppo Economico, intervenuto in videoconferenza – il PIL italiano è aumentato non più solo grazie alle esportazioni, ma anche perché sono finalmente ripresi gli investimenti, in particolare quelli legati alla digitalizzazione. Merito, certo, delle azioni shock predisposte dal Governo, come super e iperammortamento. Ma anche delle misure più strutturali come il credito d’imposta per le spese in ricerca e sviluppo o il cosiddetto “patent box”, che prevede la riduzione del 50% dell’aliquota IRES applicata ai redditi derivanti dall’utilizzo dei brevetti. Tutti interventi che hanno permesso di dirottare gli investimenti su tecnologie e iniziative ad alto tasso di rischio, quelle sulle quali le imprese italiane sono tradizionalmente più refrattarie a investire».

Il valore dei Poc (Proof of Concept)

Carlo Scarlata, Amministratore Delegato Commerciale di Prysmian Italia

Alleanze pubblico-privato, coopetition (ovvero cooperazioni su progetti specifici e mirati anche tra aziende concorrenti), innovazione “open” rappresentano le nuove modalità per dare slancio e vigore all’economia del Belpaese. «La digitalizzazione gioca un ruolo chiave – esordisce l’Amministratore Delegato Commerciale di Prysmian Italia, Carlo Scarlata e con essa la fibra ottica che la abilita. Noi lo abbiamo capito da tempo e siamo in prima linea sul fronte degli investimenti tecnologici e della ricerca, mettendo in campo tutta la nostra esperienza e il nostro know-how». Come dimostra la creazione dell’Innovation Lab, ad agosto dello scorso anno. «Si tratta di un generatore di idee che nasce all’interno della Direzione ICT – spiega Stefano Brandinali, Group CIO di Prysmian con lo scopo di esplorare nuovi percorsi d’innovazione. Nel laboratorio si sviluppano PoC (Proof of Concept – ndr) sulle tecnologie di frontiera e si verifica la loro replicabilità, in modo economicamente sostenibile, su larga scala». Un laboratorio che nasce per promuovere quel concetto di innovazione aperta e condivisa che emerge a più riprese nel corso dell’evento.

Stefano Leporati, Capo Servizio Politiche Economiche di Coldiretti

«Un’innovazione che nelle smart city è traghettata sempre più spesso dalle partnership pubblico-privato», commenta Antonio Ponzo Pellegrini, Assessore all’Innovazione del Comune di Empoli. Un’innovazione che deve obbligatoriamente passare per un’infrastrutturazione diffusa e garantita anche nelle aree rurali «condizione fondamentale – chiede ad alta voce Stefano Leporati, Capo Servizio Politiche Economiche di Coldiretti – per imboccare quei percorsi di precision farming che in futuro permetteranno a molti operatori dell’agroalimentare di ottimizzare la produzione e guadagnare marginalità». La vendita diretta di prodotti agricoli da parte delle aziende produttrici, spiega Leporati, è cresciuta dell’11% nell’ultimo anno «ma l’unico modo per accorciare la filiera è adottare le tecnologie digitali e l’IoT in particolare. Negli anni Duemila avevamo un grosso problema di valore, perché gli agricoltori erano stritolati dalla distribuzione. Oggi abbiamo leggi che tutelano di più la produzione agricola di qualità e la tecnologia permette alle aziende che operano nell’agroalimentare di ridurre sprechi e inefficienze, a tutto vantaggio della marginalità». La componente di smart agriculture cuba al momento solo il 2% del giro d’affari dell’agricoltura italiana, ma secondo stime di Coldiretti arriverà al 10% nel prossimo quinquennio.

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Agricoltura di precisione: le soluzioni tecnologiche e i benefici

Queste le tecnologie alla base del precision farming:

  • Raccolta dati attraverso i sensori nel terreno (per fare la cosa giusta, al momento giusto, nella porzione di terreno più adatta)
  • Osservazione della terra dall’alto attraverso i satelliti (es. Bonifiche Ferraresi che utilizza le mappe satellitari gratuite fornite Sentinel-2) o i droni
  • Elaborazione dati (analytics e Big Data)
  • Mappe di prescrizioni passate alle operatrici automatiche (trattori) che attuano in modo totalmente automatico la concimazione, la potatura…
  • Impiego di algoritmi previsionali (aumento, in prospettiva, delle agricolture a vocazione “bio”, perché se si sa quando si è infestati in futuro si potrà agire preventivamente in modo naturale, riducendo l’impiego di fitofarmaci)

I principali benefici del precision farming:

  1. Incremento della produttività
  2. Miglior gestione dei fattori della produzione
  3. Miglioramento della qualità dei prodotti
  4. Controlli più precisi sulla tracciabilità di filiera

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I vantaggi concreti per i cittadini

Oreste Galasso, Amministratore Delegato di A2A Smart City

Un impegno a sostenere l’innovazione in ottica IoT nelle sue varie declinazioni – smart manufacturing, smart city e smart agriculture – è quello confermato sul palco dell’evento Prysmian anche da Oreste Galasso, Amministratore Delegato di A2A Smart City. L’utility ha aperto un competence center IoT (Smart City Lab) e promuove una collaborazione fattiva, in ottica “open innovation”, con operatori delle telecomunicazioni e amministrazioni locali sulle tecnologie delle città intelligenti. «Già oggi – spiega – le città di Milano, Bergamo, Pavia, Brescia e Cremona sono dotate di un’infrastruttura IoT low power, ovvero a basso consumo energetico, e low cost disponibile per tutti». Con ricadute evidenti sulla vita dei cittadini. A breve a Milano i cestini verdi della spazzatura saranno cambiati con cestini “smart” dotati di chip e sensori di riempimento che permetteranno di ottimizzare i percorsi degli addetti incaricati dello svuotamento. Inoltre, la società svolge un ruolo di primo piano nell’infrastrutturazione intelligente del nuovo quartiere “smart” di Porta Romana, nell’ambito dell’iniziativa europea “Sharing Cities”. Lato smart agriculture, Galasso ha dimostrato, consuntivi alla mano, i benefici di due progetti di precision farming applicati alla viticoltura realizzati in Franciacorta e nelle zone di produzione del Prosecco di Valdobbiadene: -20% di sostanze fertilizzanti impiegate (con un risparmio di 60 euro/ettaro l’anno); un risparmio di acqua per irrigazione del 30% (ovvero 235 euro/ettaro l’anno) e una riduzione di ben il 40% nell’uso dei fitosanitari (con un risparmio di 1.300 euro/ettaro l’anno).

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