Case History

Covid-19 e PMI: la business continuity di Poggipolini

Distribuzione costante dei DPI, un robot per la sanificazione degli ambienti, un’app per comunicare con i collaboratori, incentivazione allo smart working, termoscanner per regolare gli accessi, wearable per il contact tracing. Si è mossa così l’azienda bolognese per affrontare l’emergenza da Coronavirus

Pubblicato il 03 Giu 2020

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Massima attenzione alla salvaguardia della salute di tutti i collaboratori, prima ancora della continuità produttiva. E’ stata questa la chiave che ha consentito a Poggipolini, azienda bolognese attiva nel settore aeronautico e automobilistico, di superare l’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19 mantenendo la business continuity da un lato e garantendo la sicurezza dei collaboratori dall’altro. Michele Poggipolini, Executive Director di Poggipolini e Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia commenta così “La rapidità è stata fondamentale, così come il supporto tecnologico del nostro territorio e quello di Confindustria Emilia. Ma per primi dobbiamo ringraziare tutti i nostri collaboratori”.

Ma vediamo nello specifico come si è comportata Poggipolini nei confronti di questa situazione totalmente imprevedibile e come è riuscita a farvi fronte in modo efficiente.

Riorganizzazione degli spazi di lavoro e incentivazione allo Smart working

Visto il settore strategico in cui opera, Poggipolini non ha mai interrotto la produzione in questi mesi. Tuttavia, ha da subito attivato lo smart working per i reparti “non di produzione”. Una realtà già molto familiare a tutti i lavoratori, già abilitati a lavorare da remoto. Come sottolinea il Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia, il gruppo aveva investito da tempo nella virtualizzazione dei processi produttivi evitando problemi legati alla cyber security aziendale e alla privacy dei lavoratori.

A livello operativo, la Poggipolini ha istituito immediatamente una task force Anti-Covid19 e procurato tutti i DPI necessari, principalmente mascherine, obbligatorie in azienda per tutti i lavoratori, ma anche guanti, occhiali di protezione e gel disinfettanti distribuiti in tutti i reparti. Si è impegnata internamente per sanificare ogni due ore maniglie, monitor, dispositivi touch e ha disciplinato con cartelli e infografiche le nuove procedure di sicurezza da seguire in ogni area dell’azienda, dalla produzione agli uffici e dal magazzino alla logistica.

Inoltre, gli uffici sono stati riorganizzati per rispettare la distanza di sicurezza di almeno due metri e i flussi di personale contingentati per non creare assembramenti come un unico accesso, il divieto di uso di spogliatoi e mensa, ingressi e uscite scaglionate e turnazione; vietati anche tutti i meeting traslandoli sulla piattaforma virtuale di collaborazione. Recentemente, insieme ad un’azienda fornitrice di AGV (Automated Guided Vehicle) sta testando un sistema di sanificazione automatico, un robot autonomo che ha chiamato Robocop e che al termine del secondo turno lavorativo si attiva e sanifica le superfici grazie all’impiego di lampade UV.

Un’app per comunicare con collaboratori ed esterni

Da fine marzo, la Poggipolini ha iniziato ad adottare un protocollo di sicurezza autonomo e interno specifico per il Covid-19 costantemente aggiornato anche avvalendosi di consulenze esterne. In collaborazione con una start up di Bologna, è stata realizzata in 10 giorni una app, ONE TEAM per comunicare a tutti, in tempo reale, informazioni utili come il Protocollo di Sicurezza interna, l’invio dei modelli di autocertificazione, la programmazione delle sanificazioni straordinarie periodiche e le informazioni rilevanti come video per spiegare l’utilizzo corretto delle mascherine. Presente anche una chat interna che consente ad ogni utente di contattare direttamente l’ufficio personale e l’amministratore delegato. Il prossimo passo è adattarla di modo da sfruttarla con gli esterni per gestire le visite in piena sicurezza.

Da termocamere e termoscanner, a test sierologici e wearable

Oltre all’app, si sono installate telecamere termografiche automatiche per verificare la temperatura durante gli accessi dei dipendenti e con un’altra start up, è stato messo a punto un altro tipo di termoscanner con monitor integrato per rilevare sia la temperatura che l’utilizzo delle mascherine per autorizzare gli accessi ai fornitori, clienti e collaboratori esterni dagli ingressi principali di ogni stabilimento.

Con il medico aziendale, la Poggipolini ha avviato i test sierologici endovenosi e ha chiesto che il proprio laboratorio di analisi venga approvato dalla Regione Emilia-Romagna per poterli fare a tutti i lavoratori attivi ogni due settimane. Infine, insieme ad una start up di Bologna, sta lavorando ad una soluzione di localizzazione del personale interno che prevede l’uso di wearable come braccialetti, per poter tracciare, nel caso si dovesse manifestare un caso positivo, tutti i contatti avuti nelle ultime due settimane. Il braccialetto vibra nel caso non venga rispettata la distanza di sicurezza. Primo test previsto entro fine maggio.

Immagine fornita da Shutterstock.

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