Non solo manifatturiero: le tecnologie digitali, a partire dall’IoT, sono sempre più diffuse in Italia anche nel settore agricolo. Questa la principale conclusione dell’edizione 2022 dell’Osservatorio Smart AgriFood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia.La digitalizzazione della filiera agroalimentare, anche sulla spinta degli incentivi post pandemia, sembra essere infatti pienamente avviata: basti pensare che nel 2020, sulla base delle proiezioni di fatturato del primo semestre, l’Osservatorio aveva stimato che il mercato dell’Agricoltura 4.0 avrebbe raggiunto i 540 milioni di euro. Invece, grazie alla ripresa degli investimenti avvenuta nel secondo semestre 2020, il mercato è arrivato a 1,3 miliardi di euro, poco più del doppio di quanto era stato preventivato. Nel 2021 la crescita non è stata altrettanto clamorosa, ma è stata comunque rilevante (+ 23% rispetto al 2020, per un giro d’affari complessivo di 1,6 miliardi di euro).
Le macchine e le attrezzature agricole nativamente connesse sono le soluzioni di Agricoltura 4.0 che hanno trainato la digitalizzazione (47% del mercato, +17% rispetto al 2020), seguite da prodotti e servizi, dai sistemi di monitoraggio e controllo applicabili a mezzi e attrezzature agricoli post-vendita (35%). In parallelo allo sviluppo del mercato si è assistito anche un incremento della superficie coltivata con strumenti di Agricoltura 4.0 da parte delle aziende agricole italiane, che nel 2021 è raddoppiata, toccando il 6% della superficie totale. Questi trend positivi sono confermati anche da altre percentuali del report: è infatti in aumento la quota di agricoltori che utilizza almeno una soluzione di Agricoltura 4.0, arrivata a oltre il 60% nel 2021 (+4% rispetto al 2020), mentre più del 40% utilizza almeno 2 soluzioni.
La spinta degli incentivi
La crescita del mercato, come accennavamo, è stata spinta dagli incentivi, in particolare dalle agevolazioni previste nei PSR (Programmi di Sviluppo Rurale) e dal Piano transizione 4.0: circa i tre quarti del campione dichiara di avere impiegato almeno un incentivo di Agricoltura 4.0. L’84% degli agricoltori sostiene che gli incentivi abbiano avuto un impatto determinante sulle scelte di investimento, consentendo di anticipare un investimento già previsto per il futuro (44% delle aziende), investire in più soluzioni (20%), investire in una so- luzione più costosa rispetto a quanto preventivato (20%). Come sempre, però, non mancano alcune criticità: in primis l’eccesso di burocrazia necessaria per l’ottenimento dei finanziamenti. In secondo luogo, gli incentivi non sembrerebbero sempre considerare alcune peculiari esigenze delle aziende agricole.
“Sempre di più gli attori della filiera agroalimentare riconoscono le opportunità ed i benefici dell’innovazione digitale che oggi rappresenta una leva strategica per la resilienza e la competitività del settore – afferma Andrea Bacchetti, Direttore dell’Osservatorio Smart AgriFood -. Lo certifica l’importante crescita del mercato e della superficie coltivata con strumenti di Agricoltura 4.0, sostenute certamente dagli incentivi fiscali legati al credito d’imposta, che in particolare hanno contribuito al rinnovo del parco macchine, ma avrebbero potuto avere un impatto ancora maggiore se fossero stati pensati specificatamente per il settore agricolo. La Smart Agrifood ha compiuto molta strada, ma molta ne resta da percorrere, a cominciare dalla necessità di aumentare la superficie coltivata con pratiche 4.0 e il ricorso ad applicazioni che integrino i diversi stadi della catena del valore”.