“La trasformazione digitale delle imprese è il nostro core business”. Questa è la premessa con cui Giuseppe Di Franco, CEO di Atos Italia e Group Executive Vice President Central Eastern Europe, spiega la non solo la strategia ma ancor di più la visione della società specializzata nei servizi IT e attiva in tutto il mondo con un organico di oltre 100.000 persone.
“Il cuore del nostro piano triennale di sviluppo è tutto sulle tecnologie di cui oggi tanto si parla, IoT, Industria e Impresa 4.0, Blockchain, Big Data, declinate sui singoli settori di mercato. Il nostro atout è proprio questo: aver acquisito e continuare ad acquisire know how sulle specifiche dei diversi mercati verticali”.
In effetti, Atos i mercati li copre un po’ tutti, partendo dal settore pubblico, dove ha al suo attivo una case history per la trasformazione digitale dei Giochi Olimpici, al mercato dell’energy, con focus ad esempio sugli smart grid, fino alle telco, con practice attive sui customer service multicanale.
“Quella che stiamo affrontando non è solo la trasformazione digitale dei processi esistenti, ma l’evoluzione dei modelli di business e delle catene organizzative interne delle aziende. Questo significa partire dal disegno dei processi e approdare finanche al ripensamento dei prodotti”.
Case history di passaggio da prodotto a servizio
Di Franco cita il caso di un importante cliente nel mondo del packaging, con il quale il lavoro di digital transformation è approdato in pieno nel file della servitizzazione.
“Dalla gestione del packaging siamo arrivati a ripensare il prodotto perché fosse fonte di informazioni sulle modalità di utilizzo del contenuto”.
È un passaggio importante, perché segna un punto di svolta nella definizione della catena del valore: il fornitore di un prodotto (in questo caso l’imballaggio, la confezione) diventa anche fornitore di informazioni per il suo cliente: come viene utilizzato il contenuto? Come viene conservato? Quando viene aperta la confezione?
“Parliamo di dati, parliamo di analytics: abbiamo arricchito il prodotto facendone una fonte di informazioni utili lungo tutta la filiera”.
Gli ambiti di applicazione sono molteplici: basti pensare al mondo del Pharma o a quello del Food, dove le tematiche di tracciabilità, anticontraffazione e corretta conservazione diventano KPI di business.
Una logica di prodotto-servizio accompagna un’altra case history che Atos ha al proprio attivo con una grossa realtà del mondo automotive: “In questo caso, grazie all’utilizzo della sensoristica per la raccolta dei dati e degli analytics per la loro interpretazione, si arricchisce un prodotto come il pneumatico di informazioni sullo stato di usura oppure sulle abitudini di guida dell’utente”.
Atos e la EY Digital Academy
Atos è entrata a far parte di EY Digital Academy, di cui parliamo in questo servizio, con un obiettivo preciso: “Con questa iniziativa ci stacchiamo dalla logica delle grandi e grandissime imprese, cui appartengono la maggioranza delle case history di successo nel mondo dell’Industria e dell’Impresa 4.0, per avvicinarci alla media impresa, che ha un approccio del tutto diverso alla trasformazione digitale e per capacità di spesa e di investimenti e per competenze. Con la Digital Academy diamo accesso a un know how di trasformazione, che diventa leva di crescita”.
Interviene su questo punto Fracno Prampolini, COO, Head of Business & Platform Solutions Division della società: “Quando si parla di digital transformation non si può non prendere in considerazione le difficoltà che le imprese incontrano nel loro percorso: comprensione della tecnologia, necessità di confrontarsi con nuovi competitor su scenari diversi, gestire il cambiamento culturale. Dobbiamo capitalizzare anche questi aspetti, per offrire le risposte giuste alle imprese. E con la Digital Academy, per la quale abbiamo reso disponibile la piattaforma sulla quale viene erogata l’education, vogliamo dare un connotato operativo: come fare, come costruire le competenze, capire quale è il prossimo passo”.