Dagli oggetti verso i servizi l’IoT in Italia cresce del 40% e raggiunge i 2,8 Mld Euro

Dalla ricerca dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano emerge il profilo di un mercato che continua a crescere sulla spinta delle utility, della Smart Energy, delle Connected Car, della Smart Building e della Smart Home, con prospettive di sviluppo anche per la Smart Agriculture

Pubblicato il 21 Apr 2017

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Quell’Internet of Things appare come un vero e proprio viaggio: si parte dagli oggetti, che si animano di intelligenza, che entrano in Rete e che “parlano” trasferendo dati, informazioni, rendendo vive e sensibili sistemi di produzione, apparati, sistemi di sicurezza e tantissimo altro. E dagli oggetti si passa ai servizi, lungo una raodmap che permette alle imprese, alle pubbliche amministrazioni alle istituzioni di rivedere anche in modo radicale il proprio rapporto con i clienti o con gli utenti. Dai prodotti ai servizi è una delle principali chiavi di lettura dei dati che arrivano dall’Osservatorio Internet of Things 2017 del Politecnico di Milano. Angela Tumino, direttore dell’Osservatorio spiega che il mercato dell’Internet of Things in Italia ha segnato una progressione importantissima crescendo del 40% sino a raggiungere i 2,8 miliardi di euro. Certamente Angela Tumino osserva che questa crescita arriva anche grazie  alla spinta di una serie di obblighi normativi, che in particolare nell’ambito della Smart Energy ha visto una crescita esponenziale del 90% dello Smart Metering e dello Smart Asset Management nelle utility, che arrivano a 950 milioni di euro nel 2016 dai 500 milioni del 2015 e di fatto fanno del segmento Energia il primo mercato in valore del mondo Internet of Things con un peso pari al 34% sul valore totale.

Il ruolo delle Connected Car e del mondo Automotive

Una bella spinta arriva come era prevedibile dal mondo delle Smart Car e dall’Automotive in generale. Stiamo parlando di un settore che la ricerca dell’Osservatorio quantifica in 550 milioni di euro e che rappresenta il 20% del totale mercato IoT. Si tratta di un mercato che va naturalmente interpretato e letto nella sua composizione, abbiamo infatti la componente “storica” dei box GPS/GPRS, un che anno dopo anno, come osserva Angela Tumino, stanno avvicinandosi a una progressiva saturazione e il rallentamento di questo mercato pesa sulle performance complessiva del mondo Automotive che cresce nel 2016 del 15%, vale a dire un po’ meno rispetto agli anni passati. mentre non si sente ancor ala spinta che arriverà dagli sviluppi delle “Smart Car” nelle varie declinazioni, con particolare riguardo ai temi della self-driving car o delle soluzioni per veicoli a guida assistita.

Connected Car e assicurazioni

Parlando di auto connesse i tassi di crescita sono decisamente più rilevanti e come indicato dall’Osservatorio IoT a fine 2016 erano presenti ben 7,5 milioni di connected car con un +40% rispetto al 2015. Stiamo parlando di circa un quinto del parco circolante in Italia con una doppia chiave di lettura quella dei veicoli che vengono arricchiti di un supporto di intelligenza e di possibilità di connessione e quella dei veicoli nativamente connessi. Nel primo caso stiamo parlando che vengono successivamente dotati di box GPS/GPRS per la localizzazione e per la registrazione dei parametri di guida spesso sulla base della spinta del mondo assicurativo. La ricerca dell’Osservatorio Internet of Things stima che stiamo parlando in questo caso del 79% delle auto connesse con un 25% di crescita nel corso del 2016. Per quanto riguarda invece il cluster delle auto nativamente connesse l’Osservatorio rileva che questo segmento ha rilevato una crescita del 146% nel corso del 2016 e già oggi il 45% dei nuovi veicoli immatricolati nel 2016 sono di fatto connected car già in fase progettuale e di produzione.

L’arrivo dell’obbligo normativo eCall e la manutenzione predittiva

Se si guarda allo specifico ambito delle Smart Car va osservato che il mercato esprime oggi solo parzialmente le sue potenzialità, peraltro si avvicina la scadenza della normativa eCall ma i produttori sembrano intenzionati a guardare oltre i confini segnati dagli obblighi normativi, in molti casi ci sono case automobilistiche che offrono servizi abilitati dalla connettività che non si limitano alla sola gestione delle emergenze ma che già attivano servizi come la manutenzione predittiva basata sul monitoraggio del funzionamento dei componenti. L’esplicito orientamento commerciale punta a rendere l’offerta di vendita sempre più accattivante lavorando sui servizi ad esempio con piani tariffari basati sulle opportunità legate all’auto connessa che consente un elevato livello di personalizzazione sulle esigenze dei consumatori.

Il ruolo della connettività cellulare per l’IoT

Nello scenario dei 2,8 miliardi di euro del mercato Internet of Things italiano la crescita del 40% rispetto al 2015 arriva in modo equilibrato sia dalle applicazioni basate sulla “tradizionale” connettività cellulare con una crescita comunque sempre importante del 36% rispetto al 2015 e per un valore che pesa per 1,7 miliardi di euro. Mentre crescono ancora di più le applicazioni basate sulle altre tecnologie di comunicazione e segnano una crescita del 47% per un valore assoluto di 1,1 miliardi di euro.

Anche da questo punto di vista l’Internet of Things si conferma determinante per lo sviluppo dell’ICT italiana e a fronte di una crescita dell’1,8% nel corso del 2016 per un valore complessivo di 66,1 miliardi di euro va rilevato il peso e il ruolo della componente IoT.

Grazie all’installazione massiva dei contatori gas intelligenti, a fronte dell’impegno del mondo delle utility a mettere in sevizio almeno 11 milioni di apparati entro la fine del 2018. In particolare nei prossimi mesi inizia l’installazione della seconda generazione di contatori elettrici, che contribuiscono allo sviluppo del mercato sempre in ragione di una “spinta normativa”. L’Osservatorio IoT ha voluto scorporare l’effetto della normativa per tastare il polso reale del mercato che al netto di questi effetti vanta comunque una performance di crescita del 20%.

Gli ambiti applicativi dell’IoT in Italia

Se si osserva la struttura dei vari ambiti applicativi dell’internet of Things in Italia si vede lo sviluppo dell’IoT nell’ambito del Bulding sta segnando una interessantissima progressione grazie alle tematiche della sicurezza, della videosorveglianza, del monitoraggio da remoto, dello sviluppo di diverse forme di gestione di allarmi e notifiche che portano lo Smart Building a segnare una crescita del 45% rispetto al 2015 per un valore di 510 milioni di Euro tanto da consegnare alla Building Automation il 18% del mercato IoT. In particolare poi l’Osservatorio mette in evidenza un allargamento della prospettiva dello Smart Building, non più solo delimitata e destinata ai grandi asset immobiliari destinati all’industria ma aperta anche aperta al mondo dello small business, del retail e dei piccoli esercenti.

Il ruolo della Smart Home e degli Smart Asset Management

Un discorso a parte per il mercato  Smart Home che vive una situazione particolare per quanto riguarda la parte il grande tema della sicurezza che con prodotti come IoT per la casa, sensori di movimento, serrature intelligenti, videocitofoni e videocamere di sorveglianza che entrano in casa allo scopo di dare un risposta alle esigenze di sicurezza portano il mercato Smart Home a 185 milioni di euro sino a rappresentare il 7% del mercato. Dal punto di vista del GoToMarket la Smart Home vede ancora un ruolo centrale della filiera tradizionale composta da distributori di materiale elettrico e dalle rete degli installatori che veicolano qualcosa come 150 milioni di Euro andando a coprire l’82% dell’intero mercato Smart Home, mentre si osserva una crescita del ruolo di retailer, eRetailer e assicurazioni. ma su questo tema suggeriamo la lettura dell’appronfondimento che Internet4Things ha dedicato alla ricerca dell’Osservatorio Smart Home del Politecnico di Milano: Cresce del 23% l’Internet of Things per la Smart Home in Italia

Smart Logistics, Smart City

Un ruolo sempre più importante è poi svolto dalla Smart Logistics che cresce grazie anche ai servizi legati al supporto delle flotte aziendali e degli antifurti satellitari che consentono a questo settore di arrivare a 250 milioni di euro che in valori assoluti si concretizzano in 800.000 connected vehicle tramite SIM.

Sono a 230 milioni di euro ma esprimono solo parzialmente oggi le loro potenzialità, stiamo parlando delle applicazioni per le Smart City che si sviluppano nell’ambito dei trasporti pubblici con 200.000 veicoli connessi e monitorati da remoto, con l’Illuminazione intelligente, che si traduce in oltre 600.000 lampioni connessi.

Dal Piano Nazionale Industria 4.0 una spinta all’Industrial IoT e all’Industry 4.0

Industria 4.0 e Industrial IoT sono due altri motori di sviluppo che contribuiscono alla crescita del complesso mercato IoT. Certamente si sentono – ma ci aspetta di sentirli in misura ancora più evidente in futuro – gli effetti del Piano nazionale Industria 4.0 o Piano Calenda (leggi l’aggiornamento relativo alla più recente circolare del MISE sulle agevolazioni fiscali) che contribuiscono ad accelerare il processo di innovazione delle imprese italiane con il paradigma dell’Industria 4.0. Certamente l’Industria 4.0 porta a una reinterpretazione dell’intero comparto manifatturiero fornendo nuove opportunità di sviluppo alle imprese del Made in Italy.

Per quanto riguarda la Smart City il quadro applicativo analizzato dall’Osservatorio IoT segnala una netta prevalenza di iniziative di tipo sperimentale, che in tanti casi ancora soffrono per una scarsa integrazione e per una deficitaria strategia di sviluppo a livello del territorio. Nello stesso tempo dallo sviluppo di queste applicazioni dipende lo sviluppo di servizi che potenzialmente sono in grado di incidere sulla qualità dei servizi ai cittadini, sulla qualità della vita ma possono anche portare un significativo risparmio alle pubbliche amministrazione in termini di riduzione degli sprechi e possono aiutare a gestire la spesa pubblica in una prospettiva di migliore sostenibilità. E’ un po’ lo schema della PA 4.0 che però necessita di un cambio di passo sostanziale che permetta la diffusione di soluzioni che consentano alle città di diventare più “intelligenti”. in questo senso un ruolo fondamentale è legato alle infrastrutture di comunicazione e alle nuove reti di comunicazione dedicate specificatamente all’IoT .

Consumatori più intelligenti verso lo Smart Retail

Non si può parlare di Smart City senza affrontare anche il tema e la prospettiva dello Smart Retail. In questo ambito l’IoT associato a Mobile Wearable e Mobile App consente di raccogliere moltissimi dati comportamentali sui clienti all’interno del negozio, aprono a nuove forme di profilazione e permettono di fornire servizi,  promozioni e offerte più personalizzate. Ma le opportunità non si fermano al  marketing ma si estendono a servizi per i clienti come il monitoraggio dei capi che vengono provati dai clienti per fornire maggiori informazioni come quelle legati ai designer impegnati nello sviluppo delle nuove collezioni per suggerire nuovi modelli o per risolvere problemi di vestibilità.

Smart Agriculture, Smart Agrifood e Agricoltura di Precisione

L’IoT, unitamene a soluzioni di analytics e di Big data può dare una risposta nuova ai temi della tracciabilità, della sicurezza alimentare, della anticontraffazione alimentare, del food waste e della food security può arrivare dall’Agricoltura di Precisione. In questo senso invitiamo alla lettura dei servizi legati al lavoro dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano e del recente dossier realizzato da Internet4Things sul tema Agrifood. In questo ambito l’IoT offre grandi potenzialità anche per la gestione delle attività agricole, in particolare nelle colture ad alto valore. Ad esempio nel vitivinicolo (leggi il servizio sulla soluzione Wine Blockchain di EY) e l’oleolifico rimangono infatti i principali settori in cui si sperimentano soluzioni basate sull’Internet delle Cose. Seguono poi applicazioni in ambito ortofrutticolo e nell’agricoltura controllata in serra. In particolare il focus è sui benefici legati alla gestione intelligente delle risorse come l’acqua, con l’irrigazione intelligente, come i fitosanitari, come i concimi, che portano risprmi di tipo economico ma che servono nello stesso tempo per ridurre l’impatto ambientale.

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