Dal PC al Personal Cloud

Secondo Gartner, l’evoluzione dal PC che conosciamo verso il “Personal Cloud” sarà accompagnata dallo sviluppo di dispositivi-sensori invisibili, disseminati su cose e persone, controllabili attraverso applicazioni e servizi Cloud

Pubblicato il 01 Mar 2013

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Con l’ormai prossimo passaggio dal mondo del PC a quello dei sistemi Cloud-driven, si affermeranno nuove modalità d’interazione con la tecnologia e i servizi di rete.

Lo promettono gli analisti di Gartner, che prevedono lo sviluppo di una moltitudine di dispositivi a sensori operanti nell’ambito di ecosistemi intelligenti e funzionanti in modo indipendente dagli hardware e dal sistema operativo.

PC cloud e come funziona

Al posto del PC vedremo dispositivi connessi in un “personal Cloud”, un ambiente che permetterà di integrare questi sistemi e quindi controllarli per svolgere specifiche funzioni.

Si tratterà di dispositivi in gran parte invisibili, in grado di produrre dati e informazioni che potranno essere fruite sullo schermo di altri dispositivi all’interno di grandi ecosistemi di device.

Se da una parte non sorprende il fatto che i componenti saranno “intelligenti”, dall’altra va considerato che il nuovo modello di computing non si identifica con singoli dispositivi, ma è composto da un insieme di applicazioni e servizi che sono esterni ai terminali – smartphone, tablet, PV, TV – con cui l’utente entra in contatto.

Il risultato è che le applicazioni saranno attive 24 ore su 24 a prescindere dal terminale, saranno consapevoli delle azioni fatte o non fatte dagli utenti, in grado di raccogliere ed elaborare grandi quantità di informazioni per adattare i successivi comportamenti.

Potranno fare cose impossibili con le applicazioni o dispositivi del passato. Gli utenti non saranno neanche costretti ad acquisire la piattaforma o il servizio per intero, ma soltanto le funzioni che servono, in base alle loro necessità.

L’elaborazione invisibile

Un aspetto interessante della nuova tipologia di computing è che sarà invisibile agli occhi degli utenti. In pratica sarà possibile dimenticarsi di aver con sé i dispositivi in questione, finché non nascano le necessità d’interazione.

I dispositivi in questione sono orologi da polso, portachiavi, termostati, scarpe e così via.

Si tratterà in molti casi di componenti singolarmente insignificanti, ma capaci di assumere grande valore per l’utente nel momento in cui si collegano a servizi Cloud specifici. Questa è la differenza rispetto ai dispositivi simili realizzati nel passato, ma limitati all’uso stand alone.

La miniaturizzazione e il collegamento alle applicazioni esistenti – negli ambiti home automation, fitness personale, ecc – aiuteranno la diffusione di un gran numero di dispositivi invisibili sia nella casa sia sulle persone.

La capacità di elaborare informazioni e di disporre di connessioni ubiquitarie, offrirà nuove opportunità di applicazione e farà crescere la domanda di servizi Cloud, spiegano gli analisti Gartner.

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