Non vi è dubbio che l’emergenza pandemica abbia amplificato la portata delle sfide che le imprese del mondo manifatturiero devono affrontare.
Si tratta di sfide economiche, per realtà che sempre più spesso si trovano a operare in contesti internazionali e a confrontarsi con realtà sempre più globali.
Si tratta di sfide di mercato, guidate da una maggiore variabilità e volatilità della domanda da parte dei consumatori.
Si tratta di sfide tecnologiche e organizzative che impongono alle imprese del manifatturiero di lavorare su supply chain sempre più complesse, che richiedono loro una maggiore digitalizzazione delle operation, che le portano a concentrarsi sulla creazione di operazioni resilienti e sull’ottimizzazione e l’automazione dei processi esistenti.
Verso nuovi modelli orientati ai servizi
In tutto ciò, si stanno affermando anche nuovi modelli di business, maggiormente orientati ai risultati e ai servizi.
La servitization non è più solo un “nice to have”, ma una reale opportunità sulla quale molte imprese si stanno già concentrando. È un dato che emerge chiaramente anche da una recente indagine, condotta da IBM Institute for Business Value e Oxford Economics e intitolata “Growing Service Business Models”, secondo la quale oltre metà delle imprese che operano nell’industria manifatturiera sta puntando ad aumentare la propria quota di fatturato derivante dai servizi, che garantisce un margine EBIT da tre a sette volte superiore rispetto alla pura vendita di prodotti.
È uno scenario di cambiamento radicale e accelerato, nel quale le imprese devono essere in grado di ottimizzare il business esistente e sviluppare nuovi modelli di servizio; devono gestire processi complessi, in una logica di sempre maggiore integrazione; devono poter contare su flussi di lavoro intelligenti che supportano processi data driven.
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Dall’impresa tradizionale alla virtual Enterprise
Nell’ultimo decennio abbiamo assistito a un cambiamento radicale nel mondo del manufacturing. Le imprese sono passate dalle prime sperimentazioni di digitalizzazione all’interno delle funzioni aziendali, orientate a un generale miglioramento della produttività e basate sulle architetture hardware on premise, a nuovi paradigmi, nel segno delle Cognitive e delle Intelligent Enterprise.
Al di là delle denominazioni, che spesso fanno riferimento alle sensibilità specifiche dei vendor tecnologici, si tratta di paradigmi nei quali le soluzioni tecnologiche sono di fatto delle piattaforme pensate per lo sviluppo del business. La digitalizzazione, così come l’intelligenza artificiale, è utile per generare workflow intelligenti e integrati nei processi e sono basate su infrastrutture nelle quali public cloud, private cloud e on premise di fatto coesistono.
Il terzo passaggio è quello che sta prendendo forma ora, dopo la crisi pandemica: la virtual enterprise. La virtual enterprise si basa su piattaforme ed ecosistemi aperti e sicuri, costruisce percorsi di innovazione guidati dai dati, integra le cosiddette tecnologie esponenziali in flussi di lavoro intelligenti ed estesi, crea un flusso collaborativo tra l’uomo e le macchine, tra l’uomo e la tecnologia.
Soprattutto ha al centro del proprio divenire la sostenibilità e la capacità di creare impatto.
SAP e IBM: una partnership per il manifatturiero
È in questo scenario che si inserisce la collaborazione tra SAP e IBM che ha come obiettivo proprio aiutare le imprese nella loro transizione verso nuovi modelli data-driven, grazie alla modernizzazione e alla trasformazione dei loro processi, e per raggiungere quella agilità che consente loro di adattarsi alle nuove richieste del mercato.
Una collaborazione specifica per le imprese del comparto manifatturiero e che amplia la storica partnership esistente tra le due società.
Una collaborazione che punta in primis alla revisione dei flussi di lavoro e che poggia sia sulle soluzioni cloud per industry di SAP, sia sull’offerta di soluzioni IBM in ambito cloud.
Questo significa, in concreto, accompagnare le aziende nella migrazione dei loro carichi di lavoro verso gli ambienti cloud più idonei, sfruttando la potenza combinata dell’offerta di IBM, Red Hat e SAP e dunque portando i servizi on-premise SAP, le implementazioni private di SAP Cloud Platform e i relativi servizi di supporto su Red Hat OpenShift.
Non solo tecnologia, ma una metodologia
Non si tratta solo di strumenti tecnologici.
Dalla collaborazione tra SAP e IBM nasce un approccio metodologico, per aiutare le imprese ad automatizzare e accelerare il loro percorso di trasformazione in intelligent enterprise, grazie a modelli e strumenti di automazione e configurazione.
Si innesca dunque un volano virtuoso, nel quale la Business Technology Platform di SAP si integra con la piattaforma di IBM e con le tecnologie di AI, machine learning, automazione e analytics per dar vita a flussi di lavoro intelligenti.
Tra greenfield e brownfield
L’approccio pensato da SAP e IBM prende in considerazione sia le imprese che affrontano per la prima volta un percorso di trasformazione – il cosiddetto greenfield -, spinte dalle necessità rese evidenti nel corso della pandemia, sia quelle realtà che si erano già avvicinate alla digitalizzazione, ma che oggi hanno più che mai bisogno di accelerare per raggiungere nuovi obiettivi di efficienza e di competitività: il cosiddetto brownfield.
Proprio per queste imprese è stato sviluppato Rapid Move, che rappresenta un approccio nuovo all’adozione di SAP S/4HANA. Un approccio che consente alle imprese di sfruttare l’investimento già sostenuto in una implementazione SAP, con l’obiettivo di creare valore là dove serve e là dove è funzionale e coerente con gli obiettivi di business.
In questo caso, viene effettuata una valutazione completa dell’esistente, al fine di mappare l’implementazione dell’ERP SAP e partire da lì per lo sviluppo di un business case per la trasformazione digitale.
I vantaggi della partnership SAP e IBM in un webinar
Sono questi i temi che verranno affrontati il prossimo 5 ottobre in occasione del webinar intitolato “Cloud Manufacturing e Cloud nel Manufacturing: verso nuovi modelli operativi”.
Nel corso dell’incontro, al quale prenderanno parte Fabio Belardinelli, SAP Managing consultant Logistic & Purchasing di IBM, Andrea Manini, SAP Managing consultant Manufacturing & Operation di IBM e Nicola Saccani, Associate Professor Laboratorio RISE – Università di Brescia cercheremo di capire come la trasformazione profonda, oggi richiesta la mondo industriale, trovi una nuova spinta propulsiva anche dal sostegno che deriva dai fondi del PNRR e del piano Transizione 4.0.
Si parlerà poi proprio della partnership tra SAP e IBM e di come il cloud aiuti le imprese a realizzare flussi di lavoro intelligenti a supporto di processi sempre più data-driven, sia nelle imprese che hanno già avviato percorsi di trasformazione digitale, sia in quelle che devono ancora modernizzare le proprie operation.
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