Il 10 ottobre dello scorso anno ha rappresentato per Dell EMC una sorta di spartiacque per la strategia IoT della società.
È stato in quella occasione, infatti, che fu annunciata la costituzione di una divisione IOT Solution, cross a tutto l’offering della società.
Flavio Devidé, IOT Business Developer Southern Emea, così spiega: “Nell’ambito di Dell EMC rientrano sette brand, che rappresentano le diverse linee di prodotti, soluzioni e tecnologie che la società porta sul mercato. Si parte dall’offerta Dell sui client, si passa a Dell EMC per identificare il portafoglio congiunto in ambito infrastrutturale, con storage e server, si passa ancora a Vmware per la virtualizzazione e l’endopint management, e poi ancora Virtustream, Pivotal… Non stiamo parlando di un’offerta di prodotti nati specificamente per il mondo IoT, ma un insieme di soluzioni che si calano in modo trasversale rispetto all’IoT. Per questo è stato deciso di costituire una divisione, alla cui guida è stato chiamato Ray O’Farrell, che si collocasse on top su tutto il resto”.
La divisione IoT in Dell EMC
Obiettivo della divisione è sviluppare progetti, calati sull’infrastruttura, con un approccio open source, anche per evitare problemi di lockin in ambiti o applicazioni complessi.
Spiega ancora Devidé: “Per indirizzare correttamente il mercato, abbiamo dato vita a un IoT Partner Program, al quale partecipano oltre un centinaio di ISV, il cui compito è quello di sviluppare soluzioni, ciascuno per il proprio verticale di riferimento”.
Si parla dunque di Industrial IoT per il mondo del manufacturing, ma anche del mercato energy, secondo diverse declinazioni, dallo smart grid alla demand response, per arrivare al tema dell’efficienza energetica con applicazioni di smart building e smart factory.
Non solo.
Si parla di smart city, ma anche di tutti i temi legati al mondo dei trasporti, dalla gestione delle flotte a quella della supply chain, sia negli ambiti specifici della logistica, come ad esempio la gestione del ciclo del freddo, sia in quelli legati alla route optimization.
Il ruolo dei partner
“Il ruolo del canale è determinante. Noi, come Dell EMC, possiamo garantire l’infrastruttura abilitante, ma con il partner program arriviamo a indirizzare le singole specificità avvalendoci del contributo e delle competenze di ISV e system integrator”, aggiunge Devidé. In questo centinaio di partner rientrano sia realtà che hanno una relazione consolidata con la società, sia partner nuovi, incluse startup.
L’approccio è chiaro: Dell EMC punta a progetti open source, “sulla scia di Cloud Foundry – precisa Devidé – che infatti trova una propria replica in ambito edge computing in EdgeX Foundry”, facendo molta attenzione al tema dell’interoperabilità di microservizi e container.
Di fatto, in ambito IoT la società mantiene saldi i suoi punti fermi: si parla di device management anche sugli endpoint dell’Internet of Things, esattamente con lo stesso approccio di Airwatch, con gli agent IoT Open, i “Little IoT Agent”.
Da 15 anni una divisione dedicata all’OT
“C’è un’estrema complementarietà tra le diverse anime di Dell: portiamo nel mondo dell’Industrial IoT lo stesso standard che abbiamo nel mondo It Client”.
Con un dettaglio in più: quando Dell EMC dichiara un’offerta a 360° dal dispositivo di campo fino all’infrastruttura, intende letteralmente a 360°. La società ha infatti una divisione che offre anche i dispositivi di campo.
“Siamo probabilmente l’unico fornitore IT tier 1 con questo tipo di offerta”.
Da oltre 15 anni infatti, all’interno dell’organizzazione Dell esiste una struttura Oem che si occupa di OT (Operational Technology), che opera su 40 verticali e serve 4.000 clienti. È, secondo quanto racconta ancora Devidé, una unit molto ben radicata, che genera un giro d’affari intorno ai 3 miliardi di dollari.
“Se uniamo l’approccio bottom-up di questa divisione con quello top-down tipico di EMC, il risultato è una copertura end to end effettiva”.
Questo significa indirizzare tutte le tematiche legate all’edge computing, al machine to machine, ai protocolli, alle API, risolvendo i problemi di interpretazione del dato, arrivando fino all’ingestion.
“I nostri interlocutori sono quelli del mondo OT, ma la creazione del valore avviene dai team che arrivano dal mondo IT”, spiega ancora Devidé. “Si tratta di approcciare alcune tematiche tipiche del mondo industriale con una mentalità IT, che coniuga anche una logica di Big Data Analytics”.