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Digitalizzazione, IoT e domotica: Il caso Franchini

La collaborazione tra Franchini Servizi Ecologici, azienda specializzata nel settore dei servizi ambientali, e Project Informatica ha dato vita a un progetto che ha trasformato radicalmente le tecnologie utilizzate e i processi operativi, oltre a valorizzare le risorse umane che oggi possono contare su un “esoscheletro digitale” in grado di facilitare le loro mansioni

Pubblicato il 28 Feb 2023

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Digifran è il nome del progetto di Digital Transformation attorno a cui si è sviluppata la collaborazione tra Franchini Servizi Ecologici e Project Informatica. Il nome DigiFran è stato scelto proprio per indicare il progetto di Digitalizzazione di Franchini S.p.A. Franchini, azienda giunta alla terza generazione, opera nel settore dei servizi ambientali; Project, capogruppo di We Are Project, Innovation Company al servizio dell’evoluzione tecnologica e della competitività delle imprese. L’innovazione, nel caso specifico del progetto Digifran, ha preso le mosse dall’esigenza di reingegnerizzare un software gestionale ormai datato per poi allargarsi alla parte IoT di automezzi, macchinari e alla nuova sede di Bolgare, in provincia di Bergamo. La comunità di intenti che ha animato e che anima la partnership fra le due aziende va oltre la vicinanza territoriale e si può riassumere nell’obiettivo di valorizzare le risorse umane.

Digitalizzazione con al centro la persona

“Siamo partiti dall’idea di aiutare l’esperienza giornaliera dei nostri dipendenti, ottimizzandola e abbassando l’indice di stress correlato delle persone. Sui mezzi, ad esempio, fin da subito abbiamo inserito la navigazione automatica per ovviare alla difficoltà derivata dalla ricerca della via durante i vari spostamenti” spiega Andrea Franchini, Owner e Responsabile Tecnico dell’omonima società. Che aggiunge: “Un processo digitale deve creare condizioni di welfare, di sicurezza e lenire i coefficienti di incertezza. Deve creare condizioni ambientali come, ad esempio, la riduzione del chilometraggio e delle emissioni di CO2, nonché maggiore qualità. In un processo di digitalizzazione spinta di attività industriali, come nel nostro caso, alla base ci deve essere un rapporto etico e professionale molto solido tra le parti coinvolte. Project con la sua attenzione alle persone e al tema della sostenibilità rappresentava il partner ideale per questo progetto”. Il rapporto con Project Informatica risale al 2018, quando è stata interpellata per risolvere le inefficienze dovute a un software che aveva quasi 20 anni e che governava molti processi aziendali. “Il vecchio gestionale girava in ASP e c’era la necessità di introdurre tecnologie più moderne. Dovevamo sostituirlo con un’impronta legata alla interconnessione di macchine IoT e di metodologie smart – dice ancora Franchini. Da una parte puntavamo alla fruizione degli operatori sul campo tramite smartphone delle informazioni necessarie a svolgere le loro mansioni, dall’altra all’integrazione della PWA (Progressive Web App) messa a punto dal Software Development Team di Project Informatica con gli impianti come gli spurghi, le centrifughe e le macchine mobili per la disidratazione”.

C’era una volta il linguaggio ASP…

Una delle prime difficoltà da superare è stata quella di uniformare l’interfaccia web dei pannelli HMI o PLC di diverse marche e modelli che avevano linguaggi differenti. E, in effetti, il linguaggio di programmazione ha rappresentato il primo scoglio da aggirare. “Confesso che la maggior parte dei nostri sviluppatori, per ragioni anagrafiche, non conosceva il linguaggio ASP del vecchio gestionale” chiarisce Samuele Angeli, Software Development Team Leader di Project Informatica. Pur trattandosi di un linguaggio che tuttora esiste, di fatto ormai non è più supportato ed è stato sostituito, in ambito Microsoft, soprattutto da .NET, il linguaggio su cui si basa oggi la nuova soluzione. Da qui il metodo adottato dal team guidato da Angeli, che riepiloga così le fasi d’avvio del loro intervento: “Nel caso di Franchini, parliamo di 20 anni di dati, oltre mezzo milione di righe per tabella. Quindi, dati importanti, interconnessi, che raccontano la storia di un’azienda. Quando abbiamo iniziato a spostare questi dati, abbiamo deciso di definire delle priorità di concerto con il cliente, concentrandoci per prima cosa sul comparto spurghi perché era quello dove c’erano le criticità maggiori e il margine di miglioramento più immediato”. In precedenza, il flusso di lavoro era gestito in modalità cartacea, mediante la compilazione da parte degli operatori di fogli il cui contenuto, una volta rientrati in sede, veniva inserito nel sistema. Un sistema che, fra l’altro, non era concepito per essere connesso ai device mobili. Su questo versante, è stato pertanto necessario realizzare un’interfaccia di frontend installabile su tutti i dispositivi in dotazione al personale come Progressive Web App (PWA).

Dal software all’interfaccia sino all’IoT

Oggi il nuovo software che gestisce i processi aziendali, che potrebbe essere paragonato a un CRM, si basa su pCode, un framework sviluppato da Project Informatica e integrato nativamente con Microsoft Azure, di cui utilizza una serie di servizi, tra cui IoT Hub per tutta la raccolta e la gestione dei dati. È costituito da un’interfaccia desktop e da una mobile tra loro interconnesse: la prima è quella utilizzata negli uffici, la seconda è impiegata dagli operatori sul campo. Il software Digifran, sia desktop che PWA, ad oggi gestisce le mission del comparto spurghi, le manutenzioni degli automezzi, il laboratorio con i test di analisi, i documenti relativi ai dipendenti e all’azienda con relativo scadenzario, le missione del comparto trasporti, le offerte e gli abbonamenti.

La componente Internet of Things vede anche il collegamento a dei dispositivi montati sugli automezzi, centrifughe e autocisterne, e permette di raccogliere e storicizzare parametri di processo, segnalare in tempo reale diversi indicatori quali il livello dell’acqua o lo stoccaggio per lo scarico dei reflui. Un altro ambito di applicazione dell’IoT è stato implementato nella nuova sede di Franchini che si estende su 34mila metri quadrati, di cui 6mila coperti. Ora con la domotica, è possibile monitorare in qualsiasi momento lo stato degli interruttori delle luci e dei sistemi antincendio e antintrusione, il funzionamento dei sistemi di raffrescamento e di riscaldamento, i varchi d’ingresso a cui si accede in alcuni casi tramite un QR code giornaliero che può essere letto sugli smartphone del personale. Ulteriori integrazioni riguradano la pompa di gasolio interna a cui si può attingere leggendo il codice a barre con il proprio cellulare e il sistema di stoccaggio interno per i reflui.

L’esoscheletro digitale che aiuta l’utente

“Digifran è diventato un esoscheletro digitale che non viola la privacy e le competenze del singolo utente, perché abbiamo digitalizzato i nostri processi senza svilire la risorsa umana con le sue capacità: il digitale diviene così uno strumento utile per affiancare, supportare e coadiuvare la risorsa umana nelle attività giornaliere sia negli uffici sia nella esecuzione dei servizi sul campo in tutte le varie attività che portiamo avanti” rimarca Andrea Franchini. Per facilitare l’adozione da parte degli end user, Franchini ha incaricato una sua figura interna,
Mauro Filugelli che ha seguito quindi tutte le fasi del progetto, supportando i colleghi nell’utilizzo del nuovo strumento e raccogliendo i vari feedback per migliorare anche il più piccolo dettaglio. “Ogni fase del progetto è automatizzata, ma è sempre l’operatore che deve confermare lo step successivo” sottolinea Filugelli in conclusione. Tecnicamente il suo ruolo, all’interno del framework Scrum per lo sviluppo Agile adottato da Project Informatica, viene definito Product Owner e funge da collegamento tra Project, che sta sviluppando la nuova soluzione e Franchini. Ma i compiti di Filugelli non si sono limitati a testare le funzionalità che venivano rilasciate di volta in volta, a identificare i requisiti e a riportare le informazioni corrette affinché il lavoro di Project Informatica procedesse sempre nel modo più lineare. Infatti uno degli obiettivi del suo incarico, su mandato di Franchini, è stato anche quello di motivare le persone chiamate ad affrontare cambiamenti significativi nelle procedure e nelle modalità operative. A giudicare dai risultati, in particolare dalla soddisfazione degli utenti, si può considerare un obiettivo pienamente raggiunto.

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