Come spesso accade, ora che ci si avvicina alla fine dell’anno si cerca di guardare non solo ai consuntivi, ma anche ai mesi che verranno, con l’obiettivo di delineare le tendenze che li caratterizzeranno.
Interessante, in tal senso, l’analisi proposta proprio in questi giorni da Forbes.
L’assunto di partenza è chiaro: nel 2023 i dispositivi connessi saranno oltre 43 miliardi. Segno che la pervasività dell’Internet of Things si è pienamente realizzata: dalle case alle macchine, dalle città alle fabbriche, siamo circondati di dispositivi che generano, condividono, raccolgono dati, utilizzabili e utilizzati a supporto di processi decisionali anche complessi.
Ma quali sono gli ambiti applicativi più interessanti ai quali guardare nei prossimi mesi?
I Digital Twin nel metaverso
Uno dei primi fenomeni ai quali Forbes suggerisce di prestare attenzione è rappresentato dalla convergenza tra Internet of Things e Metaverso nel mondo industriale. Una integrazione di due mondi tecnologici destinata a colmare il divario esistente tra il mondo reale e quello virtuale.
Utilizzando i dati dei sensori IoT, sarà infatti possibile realizzare gemelli digitali sempre più realistici di sistemi molto diversi tra loro, che spaziano dagli impianti di produzione ai centri commerciali.
Questo apre le porte a nuove opportunità, consentendo, ad esempio, agli utenti del mondo industriale e delle imprese di “entrare” nei digital twin, utilizzando le tecnologie tipiche del metaverso esperienziale come i visori VR, per comprendere meglio come ciascun sistema effettivamente funziona e testando come la modifica di singole variabili possa influenzare i risultati complessivi.
Non si tratta di una novità in senso assoluto, dal momento che molte sperimentazioni sono già in corso, ad esempio nel mondo retail: in questo caso, i gestori del punto vendita possono monitorare l’affluenza dei clienti in tempo reale e verificare come la modifica degli espositori o delle promozioni influisca sui comportamenti di acquisto.
Analogamente, nel mondo industriale tecnici e progettisti possono verificare come diverse configurazioni dei macchinari di produzione possono influenzare la produttività, migliorarne il funzionamento o compromettere la sicurezza dei lavoratori.
La sicurezza IoT
Un secondo ambito di investimento è rappresentato dalla sicurezza per il mondo dell’Internet delle Cose.
Lo abbiamo scritto innumerevoli volte, ormai: in un mondo iperconnesso, i dispositivi IoT sono a supporto di un numero crescente di attività personali e professionali, ma rappresentano parimenti un ampliamento del perimetro e della superficie esposti agli attacchi. Maggiore è il numero di dispositivi connessi presenti in un ambiente, maggiore è il numero di porte potenzialmente aperte agli aggressori.
Se questa esposizione ha rappresentato un problema non di poco conto nel 2022, a maggior ragione nel 2023 e negli anni a seguire sia i produttori di dispositivi, sia gli utenti, sia gli esperti di sicurezza dovranno intensificare le loro azioni per tenere sotto controllo le attività poco chiare, malevole e rischiose, riducendo al minimo le possibilità che malintenzionati possano accedere a dati sensibili.
A rimarcare la delicatezza del tema, vale la pena sottolineare che negli Stati Uniti il Consiglio Nazionale di Sicurezza sta vagliando l’ipotesi di imporre una “etichettatura” sui dispositivi IoT destinati al mercato consumer, con l’obiettivo non solo di rendere consapevoli i consumatori dei rischi associati all’installazione di determinati dispositivi nelle loro abitazioni, ma anche di tenerne alta l’attenzione: esiste infatti un’ampia gamma di attacchi che potrebbero essere evitati semplicemente adottato precauzioni di base.
Qualcosa di analogo è allo studio anche nel Regno Unito.
In ogni caso, e questo è un dato economico interessante, la spesa per mettere in sicurezza dispositivi e piattaforme IoT nel prossimo anno dovrebbe raggiungere i 6 miliardi di dollari complessivi.
Internet of Medical Things o Internet of Healthcare Things
Anche in questo caso, parliamo di una tendenza di cui abbiamo già avuto modo di parlare negli ultimi mesi: l’assistenza sanitaria e in generale il mondo della medicina rappresentano un’enorme area di opportunità per le tecnologie e i dispositivi IoT, tanto che le previsioni, sostiene Forbes, fanno ipotizzare un mercato di dispositivi sanitari connessi da 267 miliardi di dollari nel 2023.
Come emerso nel corso della crisi pandemica e confermato nei mesi successivi, l’adozione di dispositivi indossabili e di sensoristica consente agli operatori sanitari di monitorare le condizioni dei pazienti anche al di fuori degli ospedali e deli ambulatori. Questo significa ridurre la necessità di ospedalizzazione, senza venir meno agli obblighi di garantire assistenza in continuo a pazienti cronici, anziani e fragili; significa liberare tempo e spazio per i pazienti che invece necessitano di cure immediate e dirette; significa rendere più efficiente e meno costoso il servizio sanitario, grazie allo sviluppo della telemedicina.
Interessanti, però, sono anche gli sviluppi in corso sul versante “non professionale” della medicina. La crescente adozione di dispositivi indossabili, dai tracker agli orologi, oggi sempre più spesso dotati di rilevatori del battito cardiaco e di misuratori dell’ossigenazione, di fatto abilita chiunque a ottenere informazioni costanti sul proprio stato di forma fisica. Per non parlare della nuova frontiera rappresentata dai cerotti (gli smart patch) dotati di rilevatori di parametri biochimici (dal lattato al glucosio), ormai usciti dall’ambito della pura sperimentazione. Questo significa da un lato comprendere meglio come esercizio fisico e dieta adeguati possano contribuire al proprio benessere, dall’altro avere letteralmente il polso della situazione e ricorrere allo specialista per tempo qualora si riscontri qualche anomalia.
2023: l’ora dei regolamenti
C’è un ultimo aspetto sul quale si punterà l’attenzione di operatori, produttori e utenti del mondo IoT: quello legislativo e regolamentare.
Nel corso del prossimo anno, sottolinea ancora Forbes, l’Unione Europea dovrebbe imporre una nuova regolamentazione per i produttori e gli operatori di smart device e infrastrutture edge, in particolare per quanto attiene la raccolta, l’archiviazione e l’utilizzo dei dati raccolti dai dispositivi stessi.
Analoghe misure dovrebbero entrare in vigore anche in Paesi come la Cina.
E le norme, va da sé, saranno dirimenti anche per quanto concerne possibili violazioni, furto o alterazione dei dati stessi.
Probabilmente, è questa l’ipotesi, nel prossimo anno si cercherà di dare un assetto più definito alle implicazioni legali e sociali dell’IoT.